Dalla Torre Pozzillo al pontile di Romagnolo  Al via bando per la concessione di otto beni

Dalla storica Torre Pozzillo di Cinisi all’ecomostro ex Lido Olivella a Santa Flavia. C’è un po’ di tutto nell’avviso regionale per mettere a bando, con concessioni di durata variabile tra i 6 e i 50 anni, beni demaniali in stato di abbandono di proprietà della Regione siciliana, presentato oggi dal presidente della Regione Nello Musumeci. Tra edifici del ‘600, ex costruzioni industriali e veri propri ruderi sono otto quelli individuati tra Palermo e provincia – 52 in totale nell’Isola -, che presto verranno concessi a titolo oneroso ai privati che parteciperanno al bando che verrà reso noto nelle prossime settimane. Tra 60 e 90 giorni i tempi di partecipazione alla gara a evidenza pubblica, a seguito della quale gli assegnatari dei beni potranno dare il via alla valorizzazione degli immobili. 

L’obiettivo è la valorizzazione dei fabbricati attraverso il recupero funzionale, la riqualificazione delle aree di pertinenza, lo sviluppo delle attività turistiche e commerciali compatibili con gli usi del mare, nonché l’incremento delle entrate erariali. Si tratta principalmente di strutture cadute da tempo nell’oblio, senza peculiari caratteristiche storiche o di valore artistico, ad eccezione di Torre Pozzillo che fa parte del sistema di torri costiere d’avvistamento di fondazione seicentesco. La struttura, a pianta quadrata, elevata in muratura portante su due livelli, originariamente torre di deputazione del regno, si trova in avanzato stato di abbandono. Di altro genere, invece, gli edifici individuati dai tecnici dell’assessorato al Territorio e ambiente a Termini Imerese: l’ex arena Grasso, a poca distanza dalla zona portuale e oggi ricettacolo di sfabbricidi e rifiuti di diversa natura, e l’ex tiro al piattello Himera, edificato lungo la spiaggia e in totale stato di degrado.

In via Messina Marine, a Palermo, troviamo l’Agrumaria Corleone, un esempio di archeologia industriale di fine XIX secolo realizzato in conci di tufo e mattoni. La costruzione a due elevazioni è inserito in un lotto di terreno in un’area nelle immediate vicinanze della battigia. Sempre lungo la stessa via troviamo il pontile Romagnolo, struttura posta sotto sequestro dal tempo per il pessimo stato d’uso in cui si trova. All’Addura, sul lungomare Cristoforo Colombo, infine, è stato scelto l’immobile Brucato Addaura: posto sotto sequestro, è costituito da un fabbricato inserito in un tratto di costa particolarmente bello, in precarie condizioni statiche e di degrado ambientale invaso da sfabbricidi e rifiuti abbandonati.

A Santa Flavia, infine, tra i beni da salvare la Regione ha scelto l’ex lido Olivella: una struttura pericolante a due elevazioni che sovrasta una spiaggetta ricettacolo di rifiuti di alghe morte depositate sulla riva mentre a Sferracavallo l’ex Opa, edificio in cemento a pochi passi dal porticciolo che in precedenza oltre ad essere adibito ad uffici per i pescatori conteneva una cella frigorifera. «Dobbiamo salvaguardare i fabbricati – aggiunge Musumeci -, riqualificare le aree di pertinenza, valorizzarli, destinarli ad attività compatibili, attività turistiche e commerciali. Abbiamo immaginato – conclude – anche la possibilità di renderli compatibili con le attività di stabilimenti balneari, attività legate agli sport, bar e ristoranti, noleggio imbarcazioni e natanti, attività legate alla nautica e al diporto, attività artigianali, punti di ormeggio e ricovero per imbarcazioni». Nel giro di due mesi, a partire da febbraio quindi, potrebbero arrivare già i primi riscontri.

«In linea di massima se l’intervento è rispettoso del luogo e della struttura non ci sarebbe nulla di male – ha commenta il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna – ma dovremmo esaminare caso per caso. Ad esempio, nel caso di beni monumentali come Torre Pozzillo un intervento calibrato che non preveda stravolgimenti con un progetto autorizzato dalla soprintendenza sarebbe una possibile soluzione. Ma anche davanti a beni demaniali non abusivi, come nel caso dell’ex Lido Olivella, piuttosto che rifarli daccapo sarebbe meglio abbatterli e de-cementificare pezzi di costa»


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