I rosanero si riscoprono vincenti e convincenti Vittoria col Frosinone all’insegna del bel gioco

Questione di peso. Tutte le vittorie, è chiaro, valgono tre punti ma per l’importanza della posta in palio ci sono affermazioni che, di fatto, valgono il doppio. E il successo per 1-0 con cui il Palermo si è imposto sul Frosinone al Barbera nel big-match della trentesima giornata rientra in questa categoria. Alla quale appartengono le vittorie speciali. Con un peso specifico diverso dalle altre per la caratura dell’avversario di turno e per le prospettive di classifica. Avere battuto il Frosinone, al di là del sorpasso ai danni del Cittadella al terzo posto, significa per i rosanero avere vinto uno scontro diretto (ed avere acquisito una potenziale posizione di vantaggio nei confronti dei ciociari in virtù del pareggio maturato all’andata), avere dimezzato lo svantaggio iniziale di sei punti dalla formazione laziale che occupa la vetta e, con una gara ancora da recuperare, avere dato un nuovo segnale di forza alle squadre che in questo momento frequentano i quartieri nobili della classifica.

«Per la promozione diretta ci siamo anche noi»: ecco il messaggio scritto dagli uomini di Tedino nella cartolina da allegare alla vittoria contro la compagine di Moreno Longo. Il Palermo, che ha dato continuità al successo interno contro l’Ascoli, ha dimostrato di avere superato il periodo di flessione senza alcun contraccolpo riconducibile alla mancata disputa del match con il Parma ed è ancora in tempo per prenotare i primi due posti che valgono il salto di categoria bypassando la lotteria dei playoff. La promozione diretta è di nuovo alla portata. Traguardo raggiungibile con vittorie pesanti come quella di ieri. Pesante come il gol di Gnahoré realizzato all’alba del secondo tempo, quarta rete in campionato per il centrocampista franco-ivoriano che con il diagonale vincente propiziato da un assist di La Gumina ha suggellato un’ottima prestazione condita da sostanza, ritmo e grande intensità.

Non è stato l’unico acuto del Palermo. Il gol del numero 13 va contestualizzato nell’ambito di una partita (ricca di emozioni e questo non è un dettaglio di scarso rilievo considerando che tra due squadre di pari livello spesso vengono fuori gare tatticamente bloccate) in cui i padroni di casa hanno compiuto un passo avanti rispetto alle precedenti uscite, soprattutto casalinghe. Il valore aggiunto del Palermo che ha battuto il Frosinone è stato il gioco, la qualità di una manovra che molte volte in questo campionato gli uomini di Tedino non sono riusciti ad esprimere avendo dato priorità ad altri aspetti o caratteristiche come la fisicità o l’essenzialità sacrificando l’estetica. La squadra che si è aggiudicata lo scontro diretto con i ciociari, preceduto da un minuto di raccoglimento in memoria del capitano della Fiorentina Davide Astori, ha vinto ma anche convinto. Tutti promossi. Da Pomini, protagonista nel primo tempo di una serie di interventi determinanti fino agli attaccanti Nestorovski e La Gumina, imprecisi in fase realizzativa (da segnalare il palo colpito nella prima frazione di gioco dal bomber macedone al culmine di un’azione in velocità che si è sviluppata sull’asse Gnahoré-Rispoli) ma da apprezzare per la loro generosità e disponibilità al sacrificio.

Ed è impossibile non sottolineare i meriti dei centrocampisti Jajalo (impeccabile come schermo davanti alla difesa) e Coronado, ago della bilancia rosanero. Il giocatore in grado con i suoi spunti di dare verve al fronte offensivo e che ieri, agendo nella linea mediana, ha consentito al Palermo di esercitare una costante superiorità numerica in mezzo al campo nei confronti di un avversario schierato con due soli interni nell’ambito di un 3-4-1-2. Modulo costruito intorno ad individualità di spicco, soprattutto in attacco, capaci con una sola giocata di spostare gli equilibri di una partita. Ciano, Dionisi e Daniel Ciofani, però, non hanno lasciato il segno e, complice l’atteggiamento di un collettivo che ha tenuto il baricentro piuttosto basso nell’arco dei 90 minuti, la loro onda d’urto è stata neutralizzata dai padroni di casa. Da un Palermo compatto, bravo a mantenere le giuste distanze tra i reparti. Trascinato, inoltre, da un vento di positività alimentato dal pubblico. Erano poco più di 15 mila gli spettatori al Barbera (superato il precedente record stagionale di presenze registrato in occasione della gara con il Foggia) e si sono fatti sentire. Osservando sia il contenuto (i valori tecnici delle due squadre) sia la cornice (la folla sugli spalti) del quadro si è avuta la percezione di una partita di serie A. Posticipo nel menù del sabato dedicato alla B ma ‘anticipo’ degno della massima serie.


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