Dissesto Partinico, no a privatizzazione casa di riposo Pennino: «Esternalizzando il servizio volevo salvarlo»

Da un lato arriva l’ok arrivato oggi del ministero dell’Interno alla proroga dei contratti per i precari, dall’altro rimane appesa la questione dei servizi a domanda individuale: asilo nido e casa di riposo. Luci e ombre che comunque tengono ancora sui carboni ardenti il Comune di Partinico, dopo che il sindaco, Maurizio De Luca, qualche settimana fa ha dichiarato il dissesto. Uno squilibrio nei conti, come ha precisato lo stesso primo cittadino, dovuto anche a una scarsa lotta negli anni all’evasione fiscale e alla questione dell’Ato rifiuti. 

Proprio sulla casa di riposo C.Cataldo si è consumata ieri una spaccatura nella maggioranza dopo che la giunta aveva votato all’unanimità la proposta dell’assessora alle Politiche sociali Rosi Pennino di esternalizzare il servizio, il provvedimento è stato bocciato in consiglio comunale. «Visto che il Comune è in dissesto abbiamo l’obbligo di garantire i servizi nell’essenziale e la possibilità di fare lo stesso con quelli a domanda individuale – afferma Pennino – se c’è una copertura del 36 per cento che riguarda il servizio. La copertura però poi deve riguardare tutto il settore. Al mio arrivo mi sono resa conto che i percorsi di esternalizzazione dei servizi a domanda individuale al Comune di Partinico sono stati eccessivi, nei quali è compresa anche la casa di riposo che di fatto è già in parte un servizio esternalizzato». Nella casa di riposo che ospita 27 anziani,  lavorano 11 persone.

L’assessora spiega che al momento del suo insediamento il contratto della cooperativa che co-gestisce il servizio era in scadenza a novembre, ma è stato poi prorogato fino alla fine di dicembre. «Avevo chiesto all’opposizione e a chi non era d’accordo con il provvedimento – aggiunge Pennino – di farmi avere delle proposte scritte sulle quali poter ragionare ma non mi è arrivata una riga. Solo proposte orali su un possibile ridimensionamento del servizio che voleva essere da me solo regolamentato e portato per tre anni ad una concessione esterna, in modo da disimpegnare il Comune da un onere di 546mila euro l’anno. Una somma che per un servizio a domanda individuale, che non ha la copertura del 36 per cento come sostiene l’opposizione, non si può permettere». 

Dall’altra parte per chi ha detto no al provvedimento  «non è stata una vittoria politica della minoranza  – afferma in un post su Facebook il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Emiliano Puleo – ma una vittoria della città che chiaramente non vuole l’esternalizzazione della casa di riposo. Il sindaco e l’assessore Pennino su questa delibera avevano puntato molto, mettendo a rischio la tenuta della stessa maggioranza che nei fatti si è sfaldata. In un paese normale dopo che si chiudono gli asili nido e si perde una battaglia politica importante come questa sulla casa di riposo, l’indomani un assessore serio rassegna dignitosamente le proprie dimissioni».

Ma Pennino rilancia: «Esternalizzando il servizio stavo cercando di salvarlo – precisa – ora il problema è che la copertura dura solo fino alla fine dell’anno. Ieri è stata vinta una battaglia politica contro la maggioranza, ma non è stata salvata la casa di riposo che resta a rischio chiusura».


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