Rom, si lavora a soluzione per trasferimento in via Emma La richiesta dei residenti: «Area sia destinata a quartiere»

«L’assessore si è mostrato disponibile, ma ancora non siamo venuti a capo della vicenda. L’unica certezza è che non possono trasferire tutto il campo rom: quella villa deve essere destinata al quartiere». Il progetto di integrazione promosso dal Comune sembra infrangersi contro le resistenze dei residenti di via Felice Emma, contrari fin dall’inizio al trasferimento in blocco delle famiglie rom nel loro quartiere. Nonostante la delicata opera di mediazione dell’assessore alla Cittadinanza sociale Giuseppe Mattina che venerdì scorso ha incontrato una delegazione. Segno tangibile del processo di apertura avviato dall’amministrazione che si è rivelato, tuttavia, irto di ostacoli. A partire dal presidio di protesta da parte dei residenti fin dallo scorso 8 agosto che, con striscioni e slogan e persino una raccolta firme, hanno manifestato il proprio plateale dissenso nel quartiere Pagliarelli.

Tra le soluzioni allo studio del Comune, spunta ora quella di una suddivisione degli alloggi tra una famiglia palermitana inserita in graduatoria, e una assegnata ai rom. Mentre una porzione dell’area verrebbe messa a disposizione del quartiere. Ma rimane il nodo dell’occupazione abusiva delle ville confiscate alla mafia e destinate ai nomadi, da parte di sei famiglie senzacasa. Un ulteriore rompicapo per l’assessore che, in quadro così incerto, è sicuro al momento solo di un passaggio, «lo sgombero degli occupanti abusivi», che comunque richiederà tempo. «Durante la riunione sono state avanzate delle proposte da ambo le parti – racconta Giovanna Di Franco residente di Via Felice Emma, che ha preso parte all’incontro – Alla fine, siamo arrivati a un ‘quasi accordo’, e l’obiettivo è il rilancio di questa zona. Partendo proprio da questa via affinché diventi una risorsa per il quartiere. È giusto che da questo spazio abbandonato possano trarre beneficio il quartiere, dimenticato da tutti». 

I residenti lamentano numerosi disagi: dalla raccolta dei rifiuti a singhiozzo, a punti luce spesso al buio, fino ai collegamenti ridotti con la città. E chiedono maggiore attenzione ma l’accordo, quindi, può dirsi raggiunto? «C’è una proposta – prosegue Di Franco – ma se il Comune parla di inserimento non ci deve essere un’invasione, e non possono trasferire tutto il campo rom. Quella è una villa che deve essere destinata, così come auspicato dai residenti, al quartiere: per i bambini e gli anziani. Non c’è un asilo nido, manca un’area verde. Questa è l’idea che vogliamo si realizzi». Che venga accettata solo qualche famiglia? Anche questa ipotesi, nondimeno, appare poco plausibile ai residenti perché «i rom si vogliono spostare in gruppo. Suppongo troveremo un accordo che stia bene a tutti. Ma si deve arrivare un punto» aggiunge Di Franco. 

Nel frattempo, sul tavolo rimane da sciogliere il rebus degli occupanti abusivi. Un gesto condannato fermamente da Mattina e anche dal Sunia, il sindacato degli inquilini che, giustamente, ha ricordato come il trasferimento dei nomadi sia una decisione del tribunale, «un atto dovuto per garantire il diritto ad abitare a queste famiglie, e un segno di civiltà. Non riteniamo condivisibile questa occupazione afferma il segretario generale di Palermo Zaher Darwish – Purtroppo ci sono anche esponenti politici che su questa materia speculano aizzando povera gente contro altra povera gente. Riteniamo che il diritto di tutte le famiglie ad abitare debba esser garantito – conclude -, a partire delle persone che hanno deciso di scommettere sulla nostra città pur non essendo nati qui».


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Il percorso di integrazione promosso dal Comune sembra infrangersi contro le resistenze degli abitanti. Nonostante la delicata opera di mediazione dell’assessore che venerdì scorso ha incontrato una delegazione. Tra le ipotesi in campo, una suddivisione degli alloggi tra senzacasa in graduatoria e rom, ma rimane il nodo degli abusivi

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