Norman Zarcone, la Giornata del Merito slitta a novembre Il padre: «Da 8 anni caroselli d’omertà e pacche sulla spalla»

A otto anni dalla morte di Norman Zarcone, il dottorando in filosofia scomparso il 13 settembre 2010, la Giornata del Merito istituita dal Comune di Palermo slitta a novembre «a causa di motivi tecnico-organizzativi e della quasi concomitanza della visita del Papa a Palermo». Lo fa sapere il padre del ragazzo, Claudio Zarcone, che in tutti questi anni non si è mai risparmiato perché la memoria del figlio venisse coltivata. Ma non solo. «Ho scritto agli autorevoli, agli intellettuali, ma ho assistito a vergognosi caroselli d’omertà, se non di complicità – scrive -. Quante insopportabili pacche sulle spalle ho ricevuto, quanti assordanti silenzi a corredo. Letta, Renzi, Gentiloni, Carrozza, Giannini, Cancellieri, oggi Conte, Di Maio, Salvini, Bussetti, Fico, ministri e deputati vari, presidenti e commissari europei, governatori regionali e Papi».

Tutti colpevoli, a suo dire, di non aver voluto mai ascoltare la storia di suo figlio e della sua fine, sottraendosi così in un certo senso al dovere di ricordarne le battaglie. Come quella, tra tutte, che lo ha posto in contrasto delle baronie universitarie e dei meccanismi al quale alla fine ha deciso di voltare le spalle. «Solo silenzi da parte delle istituzioni e della stessa stampa: la morte non fa più notizia se non c’è dietro un fatto scabroso, contorsioni sentimentali, perversioni mentali o uno dei valori-cornice di questa società che non premia i talenti, sbeffeggia le ambizioni e insulta i sogni», dice ancora. A sentirlo parlare, Claudio Zarcone, sembra quasi di trovarsi davanti un moderno Don Chisciotte, che ha fatto proprie le lotte del figlio contro le ingiustizie. Quelle autorizzate, per così dire, da un sistema accademico che da sempre preferisce guardare alle raccomandazioni che ai meriti e ai sacrifici.

«A poche ore dalla morte di Norman, ho parlato di omicidio di Stato. Si è nei fatti assassinato un ragazzo brillante, giornalista, musicista, filosofo, che d’estate faceva il bagnino in un circolo nautico “per apprendere l’etica del lavoro”, sono parole di Norman. Altro che ‘choosy’, ‘bamboccione’ o ‘sfigato’ – continua il padre -. Ed ecco perché avevo pure presentato un esposto in Procura contro l’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero, che aveva offeso gratuitamente la memoria di mio figlio e dei tanti Norman d’Italia». Sono passati otto anni, ma la rabbia del padre è immutata. O, forse, anche cresciuta a dispetto del nulla raccolto dal 2010 ad oggi da chi, rispetto a questa storia, potrebbe invertire la rotta e fare qualcosa di concreto per la memoria di questo ragazzo e per quello che la sua decisione finale ha rappresentato allora e rappresenta, più che mai, ancora oggi.

«Egregio ministro, politico all’auge, collega giornalista, Magnifico, Vostra Eccellenza – continua – riesce minimamente a immaginare quello che io provo pensando al corpo di mio figlio spiaccicato al suolo? Riesce minimamente a immaginare quello che io provo quotidianamente al pensiero di mio figlio che non è morto sul colpo (so anche questo, purtroppo)? Per questo grido, scrivo. Continuerò a gridare, a scrivere, affiancandomi all’anatema di Michele, il trentenne friulano morto suicida l’anno scorso: “Siete voi che fate i conti con me, non io con voi”. E siete voi che dovrete fare i conti con Norman, con tutti i Norman e i Michele d’Italia, per il cui destino l’accusa è di alto tradimento».

Malgrado lo slittamento a novembre per la consueta commemorazione, voluta dai famigliari e dal sindaco Orlando, che si tiene nella rotonda di Brancaccio intitolata al giovane, sono previste comunque delle iniziative. Il Circolo Trinacria e l’Istituto Platone, infatti, vogliono ricordare ugualmente Norman con un concerto che venerdì 14 settembre alle 21,30 vedrà sul palco del Trinacria l’esibizione della Norman Zarcone Rock Orchestra, composta dagli storici amici del ragazzo e da suo padre. «Perché Norman, nel corso della sua breve vita, ha lavorato sia come bagnino nel circolo dell’Addaura che come docente di Filosofia al Platone», spiega Claudio Zarcone. Ragioni per cui il circolo nautico chiuderà così la propria stagione balneare, mentre di contro la scuola sancirà l’inizio del nuovo anno scolastico.

«Ogni tanto, anche dopo anni, passava a trovarmi a scuola, chiacchieravamo del più e del meno, magari mi portava qualche testo da leggere e su cui successivamente discutere, ci prendevamo un caffè e fumavamo insieme una sigaretta», lo ricordava così nel 2014 Alessandro Chiolo, professore di Norman di filosofia e storia al liceo. «Era fatto per la ricerca – scriveva di lui -, una conoscenza spaventosa, una conoscenza che in poco tempo gli aveva permesso di superare le semplici conoscenze scolastiche, una conoscenza posseduta da una grande persona, umile, umana e gentile, simpatica e cordiale, proprio una bella persona per dirla in breve». Piange due volte per lui, prima alla laurea che lo consacra dottore in filosofia e poi al suo funerale, che ha lasciato un vuoto ancora oggi incolmabile. «Norman è stato e rimane il mio alunno prediletto, divenuto poi un caro amico».


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