Università, ultimi giorni per le borse di studio A Ct e Pa tre idonei su 10 non l’hanno ricevuta

Il conto allo rovescia è iniziato. Per migliaia di universitari siciliani questi sono gli ultimi giorni per presentare ai rispettivi Ersu le domande per le borse di studio. A Palermo la scadenza è fissata al 10 settembre, a Messina l’11, a Catania il 13. Una lotteria su cui puntano moltissimi studenti per proseguire il proprio percorso di studi, consapevoli però che negli atenei siciliani vedersi riconosciuto il proprio diritto non è scontato. L’anno scorso infatti in migliaia, pur essendo stati idonei a ricevere la borsa (quindi con i giusti requisiti di reddito e di merito), non ne hanno beneficiato per mancanza di fondi. Secondo i dati aggiornati al mese di agosto 2018, solo a Messina si è riusciti a garantire (per il terzo anno consecutivo) il cento per cento degli idonei, mentre a Palermo la copertura è stata del 75 per cento e a Catania del 72. «Nel 2017/18 – spiega Valerio Caltagirone, direttore generale dell’Ersu etneo – ci sono pervenute 8.500 domande e le borse assegnate sono state circa seimila. Siamo riusciti a scorrere la graduatoria sotto Ferragosto grazie ai fondi arrivati dal ministero». 

Si tratta dei 25 milioni di euro che il Miur ha destinato a giugno agli atenei siciliani, attingendo al Fis, il fondo statale per il finanziamento del diritto allo studio universitario. E che la Regione ha così ripartito: 11,29 milioni a Palermo; 9,3 milioni a Catania; 4 milioni a Messina e 946mila euro a Enna. Soldi arrivati nelle casse degli Ersu solo ad agosto e che hanno permesso di spingere la percentuale degli idonei assegnatari sopra l’asticella del 70 per cento. 

«Ma in realtà – attacca Giovanni Timpanaro, che coordina l’Unione degli universitari di Catania – la figura dell’idoneo non assegnatario per Costituzione non dovrebbe esistere. Se uno studente viene riconosciuto meritevole di un diritto, le istituzioni dovrebbero stanziare i fondi necessari a garantirlo. Ma così non è, ed è anche questo uno dei motivi per cui i nostri atenei perdono costantemente iscritti, cosa che si ripercuote negativamente anche sull’economia delle città dove hanno sede». 

I fondi destinati alle borse di studio vengono calcolati sommando il gettito della tassa regionale per il diritto allo studio, la quota del fondo integrativo statale assegnato alla Sicilia e l’eventuale quota del fondo sociale europeo destinata dalla Regione Siciliana. Al momento né il Miur né la Regione hanno stabilito le somme da destinare alle borse di studio. Per il 2018/2019 non ci sono certezze, se non quella che molto probabilmente la gran parte delle borse verrà erogata a estate 2019 inoltrata. Intanto dagli uffici dell’Ersu di Palermo lasciano trapelare un certo ottimismo, si conta infatti di arrivare a circa il 95 per cento di sussidi erogati.

Di certe, in compenso, ci sono le percentuali degli anni passati: se fino all’anno accademico 2012/2013, infatti, seppur a fatica si riusciva a coprire il 100 per cento delle borse richieste dagli studenti ritenuti idonei, non è stato così nel recente passato. L’annus horribilis è stato il 2016/2017, quando poco più del 56 per cento degli aventi diritto ha effettivamente avuto accesso alle borse.

Guardando invece ai posti letto messi a bando dagli Ersu siciliani, le cifre restano invariate: 732 a Palermo (a fronte di 39.726 iscritti nel 2016/17); 648 a Catania (con 43.346 iscritti); e 275 a Messina (22.762 iscritti). Ma in tutti e tre gli atenei vanno avanti progetti per ristrutturare alcuni edifici o acquisirne degli altri e così aumentare l’esigua disponibilità di letti già nel 2019/2020. «È una necessità ancora più forte a seguito dei nuovi accordi di internazionalizzazione con altri atenei», precisa il direttore generale dell’Ersu di Catania.

Ma se per accedere alle borse di studio è necessario essere in regola coi crediti formativi, ecco che lo sciopero dei docenti durante la sessione estiva di esami potrebbe compromettere le istanze di molti iscritti all’Unipa. Per questa ragione, su proposta dello stesso assessore regionale Roberto Lagalla, è stata prevista una deroga al 30 settembre per quegli studenti che potranno dimostrare di non aver conseguito i crediti per via dello sciopero. Naturalmente, entro quella data, gli allievi dovranno essersi messi in regola. Ma intanto le loro domande potranno essere accolte con riserva.


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