Progetto Amazzone, cinque giorni di cultura contro il cancro «Nessun contributo pubblico, sarà un’edizione di resistenza»

Al via la dodicesima edizione del Progetto Amazzone diretto da Lina Prosa e Anna Barbera e a cura dell’organizzazione Arlenika onlus. Cinque giornate per affrontare il tema del cancro non soltanto dal punto di vista scientifico ma anche con un taglio culturale e teatrale affrontando temi come l’immigrazione. Filo conduttore delle diverse giornate è Il corpo in fuga – Cultura e cancro. «Protagonisti sono gli ammalati, gli emigrati, gli oppressi, i diversi – racconta Anna Barbera, direttrice artistica del Progetto Amazzone – perché l’attraversamento del territorio oscuro della propria vita va fatto in stato di fuga. Questo è il trait d’union tra il sapere scientifico e il sapere umanistico». Quest’anno l’intero progetto toccherà tre luoghi diversi: oltre la sede del Centro in via dello Spirito Santo al Capo, anche il Palazzo Monte dei Pegni nella sede della Banca Carige e il Museo archeologico Antonio Salinas in via dell’Olivella. «Mi piace chiamare questo evento come il progetto della resistenza -sottolinea Lina Prosa, drammaturga e direttrice artistica del Progetto Amazzone – perché è la prima senza contributo pubblico, ma ricevendo il supporto di alcuni sponsor privati e partner tra cui persino il Consiglio d’ Europa».

Alla presentazione hanno preso parte l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano, la direttrice del Museo Salinas Francesca Spadafora, l’oncologo e responsabile scientifico del Centro Amazzone Biagio Agostara, il comandante della polizia municipale Gabriele Marchese, un rappresentante della Banca Carige e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Il Progetto Amazzone – dichiara Orlando – si appresta a fare incontrare a Palermo la cultura artistica, del benessere e della prevenzione. Siamo orgogliosi che con l’impegno di tutta la giunta abbiamo messo a disposizione del Centro la sede di via dello Spirito Santo. Bisogna dare atto del loro impegno profuso per 24 anni». La prevenzione e la lotta contro il cancro passa anche dalla voglia di vivere, di credere in qualcosa e anche di amare. Che è poi il motivo che ha spinto Lina Prosa a riscrivere Le supplìci di Eschilo e che inaugurerà la prima sera, il 24 ottobre alle 20,30 al Centro Amazzone.

Il 25 ottobre sarà presentato il progetto Dona una parola: 50 donne insieme parleranno di famiglia, di diritti umani, di politica per dire la loro sui temi d’attualità. Hanno già aderito l’attrice Maria Grazia Cucinotta, la scrittrice Giuseppina Torregrossa, la scienziata Anna Grassellino e la pallanuotista Giusi Malato. «Avremo anche la parte scientifica – continua Lina Prosa – che affronta il tema di maternità e cancro con il premio Luigi Castagnetta a Lucia Del Mastro dell’istituto tumori di Genova. La dottoressa insieme ad altri colleghi dialogherà con quattro pazienti, non sarà insomma la classica tavola rotonda». 

La chemioterapia può causare come effetto collaterale la perdita o la riduzione della fertilità e che colpisce gli organi più attivi come le ovaie. La dottoressa Del Mastro dal 2000 ha incentrato i suoi studi, confrontandosi con altri centri italiani, sulle donne e la possibilità di rimanere incinta anche in una fase successiva alla chemioterapia. I risultati, raccolti su Jama, sono arrivati dopo undici anni. Le donne che attraverso un’iniezione intramuscolare hanno assunto un farmaco – adesso diffuso in Italia e a carico del Sistema Sanitario Nazionale – avevano avuto una riduzione della menopausa del 10 per cento rispetto al 25 per cento di donne che non avevano assunto il farmaco. Quindi non solo spettacolo ma anche studi, ricerca e approfondimento sulle tematiche legate alla malattia . 

«Abbiamo sempre pensato – conclude Lina Prosa – che la malattia non vada vissuta in modo isolata ma per strada, in teatro, al cinema e laddove passa tutta l’esperienza umana. Anche i ricchi o quelli che si credono sani possono essere chiamati a attraversare un terreno spinoso. La malattia non è un ostacolo a volte serve ad analizzare chi siamo veramente e soprattutto a guardarci dentro e spesso lo dimentichiamo. Se il dolore ha una visione si supera altrimenti si trasforma in disperazione». Il progetto si concluderà il 28 ottobre con due appuntamenti. Il primo appuntamento Fuori confine/Palcoscenico multiculturale a cura delle giornaliste Claudia Brunetto e Marta Occhipinti. Le comunità tamil, bengalese e capoverdiana, che vivono da diversi anni a Palermo, attraverso, musica e danza racconteranno le loro tradizioni attraverso le diverse generazioni. Infine al Teatro Garibaldi, attualmente sede della biennale d’arte contemporanea, Manifesta12 sarà proiettato il video Teatrologia di Io (1992) da una rappresentazione clandestina con Massimo Vedastro e Carlos Valles, progetto di Barbera e Prosa. «Anche il Progetto Amazzone – sottolinea Andrea Cusimano, assessore comunale alla Cultura – racconta la storia comune e di una comunità portando avanti quello che chiamiamo sinergia culturale. Ripercorrendo luoghi passati, come il teatro Garibaldi, e luoghi nuovi da inserire in un progetto più ampio che lo leghi al benessere e alla salute».


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