Mezzojuso, nasce un comitato per chiedere danni a Giletti Sindaco: «Stiamo con le sorelle Napoli, altro che mafiosi»

Una mandria di bovini inselvatichiti, lanciati a distruggere grano e frumento dell’azienda di tre sorelle che, dopo la morte del padre, hanno deciso di proseguire la gestione dell’azienda agricola di famiglia. Irene, Anna e Ina Napoli coltivano 90 ettari di terra nel Corleonese, feudi dell’entroterra siciliano che fanno ancora gola ai boss di Cosa nostra. Da anni ormai le tre sorelle Napoli combattono una guerra non solo contro i clan locali ma anche contro quel pezzo di Stato che non riesce a dare loro giustizia. Nonostante la disperazione causata dalle continue minacce e soprattutto i mancati guadagni, le tre donne però non mollano la presa. «Non ce ne andremo, non venderemo mai», dicono. Da tre generazioni la famiglia Napoli coltiva fieno e grano nelle sue terre e alla morte del padre nel 2009 Irene, Ina e Anna hanno deciso di prendersi carico dell’attività di famiglia. Dal 2006 al 2014 si susseguono le minacce e i raid di bovini spinti dentro ai terreni. Non hanno avuto paura le donne che hanno denunciato tutto ed è qui che arriva la beffa, adesso nessuno vuole andare a lavorare nelle loro terre.

Quello delle tre sorelle di Mezzojuso si è trasformato in un caso nazionale, grazie anche al programma televisivo Non è l’Arena di La7, condotto da Massimo Giletti. Quello che è venuto fuori dal talk show non è però andato giù al sindaco di Mezzojuso, città natale delle sorelle Napoli. Nel corso della trasmissione, infatti, sarebbe stato affermato che Mezzojuso era il Comune in cui si sarebbero verificati i gravi fatti denunciati dalle sorelle Napoli. «Siamo stati tirati in causa da Massimo Giletti – dice a Meridionews il sindaco Salvatore Giardina -. Alle tre donne abbiamo già dato la nostra solidarietà e stiamo dando tutto quello che un Comune può dare alle vittime di atteggiamenti mafiosi». Il piccolo centro di cui è sindaco Giardina sarebbe estraneo alle vicende perché «l’azienda delle sorelle Napoli – continua il primo cittadino – si trova nel territorio del Comune di Corleone e gli sconfinamenti dei bovini sono avvenuti dal territorio di Godrano, Corleone e Campofelice di Fitalia e del demanio forestale».
Lo stesso Giardina ha chiamato a raccolta nel castello del paese i sindaci dei comuni di Godrano, Campofelice di Fitalia, Marineo, la commissione straordinaria di Corleone, il comandante del corpo forestale della Regione siciliana, i vertici dell’Asp, il prefetto di Palermo, i carabinieri e i rappresentanti dell’Istituto Zootecnico per la Sicilia di Godrano. «Mi sono fatto promotore dell’incontro – dice il sindaco – perché le sorelle Napoli sono mie compaesane e mi sembra giusto riunire tutti gli attori che dovevano adoperarsi all’eradicazione del bestiame. Voglio capire perché è ancora avvenuta e far in modo che venga deciso come vogliono risolvere il problema».

Nell’agosto del 2014 il Prefetto scrisse all’azienda foreste evidenziando la presenza di bovini inselvatichiti nei territori di pertinenza demaniale. A ottobre il Prefetto sollecitò di nuovo l’azienda foreste inviando un’altra nota. «Poi ci fu un incontro a Monreale nell’aprile 2016 – racconta Giardina -. Nel corso di quella riunione fu deciso d’intraprendere ogni intervento volto all’eradicazione dei bovini». Da quell’incontro venne fuori un piano. Nel maggio 2016 l’Asp scrisse ai sindaci dei comuni di Campofelice di Fitalia, Corleone, Godrano, Marineo e Monreale chiedendo loro di emanare un’ordinanza con la quale si autorizzava l’abbattimento di tutti i bovini avvistati nelle pertinenze del bosco di Ficuzza o nelle aree vicine. Nel luglio 2016 il comune di Godrano organizzò un incontro e il sindaco prese l’impegno di abbattere i capi inselvatichiti. «Siamo nel 2018 – precisa il primo cittadino di Mazzojuso – e gli animali sono ancora all’interno del demanio forestale e delle aziende che ricadono nel territorio di Godrano, Campofelice e Corleone».

Per il primo cittadino di Mezzojuso, gli abitanti sono stati ingiustamente attaccati da Giletti e dai suoi ospiti. «I miei cittadini sono stati attaccati con l’appellativo di mafiosi e di uomini omertosi – tuona il sindaco Giardina che ha già querelato gli autori della trasmissione -. È una cosa gravissima che non tollero». A Mezzojuso è sorto un comitato civico che conta più di mille aderenti e che chiederà i danni al programma televisivo condotto da Giletti.


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