Comune, approvate le tariffe della Tari per il 2018 Maratona in aula: quasi dieci ore di discussione

Ci sono volute quasi dieci ore di Consiglio ma alla fine le tariffe della Tari per il 2018 sono state approvate. Le imprese potranno beneficiare di una riduzione del quattro per cento, mentre poco o niente cambia per le famiglie. Un via libera arrivato in aula grazie anche al voto dei consiglieri del gruppo del Movimento 5 Stelle, che hanno sopperito alla mancanza, ancora una volta di molti membri della maggioranza, che annoverava solo 16 presenti tra i banchi. Un voto, tuttavia, che per i pentastellati suona come una pungolatura nei confronti del sindaco e dei suoi. «Il nostro voto favorevole alla delibera – dice Antonino Randazzo – è nell’interesse dei cittadini e contemporaneamente rappresenta un atto di sfida all’Amministrazione comunale che dovrà, entro luglio, trovare gli strumenti per salvare la propria partecipata, tagliando gli sprechi e migliorando la qualità dei servizi».

Secondo il grillino, infatti, «dalla lunga discussione in aula è emerso con chiarezza che l’amministrazione ha di fatto messo in mora la Rap. Il Movimento 5 Stelle sarà vigile e farà tutto ciò che è nelle proprie possibilità per rendere Palermo una città normale e pulita» conclude Randazzo. Di diverso avviso la maggioranza, che esprime soddisfazione. «Il taglio per le imprese è stato possibile grazie alla lotta all’evasione fiscale – dice il neo capogruppo di Palermo 2022 Tony Sala – che ha permesso di recuperare circa due milioni di euro. Altro elemento importante è la sostanziale revisione dei costi del servizio, grazie agli input dell’amministrazione che ha fissato un obiettivo di efficienza per l’azienda partecipata». 

«Stabilendo l’obiettivo della riduzione del cinque per cento dei costi di gestione – prosegue Sala – l’amministrazione intende condividere e risolvere i problemi insieme all’azienda. Un’azione necessaria, e spero compresa, per il bene della società. Un processo virtuoso per mantenere pubblico il servizio di nettezza urbana di Palermo. Il codice degli appalti, all’articolo 192 sugli affidamenti in house, infatti, stabilisce criteri di congruità economica. Quindi, per continuare il percorso intrapreso nel 2012 dobbiamo dimostrare fin d’ora la convenienza del servizio in vista del 2019. Ritengo che non bisogna essere preoccupati, siamo ancora all’inizio dell’anno. Possiamo monitorare l’obiettivo fissato e, se dovessimo spostarci molto da quell’obiettivo, attivare i dovuti correttivi per non assistere ad un nuovo fallimento». Plauso anche da altri due capigruppo di maggioranza: Dario Chinnici (Pd) e Gianluca Inzerillo (Sicilia Futura), che parlano, in riferimento alla riduzione per le aziende, di «un segnale di attenzione positivo che l’amministrazione comunale ha voluto dare alle attività produttive della città che meritano tutta l’attenzione da parte della politica in quanto cuore pulsante dell’economia cittadina».

Cautela, rispetto soprattutto alle difficoltà in cui naviga la Rap, quella espressa da Paolo Caracausi, del Mov139, presidente della terza commissione. «Stamattina  – dice – ho inoltrato una nota all’azienda e agli uffici interessati chiedendo di farci pervenire mensilmente un report sulle iniziative ed i risultati conseguiti per raggiungere gli obiettivi fissati. Non vogliamo che Rap faccia la fine di Amia e per questo vigileremo affinché eventuali sprechi vengano eliminati e venga migliorato un servizio che ancora oggi viene percepito non adeguato ad una città oggi capitale della cultura». I consiglieri di Sinistra Comune guardano anche agli altri obiettivi centrati: «I due Ordini del Giorno da noi proposti e approvati dall’aula puntano all’incentivazione della raccolta differenziata, alla promozione di pratiche di compostaggio e riutilizzo dei prodotti e alla drastica riduzione della percentuale dei rifiuti conferiti in discarica. Occorre che Rap investa sempre di più sul riuso e sulla raccolta differenziata al fine di continuare a ridurre il costo del servizio».

Ma la nota dolente resta sempre la mancanza dei numeri alla maggioranza per potere essere realmente tale. «Dispiace soltanto constatare – continuano Catania e colleghi – che una parte della maggioranza non abbia colto l’importanza e il valore sociale di un’altra proposta da noi formulata e bocciata: un Odg che commisurava la tassa sui rifiuti all’ Indicatore della Situazione economica equivalente. È stata una occasione persa: calibrare la tassa sui rifiuti al modello Isee avrebbe comportato grandi benefici per le classi sociali svantaggiate».

Il presidente di Confesercenti Palermo, Mario Attinasi, si dice soddisfatto a metà. «La riduzione della pressione fiscale è sempre una buona notizia per le imprese: per quanto contenuto – afferma – un taglio del 4 per cento allevia l’enorme carico che grava sulle aziende. Ma i commercianti palermitani non possono certo dirsi soddisfatti: il livello qualitativo del servizio offerto dalla Rap lascia ancora molto a desiderare. Da tempo, ad esempio, chiediamo il doppio turno di spazzamento sugli itinerari turistici. L’amministrazione comunale si attivi e accolga le nostre istanze mettendo a buon frutto le risorse finanziarie che ogni anno i palermitani mettono a disposizione».


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