Piano Battaglia, impianti chiusi e strade dissestate Pizzuto: «La neve è insufficiente per il collaudo»

I lavori dei nuovi impianti sciistici di Piano Battaglia si sono conclusi il 21 dicembre e non il 15, com’era invece previsto. Una settimana di pioggia battente ha rallentato le operazioni ma, come spiega a MeridioNews il presidente dell’ente parco delle Madonie Angelo Pizzuto, «tutto è andato secondo i piani». È ora il collaudo ufficiale che tarda ad arrivare a causa delle condizioni climatiche. «Non abbiamo temperature favorevoli per collaudare la seggiovia – continua Pizzuto -. La necessità è quella di testare i tiranti sotto il peso della neve». 

Si attende inoltre un secondo collaudo da parte del ministero delle Infrastrutture relativo alla sicurezza, dal posizionamento delle ambulanze alle vie di fuga d’emergenza. Secondo Pizzuto, sono stati centinaia i siciliani e non ad aver scelto di trascorrere le vacanze di Natale sul Piano e a restare a bocca asciutta. La neve è stata scarsa fino a dopo Capodanno e le piste, naturalmente, sono rimaste blindate. Se dovesse continuare a non nevicare a sufficienza, l’apertura degli impianti di risalita potrebbe slittare al prossimo inverno. Le nuove seggiovie infatti presentano un meccanismo di aggancio per le mountain bike in modo da essere adoperate anche da aprile a novembre, e i picchi di Mufara e Mufaretta vantano oltre 70 chilometri di piste ciclabili. Ma gli avventori estivi rischiano di non poterne usufruire se prima le stesse non vengono testate con la neve. «Non abbiamo date certe perché sono tecnici e funzionari a dover firmare i collaudi – afferma Antonio Catalano, presidente di Piano Battaglia srl -. Non possiamo ipotecare il loro lavoro imponendo una data. A fronte della sicurezza, il tempo non è nulla».

Un turismo messo duramente alla prova anche dalle condizioni di viabilità. Raggiungere Piano Battaglia, a 1574 metri sul livello del mare, è un rischio per automobilisti e autisti di pullman che devono affrontare strade provinciali in totale dissesto. Tra i villeggianti storici e i turisti dell’ultim’ora, sono state diverse le proteste: «Sono le strade il vero problema – afferma Carlo Ramo, pubblicitario palermitano e frequentatore assiduo del Piano -. Dal momento che si attendono migliaia di persone per la prossima stagione, forse si dovrebbe pianificare un poderoso intervento di manutenzione». 

Da oltre dieci anni la località è sprovvista di impianti e il calo dell’afflusso ha comportato un lento abbandono da parte delle istituzioni. Dallo stesso periodo di tempo la strada provinciale Polizzi-Piano Battaglia è ufficialmente chiusa, la Petralia-Piano Battaglia è franata in più punti e i giunti di dilatazione dei viadotti sono spaccati, costringendo i veicoli a procedere a passo d’uomo. «Le carreggiate sono sempre più strette – continua Ramo – non oso pensare, in condizioni di asfalto ghiacciato o di neve alta, cosa potrebbe accadere a un pullman che già oggi passa a stento». Secondo i villeggianti e i membri dell’associazione Pro Piano Battaglia e Madonie, «le istituzioni saranno costrette a prendere provvedimenti quando si concretizzeranno i numeri previsti per il turismo della prossima stagione». Intanto le strade restano senza un padrone. Le Provincie stanno per tradursi in liberi consorzi ma, «nell’attesa e finché i dipendenti delle ex Province percepiscono lo stipendio, di fatto la Provincia esiste e deve occuparsene – sostiene Ramo -. Giunta, presidenza e consiglio sono sostituiti dal commissario, che peraltro ha molta più libertà d’azione». 

«Nel 1964 a Piano Battaglia si facevano gare internazionali di fondo e ora siamo costretti a ricominciare dalle strade, cioè da zero», conclude Ramo. «Ci riuniamo mensilmente con la protezione civile e l’ex provincia – risponde Pizzuto -. Abbiamo evidenziato più volte le condizioni delle strade, per le quali ormai serviranno milioni di euro. Ne sono stati stanziati 27 milioni dal governo nazionale per le strade minori della Sicilia, ma è chiaro che sarà la protezione civile a stabilire le priorità».  


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