Guadagna, giovane bengalese aggredito da palermitani «Era andato ad aprirgli il cancello, ora rischia un occhio»

Se l’è cavata con una lesione alla retina e uno zigomo fratturato il giovane originario del Bangladesh che è stato aggredito da alcuni ragazzi nel quartiere Guadagna, a Palermo, lo scorso venerdì sera. Danni piuttosto seri per il ragazzo, 18 anni appena compiuti, reo di avere aperto un cancello. La vicenda si è verificata attorno alle dieci di sera, quando dei ragazzi del luogo hanno scavalcato la recinzione del campo di calcetto del centro Arcobaleno 3P per giocare a pallone. «Le urla e i rumori della partita – racconta Anna Alonzo, che dirige il centro – a quell’ora, hanno disturbato i vicini. In molti si sono affacciati per chiedere ai giovani di andare via, ma loro, con grande faccia tosta, hanno risposto che non potevano, perché erano chiusi dentro».

Così il ragazzo, che vive da diverso tempo ospite del centro Arcobaleno 3P è sceso per andare ad aprire il cancello in modo che potessero uscire dal campetto e andare via. È in quel momento che si sarebbe consumata l’aggressione e la corsa in ospedale. «Dobbiamo fare ancora una visita oculistica, al Civico di fine settimana non abbiamo trovato nessun oculista – continua la missionaria laica – Ha rischiato di perdere un occhio». Una vita non facile quella del giovane bengalese, preso in carico dal centro – che si occupa degli ultimi della società ed è noto per il laboratorio sartoriale in cui sono impiegate delle ragazze nigeriane tolte dalla strada – che lo ha tolto a una famiglia che non era la sua e che lo faceva lavorare già in età giovanissima in un negozio di frutta e verdura. 

«Lo abbiamo accolto e lo abbiamo fatto studiare – continua Alonzo – Da poco abbiamo festeggiato i suoi 18 anni, è un ragazzo splendido». Mentre parla la voce della responsabile di Arcobaleno 3P, sempre decisa, quasi trema. «Non riesco a spiegare il perché di un gesto simile. Forse perché ha un colore della pelle diverso? Il razzismo è ancora troppo presente nella nostra società». E la donna si ripropone anche di scoprire l’identità degli aggressori. «Il nostro campetto, come tutto il centro, è aperto a tutti, tutto il giorno. Nessuno li avrebbe mandati via se non fosse successo a quell’ora. Credo che fossero frustrati già da prima, ma questo non giustifica un’aggressione». Intanto il ragazzo si trova al centro Arcobaleno 3P, che continua a svolgere, con le sue battaglie giornaliere, la propria attività di presidio importantissimo per un quartiere difficile come la Guadagna.


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