#SvegliatItalia a Palermo, migliaia in piazza Rosario e Federico: «Ecco i nostri figli»

La sveglia è suonata alle 18 in punto per dire simbolicamente all’Italia che è l’ora di diventare un paese civile, di svegliarsi appunto, rispetto ai diritti delle persone Lgbtqi. Tantissima gente in piazza Verdi a Palermo per la manifestazione #svegliatitalia, che si è tenuta in altre centro piazze in tutta Italia. 

In piazza oggi a manifestare per i loro diritti ci sono anche Rosario e Federico, i primi palermitani gay ad essere iscritti al registro delle unioni civili. La coppia è stata in California e grazie alla Gta (gestazione per altri) ha due figli, ma in Italia viene riconosciuto per loro solo un genitore. «Siamo in piazza per manifestare per i nostri diritti e quelli dei nostri figli, – spiega Rosario – in Italia viene riconosciuto solo un genitore l’altro è un estraneo. Troviamo che sia un’ingiustizia. Per lo Stato siamo solo due amici, ma quelli sono i nostri figli, li amiamo. Lo Stato deve legiferare – concludono -, il disegno Cirinnà è solo una briciola occorre una continuità affettiva per i nostri figli, vogliamo pari diritti. Di famiglie arcobaleno ce ne sono molte, non si può continuare ad ignorarle. I nostri figli non sono figli di serie B!». 

«Basterebbe rispettare l’articolo 3 della costituzione italiana – dice Giusto Catania assessore alla Mobilità del comune di Palermo – secondo cui in Italia gli uomini e le donne devono avere tutti uguali diritti. Con la ‘Carta di Palermo’ si riconosce il diritto di cittadinanza per tutti, non solo per i migranti, con questa carta siamo anche dentro il coordinamento del Pride. Chiediamo con forza che il parlamento faccia una legge, ma una legge buona, che metta al primo posto la persona. saremo in piazza fino a quando non saranno garantiti i diritti di tutti e tutte». Rispetto al disegno di legge sulle unioni civili attualmente in discussione al parlamento, il movimento per i diritti Lgbtiq ha le idee molto chiare: «è una legge anticostituzionale e razzista, – dice Massimo Milani, uno dei fondatori di Arcigay a Palermo – si dovrebbero vergognare».


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