Elettrodotto Ciminna, Terna ripresenta il progetto al Mise Dopo stop del consiglio di Stato. «Speriamo in tempi brevi»

A volte Davide batte Golia, a meno che Golia abbia il tempo per riprendersi. Dopo lo stop di agosto da parte del consiglio di Stato, Terna intende ripresentare il contestato progetto dell’elettrodotto Chiaramonte Gulfi-Ciminna. Il ministero dello Sviluppo Economico ha avviato un nuovo iter autorizzativo e, secondo l’annuncio di Luigi Ferraris – amministratore delegato della multinazionale che gestisce oltre 72mila chilometri di linee elettriche in alta tensione in tutta Italia – «è prevista la reiterazione del procedimento di autorizzazione che speriamo si possa fare in tempi stretti». 

La dichiarazione di Ferraris è giunta, in maniera un po’ inaspettata, a margine della cerimonia di consegna da parte dei vertici della Regione siciliana dei decreti di finanziamento per 120 milioni di euro relativi all’efficientamento energetico di edifici provinciali, comunali e delle reti elettriche dell’Isola. «La Sicilia ha bisogno di interventi che consentano di rafforzare la dorsale di collegamento Oriente e Occidente a 380 Kv – ha dichiarato l’ad – per ridurre i problemi di congestione e per favorire l’integrazione delle rinnovabili che già ci sono e che si prevedono in crescita. C’è dunque bisogno di rafforzare la rete, renderla più resiliente e favorire lo sfruttamento delle rinnovabili esistenti oltre che risolvere alcuni problemi di congestione e di sovraccarico che abbiamo in zone come Palermo dove faremo interventi di razionalizzazione oltre che di interventi mirati a migliorare la sostenibilità, per esempio interrando cavi laddove è tecnicamente fattibile da un punto di vista economico».

Lavori cospicui e necessari, anche se adesso l’attenzione resta per l’importante opera che Terna intende realizzare sin dal 2011: un’infrastruttura che dovrebbe svilupparsi tra le province di Palermo, Caltanissetta, Enna, Catania, Agrigento e Ragusa, interessando 24 Comuni. L’elettrodotto che dovrebbe collegare Chiaramonte Gulfi a Ciminna dovrebbe avere una lunghezza complessiva di 171 chilometri. E il condizionale resta d’obbligo viste le difficoltà di realizzazione per l’azienda. Dopo il protocollo d’intesa di sette anni fa, Terna aveva modificato in corso d’opera il progetto originario attraverso 62 chilometri di varianti su 171 totali. Per questo motivo il piccolo Comune di Ciminna (noto ai più per essere stato il set naturale del film Il Gattopardo) aveva chiesto più volte di poter giudicare tutte le novità apportate. Sempre senza esito. Tanto che il sindaco Vito Barone ad aprile si era lanciato in un parallelismo col tav, il treno ad alta velocità Torino Lione che da più di 20 anni vede l’opposizione delle comunità della Val di Susa.

Ricontattato da MeridioNews, questa volta il primo cittadino si limita a dire che «al momento ci aspettano giornate frenetiche, siamo in fase di variazione di bilancio». In ogni caso sono sette i Comuni del palermitano interessati dall’opera: Alimena, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia, Ciminna, Lercara Friddi, Petralia Sottana, Vicari. E proprio da uno di questi, precisamente da Petralia Sottana, è arrivato un altro ostacolo alla realizzazione dell’elettrodotto di Terna. Nel paese delle Madonie, infatti, ha da tempo sede l’azienda agricola biologica Di Salvo: una tenuta di 70 ettari che fa parte dell’ex Feudo Chibbò Barbarico e che produce noci e ciliegi, nonché la coltura intensiva di 3600 olivi delle varietà Biancolilla e Nocellara del Belice. La titolare, la signora Rosellina Di Salvo, ha visto riconoscere le proprie ragioni – dopo una battaglia giudiziaria durata anni – dal consiglio di stato la scorsa estate. 

«Va rilevato che la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo – scrive la quarta sezione diretta dal presidente Paolo Troiano – ha espresso, con nota del 7 dicembre 2012, un parere favorevole, con prescrizioni, alla realizzazione del progetto di cui è causa, in ragione della valenza paesaggistico naturalistica e storico archeologica dei luoghi. Successivamente, con nota del 27 luglio 2015, ha approvato il progetto, considerandolo rimodulato rispetto a quello originario, senza peraltro spiegare le ragioni in base alle quali si potessero ritenere superate le prescrizioni in un primo momento imposte e non recepite nella seconda versione del progetto». Insomma: l’area in cui dovrebbe passare l’infrastruttura è in parte area di pregio naturalistico e storico archeologica. Risulta difficile immaginare, quindi, come Terna possa bypassare le indicazioni del tribunale senza ulteriormente modificare il tracciato. In ogni caso il previsto elettrodotto non è il solo intervento nel Palermitano previsto dalla società elettrica. Lungo la direttrice che va da Partanna Mondello a Trapani, Terna ha previsto un ulteriore investimento di 6,2 milioni di euro: i lavori, avviati a metà dell’anno scorso, dovrebbero terminare entro metà del 2020.


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