È morta Rita Borsellino dopo una lunga malattia Una vita dedicata alla memoria del fratello Paolo

«Con grande dolore rendiamo noto che Rita Borsellino, presidente di questa associazione, è tornata alla casa del Padre. I componenti del Centro studi Paolo Borsellino abbracciano i figli e le nipoti». La notizia della morte di Rita Borsellino, comunicata pochi minuti fa, rende perfettamente la figura della sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992. Una donna normale, come amava definirsi, che si è spenta a 73 anni dopo una lunga malattia.

Per anni ha gestito la farmacia di famiglia alla Kalsa, ma dopo l’omicidio del fratello Paolo comincia a girare le scuole per raccontare la sua storia. Lo scorso mese non ha voluto mancare all’appuntamento col ricordo, in via D’Amelio. Ed era apparsa stanca, provata, sulla sedia a rotelle. Ma comunque combattiva. Aveva pronunciato un discorso che aveva commosso tanti.

«Qui c’è mia madre, la sua voglia di reagire, qui c’è la sua speranza, la sua forza. Quella che ci ha insegnato a crescere quando eravamo bambini. Quella che ci ha insegnato a diventare adulti. Quella che mi ha insegnato persino come si muore. Perchè nel momento in cui capì che stava per andarsene, cinque anni dopo la morte di Paolo, mi disse “ma lo capisci che sto andando da Paolo, che sono pronta”».

Dopo essersi impegnata nell’Arci e nell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, nel 2006 vince le primarie del centrosinistra e si candida presidente della Regione Siciliana, sfidando l’uscente Salvatore Cuffaro, in quel momento accusato di favoreggiamento a Cosa nostra (verrà poi condannato in via definitiva). Viene sconfitta, ma di una sconfitta che lei stessa definì «splendida». Perchè a votarla è oltre un milione di persone, con una candidatura davvero dal basso, sospinta dai giovani e dalla società civile e una campagna elettorale quartiere per quartiere. Non a caso risulta ancora oggi l’esponente di centrosinistra più votata nella storia in Sicilia. 

Ma la delusione di quel sogno arriva presto. Nel 2008 Cuffaro deve dimettersi, dopo la famosa foto dei cannoli a Palazzo d’Orleans. Rita Borsellino sembra la donna giusta da ricandidare alla guida del centrosinistra siciliano. E invece i palazzi romani decidono di puntare su Anna Finocchiaro, proponendo a Borsellino la presidenza dell’Ars. Un tandem male assortito che infatti non raccoglie più la preferenza degli elettori. Cosa che invece avviene l’anno dopo, nel 2009, quando la sorella del magistrato ucciso da Cosa nostra approda al parlamento europeo (lista Pd) con ben 230mila voti. Ed è ancora a lei che il centrosinistra nazionale pensa, nel 2012, come possibile “sindachessa” di Palermo, la sua città. Con l’appoggio anche di Leoluca Orlando, il più sembra fatto. Ma a sconfiggerla questa volta è Fabrizio Ferrandelli.

Negli ultimi anni le sue condizioni di salute peggiorano, ma Rita Borsellino prosegue in maniera indefessa il suo impegno per la memoria del fratello Paolo: incontri, convegni, soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado. A febbraio perde il marito, Renato Fiore. Lascia tre figli: Claudio, Cecilia e Marta.


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