Tripolis, al Patafisico lo spettacolo sull’io straniero

Tu lo sai come si fa il couscous?

Si pigliano tanti piccoli cocci di semi,

si mette un filo d’acqua e si fanno incocciare.

I chicchi Carmelo, te li devi immaginare come le persone.

Tutti nello stesso cato, tutti nella stessa terra, uno accanto all’altro.

Se ci runi l’acqua e i fa’ manciari loro crescono;

ma per crescere, Melù,

un coccio s’ava incucciare c’un avutru coccio.

TRIPOLIS è uno spettacolo che nasce dallo sviluppo di un’indagine che ha come punto di partenza le domande “Chi è l’altro? Chi è lo straniero?”. Quando ci poniamo queste domande ci stiamo in realtà chiedendo: “Chi sono io? Chi siamo noi?”. In quanto il discorso sull’altro è solamente un modo per parlare, definire e riconoscere se stessi sulla base delle differenze e dell’alterità. Il risultato è sempre un confronto, in cui almeno uno dei due soggetti considera l’altro diverso da se e quindi lo definisce straniero. Questa definizione può svilupparsi nell’individuo in un processo intimo, riflessivo, alienante e spesso autodistruttivo. Forse solo tornando indietro, indagando le proprie origini in un processo di resilienza, coccio dopo coccio è possibile ritrovare la propria essenza e posizione nel mondo.

TRIPOLIS è una produzione Piccolo Teatro Patafisico, di e con Dario Muratore, e debutterà per la prima volta a Palermo il 13, 14 e 15 (giovedì, venerdì e sabato) dicembre alle ore 21 al Piccolo Teatro Patafisico di via Gaetano La Loggia 5 a Palermo. Costo del biglietto è sette euro.

La trama dello spettacolo vede in scena un giovane uomo che chiede a una vecchia donna quali siano le tracce della propria origine. La Libia, Tripoli, la colonia italiana. Attraverso il topos Nonna/Nipote viene evocato un secolo di storia, di vita, di morte ma soprattutto d’incontro tra due identità: quella del colonizzatore e del colonizzato. Cocci di vita di una donna italiana, colonizzatrice, culturalmente fascista. La sua storia, la sua visione intima e la sua alterità nei confronti del dominato. Ma cosa succede quando l’Italia perde il dominio politico e la situazione improvvisamente si ribalta? L’arabo ritorna a essere il padrone della propria terra e l’italiano diviene ajsnabi, straniero.

«Ciò che mi ha spinto a intraprendere questo percorso di ricerca è il confronto con le mie origini, – dice Dario Muratore – proprio per dare risposta a tali domande all’interno di un più ampio ed intimo processo di resilienza. Infatti ogni episodio narrato è parte della vita realmente vissuta da una donna tripolina che altro non era che mia nonna con la quale io sono cresciuto e che la notte condivideva con me questi racconti».

L’etnocentrismo è una caratteristica comune alla maggior parte delle culture umane, poiché permette di definire il NOI, e quindi la nostra cultura/società, partendo dalla creazione di un “loro/altro”, sulla base di differenze più o meno oggettive. L’etnocentrismo evidenzia la necessità umana di costruire la propria identità attraverso l’esperienza dell’altro e dell’alterità. Questo processo di definizione del “Noi” permette la creazione di un senso di appartenenza ad un determinato gruppo socio-culturale che può così svilupparsi solo in un processo di contrapposizione. Senza il processo di colonizzazione ed imperialismo, probabilmente la società occidentale capitalista moderna non esisterebbe.

«Altra motivazione fondante – aggiunge Muratore – è stato accorgersi come la società italiana stia finalmente compiendo un passo avanti all’interno dei processi di trasformazione sociale e d’integrazione culturale. A dispetto di coloro che vorrebbero vedere fuori dallo stato italiano “ lo straniero”, sta invece accadendo finalmente e in modo inarrestabile, il passaggio in cui esso diviene parte attiva, viva, intraprendente della società contemporanea. Vivendo in un quartiere multietnico la concezione dello straniero si appanna, scompare. Riemerge la visione delle singole persone che vivono ogni giorno una a fianco all’altra».

con Dario Muratore

suono Giovanni Magaglio

luci Petra Trombini

scena Igor Scalisi Palminteri

costumi Francesco Paolo Catalano

aiuto regia Federico Cibìn e Simona Sciarabba

grafica Manuela Di Pisa

produzione

Piccolo Teatro Patafisico

In collaborazione con

Campo Teatrale Milano

Dimora Teatrale Macciangrosso

Compagnia Nando&Maila – Dulcamara

MENZIONE SPECIALE BANDO THEATRICALMASS


(fonte: ufficio stampa Piccolo Teatro Patafisico)


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]