Pestaggio Ursino, chi sono i due fermati di ieri Tra centri sociali, lotte per la casa e solidarietà

Di loro due, Gianmarco Codraro e Carlo Mancuso, due dei presunti autori dell’aggressione al militante di estrema destra Massimo Ursino, fermati ieri sera, restano le tracce sui social. Spicca, in entrambe le bacheche virtuali, l’appello a prendere parte alla manifestazione antifascista prevista per sabato pomeriggio, organizzata in risposta al comizio del leader di Forza Nuova Roberto Fiore che si terrà in città lo stesso giorno. Comizio per il quale quasi venti tra associazioni e realtà politiche hanno chiesto, appellandosi all’amministrazione comunale, alla prefettura e alla questura, di non concedere spazi pubblici e di aprire un’indagine ufficiale per i reati di apologia di fascismo e restaurazione del vecchio regime.

Codraro e Mancuso sono militanti dei centri sociali. Gravitano da anni attorno agli spazi occupati della città: Anomalia, che da cinque anni vive all’interno del quartiere Borgo Vecchio in uno spazio comunale; l’Ex Karcere, in via san Basilio (a metà tra Via Maqueda e via Roma, all’Olivella) in quella che era una scuola abbandonata; lo studentato Malarazza, vale a dire l’ex istituto per sordomuti in via Cavour, proprio a fianco della prefettura. Da ieri le bacheche FB degli attivisti e dei simpatizzanti sono un continuo appello: «Libertà per gli antifascisti. Carlo e Gianmarco liberi».

Carlo è un attivista per la questione abitativa in città mentre Gianmarco fa parte dello studentato occupato Malarazza ed è impegnato nella politica universitaria. Entrambi hanno già precedenti giudiziari. Mancuso è a processo, insieme ad altri 123 attivisti No Muos, per le manifestazioni contro la base militare americana di Niscemi. Mentre Codraro è stato arrestato nel 2015 per una manifestazione contro Casapound che si era tenuta a Cremona. Anche in quel caso era scattata la solidarietà in città, con parecchie scritte sui muri che chiedevano «Gianmarco libero». Codraro è stato poi assolto.

Entrambi, la sera dell’aggressione in via Dante, condividono a distanza di un paio di ore l’uno dall’altro la notizia del pestaggio e il video mandato ad alcune testate giornalistiche, compresa MeridioNews. Ma non mancano foto, post e richiami agli appuntamenti sociali e cittadini: l’ultimo, in ordine di tempo, è il corteo di due giorni fa che ha manifestato lungo le strade del centro storico in difesa dell’agricoltura siciliana. E a guardare bene, sono tanti i temi che affiorano, quelli difesi e rappresentati da entrambi: l’interesse per i senza casa e gli sgomberi attualmente all’ordine del giorno; l’antagonismo con le forze dell’ordine o, almeno, con quella frangia ritenuta violenta e incontrollabile; l’antipatia verso Lega e sodali, e ovviamente verso Forza Nuova e annessi.

Nel loro portale di riferimento infoaut il 20 febbraio viene riportata la notizia del pestaggio a Massimo Ursino, responsabile provinciale di Forza Nuova. «Qualche acciacco e molta lagna per un giovane fascista poco sintonizzato con una città che i fascisti non li vuole. Nei giorni precedenti la sezione palermitana del partito neofascista aveva lamentato un clima da anni di piombo. Questi fascisti usano lo stesso lessico delle forze cosiddette democratiche, quando non delle forze dell’ordine, quando si sentono in pericolo. Solita noia insomma, altro che ribellione e rivoluzione nazionale». Per poi immaginare i possibili sviluppi futuri, con una presa di posizione che non è una rivendicazione in senso stretto ma una riconferma del messaggio “se l’è cercata”

«In una vicenda che segnala una viva intransigenza allo sdoganamento istituzionale del fascismo immaginiamo già le candide voci di chi condannerà la barbarie del gesto – si legge ancora sul portale -. Alle anime belle che si impegneranno a deplorare quanto accaduto riabilitando nei fatti un gran pezzo di merda ricordiamo che i responsabili di Forza Nuova formano i propri militanti sui pestaggi agli immigrati. Dal canto nostro l’episodio di questa sera a Palermo ci sembra nulla più che una giusta contromisura alle fantasie di ogni razzista di poter fare e dire ogni cosa gli passi per la testa».

Intanto, diffusi i loro due nomi, sono in molti a prendere le distanze. E c’è anche chi va oltre, tra rabbia e insulti. Proprio quella che il legale che li rappresenta, l’avvocato Giorgio Bisagna, si augurava non scattasse. «Occhio che magari dentro becchi una sezione di camerati e ti tocca scappare nei protetti con i tuoi simili pedofili, violentatori, confidenti», scrive Manuel. Mentre Elisa chiede a Mancuso: «Chi sono i tuoi genitori? Perché non ti mandano a lavorare? Ti sei fumato il cervello a forza di stare nei centri sociali. Vergognati». Un altro invece ironizza e gli fa il verso, rifacendosi alla frase che si sente nel video diffuso la sera del pestaggio: «Sembra cercassero proprio te. E si trattata di agenti della polizia di Stato a quanto pare», è il commento di Andrea. 

Aggiornamento ore 13.29

 È stata fissata per domani, davanti al gip Roberto Riggio, l’udienza di convalida dei fermi di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, i due giovani che, insieme ad altri sei ragazzi, martedì sera, avrebbero legato con del nastro adesivo e picchiato Massimiliano Ursino, il segretario provinciale palermitano di Forza Nuova. Per entrambi, tutti e due esponenti del centro sociale Anomalia, l’accusa è di tentato omicidio. Il procuratore aggiunto che coordina l’inchiesta sull’aggressione, Ennio Petrigni, ha inviato gli atti al giudice questa mattina. Proseguono intanto le indagini per confermare le accuse a carico di altri 4 giovani, tra cui una ragazza che avrebbe ripreso col cellulare il pestaggio, che sono stati denunciati a piede libero. A differenza dei due fermati, i cui volti sono stati chiaramente ripresi da una videocamera della zona, a loro carico non ci sarebbero ancora elementi decisivi per il fermo. Le immagini li avrebbero immortalati insieme a Codraro e Mancuso e pur se a volto coperto nei loro confronti ci sarebbero però indizi rilevanti. La procura disporrà una perizia antropometrica per confermarne il ruolo nell’aggressione di Ursino. Sarebbero comunque anche loro appartenenti ai centri sociali e tutti noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici. In particolare la ragazza sarebbe stata già coinvolta in azioni violente. Nel video girato col cellulare si sente chiaramente la sua voce: una perizia fonica confermerà che è stata lei a filmare il pestaggio. Proseguono, invece, le ricerche degli altri due componenti del commando che ha picchiato Ursino che avrebbero fatto perdere le loro tracce.


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Gravitano da anni attorno agli spazi occupati della città: da Anomalia, nel quartiere Borgo Vecchio, all'Ex Karcere di via san Basilio e lo studentato Malarazza di via Cavour. Ed è da loro che adesso arriva a fiumi solidarietà a mezzo social: «Libertà per gli antifascisti». Ma non mancano anche condanne e indignazione

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