Fiori, rapper palermitano Dirt O’Malley si racconta «Porto contenuti nuovi nella scena musicale trap»

«Ho iniziato a scrivere e fare musica un paio d’anni fa, nella mia stanza, senza parlarne troppo. Molti dei miei amici non sapevano di questa mia passione fino a quando non sono usciti i video». Palermitano, classe 1996, studente in Cooperazione Internazionale all’Università di Pisa e appassionato di musica rap, reggae, dubstep ed elettronica, ascolti ricevuti in eredità dai genitori nel corso degli anni: è questo il profilo di Samuele Roberti, in arte Dirt O’Malley, la nuova stella nel panorama musicale di Palermo, che con il video Fiori – girato a Palazzo Butera – e il precedente Tropico, ha raggiunto centinaia di migliaia di visualizzazioni su YouTube in breve tempo, nonostante si sia avvicinato alla musica rap e trap solo due anni fa.

«Ho sempre ascoltato molta musica, sin da piccolo, grazie ai miei genitori che sono due cultori – racconta Samuele – Mio padre in particolare mi ha fatto ascoltare dei dischi che sono diventati fondamentali per la mia formazione, come Wu-Tang Clan, Cypress Hill. La passione per la trap deriva da questi ascolti». Un artista molto giovane, dunque, che decide di fare il suo ingresso in un ambiente musicale che vanta delle importanti personalità nell’ambito del rap come Big Joe e Johnny Marsiglia – artisti fondamentali per la formazione di Samuele, come lo stesso puntualizza – ma che non riescono a colmare quel vuoto che il giovane palermitano intende occupare.

«La scena trap a Palermo non è molto ampia e ho spesso sentito questo vuoto negli ultimi tempi. Io ho iniziato a sentire l’esigenza di portare qualcosa di mio all’interno di questo panorama, nuovi contenuti. Qualcosa di più individuale: la mia solitudine e i miei stati d’animo. Se lo fanno gli altri, posso farlo anch’io e voglio portare qualcosa di diverso, mi sono detto». È a questo punto che Samuele decide di affacciarsi sulla scena musicale della sua città, di uscire dalla sua stanza – nella quale ha passato molto tempo a provare e riprovare senza alcuna pretesa di successo, quanto meno all’inizio. 

«Il mio caso è particolare perché ho sempre ascoltato questi generi nella mia stanza ma non sono mai andato a fare freestyle in piazzetta. Questo è il mio punto debole e, al contempo, il mio punto di forza». L’incontro e la collaborazione con Fele La Franca – regista dei suoi ultimi video e grande amico di Dirt O’Malley – è fondamentale. Samuele ne parla come di una parte imprescindibile del suo team. «Il video e i testi nell’ambito delle nostre collaborazioni nascono e procedono di pari passo. Pensiamo a queste due parti del lavoro come a qualcosa di unitario ed è in questo modo che è nato anche Fiori».Si tratta dell’ultimo brano di Dirt O’Malley prodotto da Stoner e girato – con la regia di Fele La Franca – a Palazzo Butera, nell’area “Thatre of the Sun” allestita dal collettivo Fallen Fruits di Los Angeles. 

«Era la parete più instagrammata del Palazzo, vedevamo foto di quella parete coperta di fiori ovunque. A quel punto abbiamo pensato che la volevamo anche noi nel nostro video». Quando gli chiediamo come ha fatto, insieme alla sua produzione, ad avere l’autorizzazione per girare all’interno del Palazzo oggi gestito – nella parte artistica – da Manifesta 12, Dirt o’Malley ci risponde: «Dopo aver iniziato le riprese abbiamo avuto l’idea di contattare i ragazzi di Manifesta12. Eravamo quasi certi del fatto che avrebbero rifiutato la proposta. Inaspettatamente, invece, hanno accettato con entusiasmo. Hanno aperto i battenti del Palazzo solo per noi in un giorno di chiusura ed è stato un grande piacere per noi avere un’importante opera all’interno del video».


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