Bellolampo, braccio di ferro su smaltimento del percolato Orlando: «Da novembre Regione indichi nuovo soggetto»

Con il passare delle settimane si fa sempre più rovente lo scontro tra Comune e Regione sulla gestione del percolato delle vasche di Bellolampo. Dopo la sentenza dello scorso luglio del Tar che ha dato ragione all’amministrazione di Palermo, il 12 ottobre il sindaco Leoluca Orlando, con una nota inviata anche alla Regione, ha diffidato la Rap dal proseguire l’attività di smaltimento fino a quando gli uffici regionali non avranno individuato un nuovo soggetto. Una presa di posizione che segue al nulla di fatto dopo la conferenza di servizi del 19 settembre scorso negli uffici regionali del Dipartimento acque e rifiuti. Al tavolo, tra gli altri, il vice sindaco Sergio Marino e il dirigente del dipartimento Salvo Cocina che, evidentemente, non hanno raggiunto un accordo. Al centro del braccio di ferro, i costi della gestione del post mortem dei cinque vasi che, in seguito al fallimento dell’Amia, sono ricaduti interamente sulla neo società di Piazzetta Cairoli

Il contesto è quello emergenziale del 2010 quando l’allora governatore siciliano affidò l’incarico all’Amia, compito poi ricaduto sulla Rap dopo la volturazione stabilita sempre dalla Regione. Da allora, il Comune ha garantito una continuità di fatto imposta, e da qui prende le mosse il contenzioso che porterà alla sentenza di luglio. In questa fase il sindaco e la Rap hanno dovuto obbedire e procedere a gestire assumendone gli oneri in attesa di un passaggio mai formalmente ratificato, nonostante i costi poi siano ricaduti interamente sulla partecipata del Comune. Fino alla sentenza del 12 luglio scorso, dove i giudici hanno sottolineato come la Regione «in totale carenza di motivazione, ha volturato per intero l’Aia in capo alla Rap, attribuendone unilateralmente la gestione ordinaria delle vasche denominate I, II, III, III BIS, IV, V, E V BIS della discarica, obliterando l’obbligo di individuare il gestore ordinario cui affidarne la gestione post operativa».

I giudici, quindi, hanno ritenuto fondata la richiesta del Comune essendo «il carattere emergenziale e soltanto temporaneo dell’affidamento in gestione in capo alla Rap delle vasche dismesse (comunque non oltre il 31 dicembre 2013)», confermando, una volta in più, «che la Rap non è mai stata individuata quale gestore ordinario, il che imponeva al Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti di individuare il nuovo gestore». Dall’estate del 2014, ad ogni modo, la Rap ha curato la messa in sicurezza degli impianti di stoccaggio del percolato di Bellolampo e delle necessarie attività di prelievo, trasporto, conferimento e smaltimento del percolato con affidamento dei servizi ad operatori economici autorizzati. Fino a oggi o, per essere precisi, al 31 ottobre. 

Nella lettera inviata alla Regione, con oggetto la “gestione post-operativa vecchie vasche di Bellolampo”, infatti, Orlando testualmente «diffida la Rap dal proseguire, a decorrere dal 31 ottobre, nelle attività gestionali correlate alle vecchie vasche cui si è fatto fronte con ordinanze e impegni economici a carico di questo Comune nelle more della definizione del soggetto competente». Quanto sopra in attesa che la Regione, come disposto dal Tar Palermo, «individui il soggetto cui compete sia la gestione che la definitiva messa in sicurezza del sito in oggetto». La missiva si conclude con l’auspicio che «il percorso già intrapreso con la convocazione possa essere concluso entro la data del 31 ottobre». L’incontro, in effetti, c’è e dovrebbe tenersi la prossima settimana, come conferma l’assessore Marino a MeridioNews

«Per la prossima settimana è prevista una nuova riunione – afferma Marino – spero si riesca a trovare un accordo per allora». Rimane, tuttavia, sempre il nodo dei oneri sui quali in Comune non sembra intenzionato a fare dietrofront: «Il Tar ha restituito le vasche alla Regione perché ha riconosciuto illegittima la voltura, quindi ora deve decidere cosa fare. Ma non è che può fare un pacco e lo regala a chicchessia, deve prevedere anche le risorse necessarie per far fronte al servizio. Altrimenti, non può affidarlo nuovamente alla Rap». Il timore fondato è che a partire dal prossimo mese possa scatenarsi una nuova emergenza, come da tempo denuncia il M5s: «Se le vasche non verranno più gestite – afferma il consigliere Tony Randazzo – anche a causa delle forti piogge c’è il pericolo di uno sversamento nel giro di qualche giorno. Il rischio ambientale e sanitario è notevole». Ma si riuscirà a trovare l’intesa entro il primo novembre, prima che possa verificarsi una nuova emergenza? «Credo che la responsabilità di tutte le istituzioni presenti al tavolo eviterà disastri ambientali, non ho dubbi su questo», conclude Marino.


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