Villa Deliella, progetto per il restauro in alto mare «I politici qui non sono il motore dell’innovazione»

«Il progetto è ancora agli albori. Ma non siamo noi che dobbiamo trovare i fondi, ma Comune e Regione, che però sono fuori rotta, pensano solo agli spot elettorali». A parlare così duramente è l’architetto Danilo Maniscalco. Ma facciamo un passo indietro. Vi ricordate della bellissima villa in stile Liberty progettata da Ernesto Basile e costruita da Salvatore Rutelli nel 1905? Si chiamava Villa Deliella e sorgeva a piazza Crispi, esattamente in quel pezzetto di area da anni occupato da un parcheggio/autolavaggio. Il prezioso gioiello cittadino venne distrutto una notte del 1959, ennesima vittima del cosiddetto sacco di Palermo, compiuto dall’allora sindaco Salvo Lima e dall’assessore ai Lavori pubblici Vito Ciancimino, in combutta con la mafia. Esiste, però, un progetto per restituire a Palermo il suo antico gioiello. Nel novembre del 2015, infatti, l’architetto Maniscalco insieme alla collega Giulia Argiroffi avanza l’idea di ricostruire la villa, con l’appoggio di oltre cento prestigiose personalità, da Vittorio Sgarbi a Simonetta Agnello Hornby.

L’idea riscuote non solo un immediato clamore mediatico, ma conquista anche i consensi della giunta guidata dal sindaco Leoluca Orlando. Tuttavia, dal 2015 ad oggi l’interesse del Comune, a detta dei due architetti, sembra essersi fermato alle sole parole e ai complimenti di circostanza. «Non c’è alcuna sinergia – dice ancora Maniscalco – A questo punto speriamo nella nuova amministrazione per portare avanti un progetto che nasce esclusivamente per il bene e l’interesse di tutta la città». Attualmente il progetto sta attraversando una fase preliminare: «Stiamo mettendo insieme due gruppi – spiega anche Argiroffi – Uno si dovrà occupare di determinare regole e linee-guida, con l’obiettivo finale di indire un concorso di realizzazione aperto a tutti e l’altro si occuperà di comporre la giuria». Un primo step che i due esperti stanno affrontando avvalendosi dell’appoggio del professore Maurizio Carta, presidente della Scuola politecnica dell’Università di Palermo. I canali concreti per la realizzazione del progetto restano i fondi comunitari, i fondi privati oppure il crowdfunding.

Del resto il Comune, rappresentato dal vice sindaco Emilio Arcuri, che non aveva soldi da investire lo ha chiarito sin dal giorno della conferenza di presentazione nel 2015: «In pratica questa cosa la appoggiava intelletualmente – racconta ancora Argiroffi – Mentre il sindaco non ha mai nemmeno risposto alle mail che gli abbiamo inviato chiedendo un incontro». Più scettico e meno sorpreso è il collega, convinto che i politici amino presenziare solo in occasione di «passerelle politiche, poi quando c’è da lavorare non riescono a essere il motore dell’innovazione». Tuttavia, risale a circa sette mesi fa l’incontro fra i due promotori dell’iniziativa e l’assessore alla Pianificazione urbana e territoriale Giuseppe Gini, che si è mostrato disponibile ad ascoltare i dettagli di questa idea. «Non c’è nessuna preclusione – dice a MeridioNews l’assessore – Ovviamente bisogna portare a termine il progetto e vederlo nel suo insieme, perché una ricostruzione secondo me va anche sottoposta al parere della Sovrintendenza e non solo del Comune».

Gini, però, sottolinea come ancora sia troppo presto per discutere di soldi: «Si è parlato solo dell’idea ma non del progetto in sé. Ci sono molte cose ancora da chiarire: chi lo finanzierà? Quale sarà il ruolo della Regione? E il concorso chi lo bandisce? La villa sarà costruita pedissequamente com’era prima? I due architetti li ho visti una volta soltanto e poi non li ho più sentiti», ci tiene a precisare l’assessore, che continua a professarsi interessato, ma impossibilitato a spingersi oltre. «Non posso parlare del dopo, può certo essere bella l’idea, ma senza un progetto concreto è come parlare del nulla – conclude – Restano tante le cose che i due architetti devono mettere insieme per proporre una cosa concreta».

Ma Argiroffi e Maniscalco sembrano avere le idee già piuttosto chiare: «Il progetto prevede un margine di libertà, chiunque abbia interesse può partecipare e dare la propria versione della ricostruzione della villa – spiega l’architetta – L’importante è recuperare l’immagine della città attraverso un’operazione artistica, architettonica e morale di risarcimento civile». I due, in un certo senso, ambiscono per Palermo a un vero e proprio recupero dell’identità Liberty, necessario per puntare al riscatto della città. «Il progetto non è né mio né della mia collega, ma della città intera, a noi non entrerà un soldo da tutto questo – precisa ancora Maniscalco – Se il progetto andrà in porto sancirà il potere delle persone e delle idee e l’inefficienza assoluta di questi politici mediocri che non hanno capacità di governance né di pianificazione».

L’esperto infatti rimprovera all’amministrazione e ai suoi predecessori il fatto di non aver mai preso alcuna iniziativa per la rinascita del gioiello di piazza Crispi: «Questo primo step dovrebbe finire entro giugno. Ma il punto resta lo stesso: se non c’è gente adeguata a far pianificazione a tutti i livelli, questi fondi non si prendono e i progetti non si fanno e la città rimane arretrata a 40-50 anni fa. Noi però siamo ottimisti – conclude Maniscalco – Ci saranno una nuova giunta e un nuovo sindaco, il che favorirà il processo di cambiamento. Abbiamo bisogno di energie nuove, Orlando ha fatto il suo tempo ormai».


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