Progetto Ustica, la strage diventa un videogame «Per comprendere un tassello della nostra storia»

«Realizzo videogiochi da 30 anni e collaboro spesso con persone dall’età molto diversa dalla mia. Ragazzi di 20 e 30 anni, insomma, e ogni volta non ce n’è uno che conosca la strage di Ustica. Da ciò è nata la volontà di far sapere ciò che era successo». Ivan Venturi crea videogiochi da quando ha 17 anni. Bolognese di nascita, parla con piacere dell’approdo di Progetto Ustica su Steam, il portale internazionale di videogiochi, che avverrà mercoledì 29 agosto

Come si legge nella descrizione sull’omonimo sito, «Progetto Ustica è un serious game per la memoria che vuole mantenere vivo il ricordo di uno dei più tragici eventi della storia italiana recente. Si tratta di un’esperienza interattiva in prima persona ideata per PC/MAC e visori per realtà virtuale. Progetto Ustica ricrea gli eventi principali dei cinquanta minuti di volo del DC9 Itavia abbattuto sul Mar Tirreno alle 20:58 del 27 giugno 1980 e ha l’obiettivo di fare memoria, attirando anche chi non conosce i fatti storici di cui parla».

Il gioco era già scaricabile gratuitamente da anni direttamente dal sito omonimo. Ma l’approdo su Steam lo renderà accessibile a centinaia di milioni di utenti, dando a Progetto Ustica una visibilità ancora maggiore. «Attraverso la sua rete di distribuzione internazionale così capillare e il prezzo gratuito miriamo a farlo arrivare in tutta Europa – conferma Venturi -. È un piccolo gioco ma non è un gioco commerciale, non seguendo le logiche del mercato non ci importa quanto venderà (tanto è gratis), ciò che conta è quanto contribuisce a diffondere la memoria. Comprendere infatti il tassello di quello che è avvenuto sui cieli italiani nel 1980 significa comprendere la storia contemporanea».

Progetto Ustica pone il giocatore all’interno del DC9 poco dopo il decollo da un punto di vista soggettivo. Si può esplorare la cabina, interagire con l’ambiente e le persone e trovare oggetti che sbloccano nuove funzionalità. Assumendo più punti di vista: quello degli aerei militari coinvolti, ad esempio, o attraverso uno schermo radar che mostra l’affollamento del cielo in quei momenti, o ancora impersonando un solitario pescatore notturno che guarda verso l’alto. In ogni caso il gioco, come si precisa ancora nella descrizione che si trova sul sito, «non si propone né come una ricostruzione scientificamente accurata dei fatti, né come un gioco investigativo per scoprire la verità». Anche se la storia della strage di Ustica, che vide 81 vittime, Venturi mostra di conoscerla molto bene: «Ad abbattere il DC9 è stato un missile, come sostenuto da una dettagliata perizia del Politecnico di Torino, con tutti i passeggeri del volo che si sono ritrovati a loro insaputa in mezzo a una battaglia militare internazionale nei cieli italiani».

Ma qual è stato l’iter da seguire per un gioco certamente inusuale? «Quando ho iniziato il progetto mi sono subito messo in contatto con Daria Bonfietti, dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica  – dice l’autore di videogiochi -. I parenti sono molto chiusi e raccolti, ci hanno chiesto di non mettere i loro volti e li abbiamo perciò spersonalizzati: a livello di gameplay ciò ci ha impedito di mettere i dialoghi e raccontare le loro storie. Nella parte anteriore l’esplosione provocata dal missile ha letteralmente spellato la fusoliera dell’aereo. L’aereo si è spento in volo, tutti sono morti sul colpo in maniera violenta. Un fatto drammatico che è avvenuto in qualche secondo, noi nel finale l’abbiamo dilatato in dodici secondi. L’idea è che se il giocatore concede il proprio tempo per esplorare l’interno e l’esterno dell’aereo alla fine del gioco una scena così impattante crea un trauma emotivo. Ecco perché abbiamo scelto di inserire subito dopo le foto del relitto».

La vicenda della strage di Ustica – che fa discutere ancora oggi e con membri delle forze armate e dei governi passati che continuano a negare, a occultare o a minimizzare quello che è successo – è racchiusa in una impressionante mole documentale. In questo caso, dunque, oltre al game vero e proprio c’è stata anche un’accurata fase di studio. «Dopo aver definito le linee morali ci siamo concentrati su quelle giuridiche: ai tempi era in corso il giudizio di appello contro il Ministero della Difesa, che poi non è stato impugnato e dunque è diventato la sentenza definitiva. Il mio collega ha passato poi due mesi all’interno dell’Istituto Parri, che contiene l’enorme mole di documenti sulla strage di Ustica. E coincidenza vuole che la sede fosse a due passi dalla nostra. Noi abbiamo voluto fare una ricostruzione quanto più possibile accurata, ma di certo il nostro non è un lavoro ulteriore d’indagine». 

In sostanza, come conferma ancora Venturi, «abbiamo sposato giuridicamente l’ipotesi meno inverosimile». E per forza di cose venire a contatto con una storia ancora dai contorni non definiti lascia qualche riflessione a riguardo. «Con la recente legge del governo Renzi – osserva Venturi – gli atti devono essere desecretati, ma atto per atto da una commissione composta per metà da civili e per metà dalle persone che finora le hanno tenute segrete. Il grandissimo rischio è che se si riterrà che un atto debba rimanere segreto quell’atto potrà essere dimenticato: chi è che poi ne chiederebbe una successiva desecretazione, sapendo che è stato bocciato la prima volta? Ciò è pericolosissimo, e potrebbe avvenire anche per Ustica».

Il gioco si è avvalso poi della collaborazione di Carlo Lucarelli: bolognese anche lui, lo scrittore ha dedicato parte del suo lavoro proprio alla tragedia del 1980. «Con Carlo ho diretto il corso di videogame della Bottega Finzioni, da lui stesso fondata. Gli ho chiesto se aveva voglia di sostenere la campagna iniziale di raccolta fondi. Così, grazie anche al suo contributo, abbiamo ricevuto qualche migliaio di euro dai sostenitori, da un’azienda sull’Arno che ha fatto da sola una grande donazione. E poi tutto c’è tutto il nostro lavoro, fatto in maniera gratuita, e col supporto di tanti altri esponenti del mondo dei videogiochi».

Adesso Progetto Ustica attende solo di essere giocato. E la data scelta per il lancio non è casuale. Ha a che fare, seppure in maniera indiretta, con la band industrial-metal dei Rammstein. «Li ascoltavo l’altro giorno e pensavo che senza la strage di Ustica forse non sarebbe mai esistito il più famoso gruppo musicale tedesco. Loro infatti prendono il nome dall’incidente di Ramstein (che provocò 67 morti e 346 feriti … ndr), una vera e propria strage dovuta a una collisione in volo tra le frecce tricolori italiane durante un’esibizione. E a causare l’errore fu il tenente colonnello Ivo Nutarelli: pilota espertissimo che in quel caso fece un errore semplicissimo, e che guarda caso è lo stesso che segnalò il giorno della strage di Ustica un problema di sicurezza aerea lungo la rotta in cui viaggiava il DC9. Il 28 agosto sarà il trentennale della strage di Ramstein».


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