Diversi gli episodi che hanno richiesto stamane l'intervento dei vigili del fuoco e della guardia forestale nel Palermitano. In un caso, un rogo ha danneggiato un'abitazione, probabilmente a causa di un corto circuito. Altri due focolai a Misilmeri, dove sono state lambite alcune abitazioni, e a Santa Cristina Gela
Castellana Sicula, incendio distrugge un casolare Altri roghi in provincia: «Causati da rifiuti bruciati»
Diversi gli interventi registrati nelle prime ore di stamane che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco e della guardia forestale per domare alcuni focolai nel Palermitano. Il primo, in ordine di tempo, si è verificato nella notte nel rione Frazzuccchi, a Castellana Sicula. Qui un incendio ha distrutto in parte la copertura in legno di un’abitazione rurale. A causa delle fiamme, inoltre, una bombola del gas è esplosa senza provocare feriti. Illeso il proprietario del casolare, un muratore di 51 anni. Tra le possibili cause del rogo, i pompieri, che hanno spento l’incendio, ipotizzano un corto circuito. Sul posto oltre ai vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza l’area, sono intervenuti anche i carabinieri.
Sempre stamane, un altro intervento si è reso necessario a Misilmeri, alle porte di Palermo, dove le fiamme si sono propagate in un’area privata, lambendo alcune villette. L’incendio è stato domato dai pompieri e non si registrano danni alle persone o cose. Un altro episodio, infine, si è verificato nella frazione di Pianetto, a poca distanza dal comune di Santa Cristina Gela. Qui, gli uomini della forestale hanno spento un focolaio provocato dal rogo di alcuni rifiuti abbandonati lungo la strada, principalmente copertoni e materassi dati alle fiamme. Un incendio questo, come tanti simili, di matrice dolosa.
«Partiamo dal principio che l’autocombustione non esiste – conferma Gaetano Guarino, funzionario superiore della forestale, – Noto che la maggior parte degli incendi quest’anno sono partiti da zone dove si accumulano rifiuti. Poi qualcuno si stanca e, in una giornata particolarmente calda, risolve il problema bruciandoli. È inevitabile che le fiamme si propaghino ai terreni limitrofi. Senza dimenticare i focolai innescati dai contadini che danno fuoco alle sterpaglie – conclude – Sono vietati ma nella zona dell’entroterra, in questo periodo dell’anno, è una pratica diffusissima».