Pari casalingo mal digerito da Zamparini A Cittadella ultima chance per Tedino?

Come reagirà Zamparini al cospetto del secondo mezzo passo falso casalingo consecutivo? Domanda inevitabile anche in virtù delle aspettative del patron alimentate dalla visita di ieri al Tenente Onorato per spronare la squadra alla vigilia dell’importante sfida interna con la Cremonese. Ecco la risposta: il numero uno del club di viale del Fante non è affatto contento della prova fornita dai rosanero e avrebbe preso seriamente in considerazione l’ipotesi di cambiare allenatore. Stellone, De Biasi e Reja, al quale Zamparini vorrebbe proporre, in prospettiva, il ruolo di direttore tecnico (in qualità di supervisore al fianco di un altro allenatore) rifiutato nel recente passato dall’ex timoniere di Napoli e Lazio. Sono questi i nomi, circolati nel post-partita, relativi ai possibili sostituti di Tedino. Che, nonostante la delusione e la rabbia di Zamparini, dovrebbe essere regolarmente in panchina martedì sera nel match in trasferta contro il Cittadella. Gara dal sapore di ultima spiaggia per l’ex allenatore del Pordenone, ‘graziato’ dal patron in questo momento solo perché, con una partita da giocare tra soli tre giorni, non ci sono i margini temporali per un avvicendamento.

Ma Zamparini sta esaurendo i bonus di fiducia nei confronti del tecnico. Lo stesso tecnico che, curiosamente, l’imprenditore friulano fino a ieri aveva protetto dando precise garanzie sulla sua posizione pur sottolineandone (in prospettiva serie A) la mancanza di esperienza e lo status di esordiente nella massima categoria. E’ il deludente 1-1 maturato al Barbera contro la Cremonese a rendere meno solida la panchina di Tedino, inchiodato da un’altra prestazione negativa di una squadra ormai abbonata al festival delle occasioni sprecate. Dopo il pari interno con il Pescara, i rosanero hanno avuto un’altra possibilità per sfruttare il fattore campo e dare slancio al proprio percorso orientato verso la serie A e invece hanno sprecato un’ottima chance per consolidare il secondo posto in classifica considerando che, Empoli a parte, le dirette concorrenti hanno pareggiato. La squadra, peraltro, ha confermato le proprie lacune fornendo una prova accesa solo da qualche lampo ma caratterizzata – e non è una novità – da una qualità modesta della manovra e un basso indice di pericolosità complice il momento negativo del capitano Nestorovski, nel vivo del gioco e più inserito oggi nel contesto della gara rispetto a sette giorni fa ma mai pericoloso dalle parti dell’ex di turno Ujkani.

Non è un caso che, contro una Cremonese combattiva e stimolata dalla voglia di uscire dal tunnel della crisi, i giocatori più insidiosi siano stati i centrocampisti. In particolare Gnahoré, minaccioso soprattutto nel primo tempo con una conclusione a giro e un rasoterra dal limite dell’area finito di poco a lato. L’aspetto più preoccupante, in questo momento, è l’incapacità della squadra di invertire la tendenza di un processo involutivo che coinvolge diversi aspetti. Anche quello della brillantezza sul piano fisico. Il Palermo, obiettivamente, non ha quasi mai incantato dal punto di vista dell’estetica e della linearità del gioco. Ha vinto molte partite imponendo la propria fisicità e incanalando le gare sui binari più congeniali facendo leva su un episodio favorevole ma queste virtù non hanno mai oscurato i difetti del collettivo. Limiti strutturali, come i deficit di attenzione in fase difensiva pagati oggi con l’1-1 di Scamacca, tra i quali la Coronado-dipendenza.

Il brasiliano, che oggi ha segnato (con un tap-in di testa dopo la respinta di Ujkani su un tiro di Rispoli) il suo ottavo gol in campionato (il quinto nelle ultime tre gare disputate al Barbera), ha dimostrato ancora una volta di essere l’unico in grado di fare giocate determinanti. Di uscire il coniglio dal cilindro e cambiare lo spartito di una squadra che, non avendo un gioco collaudato, inevitabilmente deve affidarsi agli acuti dei singoli. Colpa anche di Tedino che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha mostrato più di una defaillance: nelle scelte relative alla formazione iniziale (perché non dare continuità ad un attaccante in forma come La Gumina?), nella gestione dei cambi (perché ignorare Moreo, centravanti di ruolo, e spostare in attacco il difensore Struna nel finale come mossa della disperazione?) e nella lettura delle partite. Sbavature che, a prescindere dalle mosse effettuate nella gara odierna, Zamparini ha notato e che potrebbero compromettere la permanenza del tecnico friulano sulla panchina rosanero. 


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