Unipa, ritrovate tesi di laurea nel cestino della carta «L’archivio è informatizzato, quelli sono lavori vecchi»

Durante una passeggiata nei pressi di Lettere saltano subito all’occhio due contenitori della differenziata colmi delle tesi di laurea della sessione di giugno scorso. È quanto accaduto ad alcuni membri dell’associazione Progetto Universitario, che non hanno esitato a scattare un paio di foto e a pubblicarle sulla propria pagina Facebook. Ad accompagnarle una didascalia: «Ecco che fine fanno le tesi di laurea all’Università degli studi di Palermo».

Antonio Tripi, studente che si è imbattuto nell’infausto mucchio selvaggio, si fa portavoce della proposta dell’associazione, cioè quella di digitalizzare integralmente il sistema di archiviazione delle tesi. Specifica inoltre che la loro non vuole in nessun modo essere un’accusa, ma la «denuncia di un fatto». Da Unipa però giunge la smentita: «L’archivio delle tesi è ormai completamente informatizzato, e periodicamente le segreterie procedono alla dematerializzazione degli archivi».

Una risposta che non convince del tutto Antonio, che rilancia con ulteriori due domande. «Possono rientrare – dice – nel processo di dematerializzazione anche gli elaborati dell’ultima sessione? Ancora oggi molti dipartimenti richiedono due copie cartacee obbligatorie oltre al formato digitale. Occorre a nostro avviso giungere a una totale digitalizzazione».

Quanto denunciato però non entra in contraddizione con la versione ufficiale: gli elaborati in questione sono delle copie, quelle che i candidati portano con loro il giorno della discussione della tesi, una per il relatore e una per la commissione (possono arrivare a essere anche tre per le lauree magistrali).

«Questo comporta un onere economico tutto a carico del candidato – aggiunge lo studente – Inoltre è prassi che il o la candidata porti una copia in più per il presidente della commissione, da consegnare il giorno della proclamazione. Le altre copie insieme al formato digitale vengono poi consegnate in segreteria. Quello che noi proponiamo è di stampare una sola copia e consegnarla al presidente di commissione, che poi avrà l’onere di consegnarla alla biblioteca, che potrà riporla in un archivio consultabile».

Si potrebbe obiettare che gli elaborati finirebbero in ogni caso con l’accumularsi, e che prima o poi dovrebbe comunque trovarsi lo spazio necessario per riporre altro materiale. Il supporto informatico garantisce reperibilità, quindi perché non riciclare direttamente anche gli elaborati dell’ultima sessione, che del resto perdono la loro utilità nel momento in cui la discussione si conclude? L’archiviazione digitale, ormai, sembra essere una prassi in molti atenei italiani. 

Al momento, quindi, non sembrano esserci irregolarità, anche se i social già abbondano di commenti e riflessioni su «Palermo capitale della Cultura che però butta le tesi nel cestino». Forse, uno spunto per migliorare potrebbe essere quello di chiedersi se sia davvero necessario stampare tutte queste copie. E non sono forse anche i candidati, a volte, che ne stampano di extra?


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