Corleone, Di Maio diserta il comizio del candidato M5S «Sicuro della buona fede, ma non si dialoga con mafiosi»

«Le famiglie che meritano attenzione, dialogo e vicinanza sono quelle delle vittime di mafia». Il vicepremier Luigi Di Maio stronca così l’iniziativa di Maurizio Pascucci, candidato per la poltrona di primo cittadino di Corleone, che ha scatenato una vera e propria bufera sui social dopo la sua dichiarata intenzione di volere intavolare un dialogo anche con le famiglie dei mafiosi del Comune del Palermitano teatro della potente corrente mafiosa di Riina e Provenzano. E proprio con il nipote di Binnu Pascucci si è fatto ritrarre in foto per sottolineare ancora la sua convinzione, gettando benzina sul fuoco delle polemiche. È stato lo stesso Di Maio, che avrebbe dovuto partecipare al comizio di chiusura, a spiegare attraverso un video sui social le ragioni per cui si chiama fuori dalla vicenda. 

«Mi scuso – dice il leader M5S – ma io oggi non andrò a Corleone, non parteciperò al comizio. Quando sono andato a Palermo dopo l’atterraggio ho acceso il cellulare e tra le news c’era la notizia data dal nostro candidato sindaco dicendo che voleva aprire al dialogo con i parenti dei mafiosi. E questa dichiarazione fa il paio con una sua foto fatta in un bar con il nipote del boss Provenzano, uno dei capi della mafia stragista che ha fatto saltare in aria Borsellino e Falcone». L’appoggio del Movimento al candidato, al momento sembra tuttavia rimanere. 

«Sono sicuro che quella foto, quella dichiarazione, sia stata fatta in buona fede – continua Di Maio – ma il concetto è pericolosissimo, non si può accettare, perché se ti fai una foto col nipote di Provenzano magari stai comunicando qualcosa, anche involontariamente, a quel mondo lì. Noi, a parte che voti di quelli non li vogliamo e ci fanno schifo. Ma soprattutto non posso correre il rischio che stasera un ministro della Repubblica, lo Stato, vada lì sul palco dopo che c’è stato un appello al dialogo con le famiglie dei mafiosi e una foto con un nipote non di un mafioso qualsiasi, ma uno di quelli che hanno fatto atti che hanno segnato per sempre la storia dell’Italia». 

Aggiornamento ore 20

In serata, dopo la riunione del meet up arriva il chiarimento del gruppo locale degli attivisti M5s. La scelta di fotografare Maurizio Pascucci e il marito della nipote del boss defunto Bernardo Provenzano all’interno del bar è stata presa per rispondere alle accuse mosse durante la campagna elettorale al candidato sindaco del M5s accusato di fare antimafia giustizialista avendo suggerito in passato ai volontari nei campi di Libera di non frequentare il bar del nipote di Provenzano. A spiegare la decisione sono alcuni attivisti del M5s a conclusione della riunione nella sede del comitato elettorale. Dice il deputato Giuseppe Chiazzese: «Siamo andati in quel bar proprio per dimostrare che noi siamo inclusivi, per prenderci il caffè.. quel signore si è dissociato dal boss, prendendone le distanze. Dobbiamo fare un’opera di inclusione. Noi non li vogliamo i voti dei mafiosi e nessuno ha dubbi dell’antimafia di Pascucci».

Ma Di Maio è perentorio: «Questo non è un comportamento da M5s e come tale deve essere sanzionato immediatamente, qualora qualcuno della lista fosse eletto gli verrà subito ritirato il simbolo». 


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