Orlando contro l’Europa: «Italia lasciata sola da amici di Salvini»

«La mancata attuazione da parte dell’Unione Europea, delle sue istituzioni e dei loro rappresentanti, di modalità legali di accesso al territorio europeo per presentare una richiesta di protezione internazionale; i respingimenti di fatto delegati alle polizie dei paesi di transito, frutto dei processi di esternalizzazione dei controlli di frontiera e degli accordi con paesi terzi; tutto ciò impedisce il fondamentale diritto sancito dall’art. 13 della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, la libertà di emigrazione, e nega l’effettivo esercizio del diritto di asilo, configurando palesi violazioni della Convenzione di Ginevra, degli articoli 18 e 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, delle Direttive n. 32 e 33 del 2013 in materia di Protezione internazionale, non da ultimo dell’art. 10 della Costituzione italiana». È questo uno dei punti salienti della denuncia che Leoluca Orlando ha presentato a dicembre dello scorso anno alla Corte penale internazionale, al Parlamento europeo e alla Procura nazionale antimafia contro i comportamenti tenuti dalla UE nella gestione delle politiche migratorie e di accoglienza. «Su una cosa posso essere d’accordo con Matteo Salvini e cioè sul fatto che l’Italia è stata lasciata sola in questi anni a svolgere quella funzione che tutta l’Unione Europea avrebbe dovuto svolgere non soltanto per etica ma anche per adempiere a quanto previsto dai propri documenti costitutivi. Quello che però Matteo Salvini omette volutamente di dire è che l’Europa che ha lasciato sola l’Italia è l’Europa dei suoi amici, l’Europa del premier ungherese Orbàn, l’Europa del Quartetto di Visegrad, l’Europa che ha empatia e legami con la destra più violenta ed estrema e che oggi Matteo Salvini indica come modello. Da oggi, da qualche ora, grazie al comportamento e alle dichiarazioni irresponsabili del nuovo Governo, L’Italia ha perso credibilità internazionale e uno dei pochi primati che poteva vantare, quello di essere il paese dell’accoglienza umanitaria e del rispetto delle leggi internazionali».


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