Prefettura, De Miro stila il consuntivo del 2016 «Sciolti due Comuni. Arrivati 15mila migranti»

Lo scioglimento dei Comuni di Corleone e Palazzo Adriano e la gestione di venti sbarchi che hanno portato nel capoluogo più di 15mila migranti. E poi le misure antiterrorismo e a salvaguardia della sicurezza, i controlli sulle infiltrazioni mafiose negli appalti, la gestione delle tornate elettorali e il lavoro di raccordo con la Protezione civile. La prefetta Antonella De Miro ha illustrato oggi l’attività svolta dall’ente del quale è a capo nella sede di villa Whitaker, alla presenza dei vertici delle forze di polizia provinciali, sottolineando come «il lavoro di raccordo sia necessario e fondamentale». 

Sul fronte delle infiltrazioni mafiose nei Comuni, dunque, due sono stati i casi per cui si è arrivati al decreto di scioglimento dopo l’accesso ispettivo della Prefettura: il 12 agosto è toccato a Corleone, il 28 ottobre è stata la volta di Palazzo Adriano. Per quel che riguarda Borgetto, è attualmente in corso la verifica degli elementi di sussistenza per lo scioglimento. In raccordo con gli enti locali, poi, la Prefettura ha adottato nel corso dell’anno due provvedimenti di sospensione di amministratori locali, 354 accertamenti sugli stessi e 142 sugli incarichi professionali conferiti dai sindaci.

Nel 2016 la Prefettura è stata impegnata nel coordinamento dei servizi di primissima accoglienza al porto di Palermo nei venti sbarchi di migranti, con l’approdo di 15.239 persone, di cui 28 arrivate morte. I paesi di provenienza sono stati per la maggior parte Nigeria (3127), Gambia (1549) Guinea (1352), Senegal (1173), Mali (961)  e quelli dell’area magrebina (476). Tra i migranti, anche 1504 minori non accompagnati, cifra triplicata rispetto all’anno scorso. Sempre in questo ambito, sono stati effettuati due rimpatri volontari assistiti, 930 tra espulsioni, allontanamenti e respingimenti e 250 revoche di accoglienza (145 sono stati i ricorsi contro gli stessi provvedimenti, venti i ricorsi gerarchici al Prefetto contro le decisioni del Questore e otto le domande di revoca dell’espulsione).

Per quel che concerne le certificazioni antimafia alle imprese, nel corso dell’anno in Prefettura sono arrivate 7576 richieste di rilascio (5511 comunicazioni e 2065 informazioni). Gli uffici ne hanno esitate 7590 (5083 comunicazioni e 2507 informazioni), con un saldo positivo di 24 richieste vagliate e andate a buon fine che risalivano all’anno precedente. Sono state 31 le certificazioni antimafia interdittive. Per quel che riguarda l’iscrizione nella white list delle imprese, sono arrivate 776 richieste: 568 hanno avuto buon esito, per le altre 208 è in corso l’istruttoria. Non rientrano in questo conteggio i dinieghi di iscrizione (11) e l’unica revoca. Sottoscritti tre protocolli contro i reati predatori (uno con Federfarma, due con l’Abi, uno dei quali ha sancito la costituzione di un comitato provinciale di coordinamento per le iniziative per la prevenzione delle truffe ad anziani e persone con bassa educazione finanziaria) e cinque per contrastare l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale (Per lo più con i Comuni, l’ultimo dei quali proprio oggi).

Per garantire la sicurezza, la Prefettura si è raccordata con le forze di polizia: «Noi coordiniamo – ha detto De Miro – ma poi in mezzo alla gente stanno loro. Per questo è importante agire insieme». Da qui la necessità delle 62 riunioni di coordinamento interforze e i 14 comitati provinciali di ordine e sicurezza pubblica, anche per prevenire atti di terrorismo: Misure di sicurezza – ha detto ancora De Miro – richiedono una strategia, anche con altre istituzioni. Col Comune di Palermo abbiamo adottato, per esempio, un servizio di videosorveglianza che non si limita al controllo del centro storico».

Quattro le tornate elettorali, tra elezioni amministrative e Referendum, che hanno visto impegnata la Prefettura di Palermo nel 2016: il cosiddetto referendum sulle trivelle (17 aprile), le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Terrasini (7 giugno), per quello di Altavilla Milicia (27 novembre) e il Referendum costituzionale del 4 dicembre. Infine, in cinque occasioni l’ente e la Protezione civile hanno agito in raccordo tra loro: il 31 gennaio, quando è stata creata l’unità di crisi per il disinnesco di un ordigno bellico vicino al Castello a mare; il 7 giugno, in occasione dell’esercitazione con simulazione di incendio su una nave ancorata al porto e relativo sprigionamento di finta nube tossica; il 16 e il 17 giugno, con la creazione dell’unità di crisi per domare gli incendi in città; il 21 ottobre, con l’approvazione del Documento informativo per l’aggiornamento del Piano di emergenza esterno dello stabilimento deposito carburanti della Esso in via Messina Marine e in occasione della frana del 10 dicembre verificatasi a Marineo (in quest’ultimo caso si è trattato di uno dei periodici incontri di coordinamento organizzati per l’adozione di misure di salvaguardia dell’incolumità della cittadinanza).


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