Cannabis terapeutica, a Palermo è ancora emergenza «Lunghe liste d’attesa, rifornimenti tra dieci giorni»

«Ho terminato le scorte dieci giorni fa e per i nuovi rifornimenti si prospettano da quattro a sei settimane di attesa. Intanto in lista d’attesa ho circa 70 persone. Nonostante i tentativi del ministero di correre ai ripari, dopo lo stop di fine anno siamo ancora in emergenza». A Palermo, come nel resto d’Italia, le riserve di cannabis terapeutica prodotta dallo Stato e importata legalmente dall’Olanda sono agli sgoccioli. Le scorte olandesi, infatti, dovrebbero arrivare tra una decina di giorni ma al momento non è chiaro se la quantità sarà sufficiente per coprire la richiesta. E i nuovi rifornimenti previsti dal Canada non arriveranno prima della fine di marzo. Intanto, sono centinaia i pazienti in lista d’attesa, non sono nel Palermitano ma in tutta la Sicilia, in sofferenza e che in alcuni casi hanno dovuto sospendere il trattamento per patologie come il parkinson, la fibromialgia e l’epilessia farmaco resistente. Un allarme esploso lo scorso anno e che ancora non sembra essere rientrato, nonostante il bando per l’importazione di 100 chilogrammi di cannabis medica dal Canada, come racconta Cristina Amodeo, titolare della omonima farmacia palermitana.

«Ogni anno il ministero prevede il quantitativo necessario da destinare alle singole patologie a livello nazionale – ricostruisce -, ma verso ottobre-novembre è terminata la quota di cannabis olandese importata in Italia». L’anno scorso, infatti, qualcosa non è andato per il verso giusto: il valore è stato sottostimato, forse perché nessuno immaginava una tale boom di richieste. «Nel 2017 ho ordinato un chilo e 200 grammi di cannabis, per quest’anno penso ne servirà almeno il doppio – conferma – Da gennaio sono riprese le importazioni dall’Olanda, ma con liste d’attesa incredibili non è stato possibile supplire a tutti gli ordini e sono state fornite quantità minime. A me, per esempio, che ne avevo ordinati 700 grammi, ne sono stati consegnati solo 250 grammi, praticamente un terzo di quanto richiesto ed è finita in 5 giorni. Abbiamo aiutato circa 50 pazienti, in attesa da novembre, ma in lista ce ne sono altri 70. Senza contare che ci sono altre due farmacie che hanno lunghissime liste non solo a Palermo ma in tutta la Sicilia».

Nel frattempo, a fine novembre, per cercare di correre ai ripari, anche alla luce delle proteste di tutti i comitati dei pazienti dei malati, il ministero della Difesa ha disposto un bando per la fornitura di 100 chili di cannabis – con caratteristiche simili a quella olandese – vinto a fine gennaio dall’azienda canadese Aurora. «L’unico problema è che ancora non è arrivata e sui tempi non c’è alcun riferimento certo – prosegue – Io ho fatto l’ordine la settimana scorsa, e mi hanno comunicato dai 30 ai 45 giorni di attesa, e di quella prodotta in Italia dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ancora non è arrivato nulla. Il ministero cercava di tappare i buchi, ma al momento non è servito a molto». 

E c’è chi, pur di non interrompere il trattamento, si rivolge ad altri canali, con tutti i rischi del caso. «Chi compra la cannabis da fonti non ufficiali non può sapere con certezza quali sostanze contenga – sottolinea – Si tratta si un processo di produzione non standardizzato, si ignorano i metodi di coltivazione e c’è il rischio di contaminazione da altre sostanze, come i pesticidi. E anche in questo caso, a meno di fumarla o vaporizzarla, non è detto si presti a tutte le terapie. Però capisco che rimanere per tre mesi senza in presenza di patologie gravi come l’alzheimer, la sindrome di Tourette o per il dolore cronico in generale, non sia semplice». 

Sfortunatamente, la difficile reperibilità del principio attivo è solo uno dei nodi che ruota attorno a questa sostanza, come quello legato alla rimborsabilità a carico del sistema sanitario nazionale, soprattutto alla luce del nuovo decreto fiscale sulla cannabis approvato lo scorso dicembre. Temi – tra cui anche l’inserimento della fibromialgia nei Lea – che saranno al centro dell’incontro previsto domani con il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, alle 16 nella sede Cambiamenti, in via Libertà 64/A. «Con questa nuova normativa, le regioni non possono più legiferare singolarmente ma sono obbligate a uniformarsi – ha concluso Cristina – Purtroppo la Sicilia è tra quelle che ancora non si è allineata e domani cercheremo di capire quali sono gli ostacoli e perché siamo rimasti indietro».


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Nel capoluogo siciliano le riserve del principio attivo prodotto dallo Stato e importato legalmente dall’Olanda sono agli sgoccioli. Le scorte olandesi, infatti, dovrebbero arrivare tra una decina di giorni ma al momento non è chiaro se la quantità sarà sufficiente per coprire la richiesta. E i nuovi rifornimenti previsti dal Canada non arriveranno prima della fine di marzo

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