Migranti irregolari, sgominata organizzazione Coinvolti circensi e un funzionario regionale

Un giro d’affari di oltre sette milioni di euro e l’ingresso illegale in Italia, solo nell’ultimo periodo, di centinaia di immigrati. Un’organizzazione internazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stata sgominata dalla polizia di Stato, che ha eseguito in tutta Italia 41 fermi tra cui gli impresari di questi circhi: Circo Sandra Orfei, Circo Lino Orfei, Circo Bizzarro, Circo Città di Roma, Circo Vienna Roller, Circo Martin, Circo di Praga, Circo Cristiani Bros, Circo Karoli, Circo Wigliams Brother, Circo Acquatico, Circo Acquatico Jonathan, Circo Acquatico Splash, Circo Martini, Circo Blasis, Circo Marinescu, circo Kumar. Ma vi sono altre strutture circensi coinvolte. Il provvedimento di fermo riguarda 28 italiani, 8 indiani, 3 bengalesi, un pachistano, un romeno, oltre a decine di indagati. Tra cui a Palermo e Trapani Prem Pandrali Singh, Ullah Wali, Rodolfo Bisbini, Provvidenza Visconti, Claudio Vassalo, Vito Vassallo, Singh Daljinder, Vincenzo Gambino, Paul Harmesh, Francesca Gambino, Francesco Vassallo (nelle foto)


Il fiorente business dell’immigrazione clandestina girava attorno a famosi impresari circensi che operano nel circuito nazionale e internazionale. In molti facevano finta di assumere artisti e operai per gli spettacoli favorendo, al contrario, l’ingresso illegale degli stranieri, provenienti prevalentemente dall’India, dal Pakistan e dal Bangladesh. 

Assunzioni sulla carta a fronte delle quali arrivava un fiume di denaro. Per ogni lavoratore straniero assunto fittiziamente, infatti, guadagnavano dai 2000 ai 3000 euro. «I migranti irregolari per raggiungere l’Italia attraverso la compiacenza dei circhi pagavano fino a 15 mila euro ai trafficanti di esseri umani. I soldi servivano a ottenere una falsa autorizzazione all’assunzione firmata dalla Regione siciliana» spiega Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo, che ha condotto l’operazione chiamata Golden circus. Ma l’inchiesta ha fatto emergere anche il ruolo di un impiegato della Regione siciliana, che l’organizzazione era riuscita a corrompere. «Una volta ottenuta l’autorizzazione falsa – spiega Ruperti – per il nulla osta della questura l’organizzazione si serviva di timbri falsi».

«Tale raggiro – spiegano gli investigatori – rappresentava una sicura fonte di reddito in un comparto, quello circense, in cui le maestranze versavano in precarie condizioni economiche». Ad alcuni componenti dell’associazione sono stati contestati anche i reati di corruzione, falso materiale ed ideologico. Sono in corso perquisizioni e sequestri anche negli uffici pubblici dove operavano gli indagati. Tra i nomi degli impresari coinvolti nell’operazione ci sono Lino Orfei e Alvaro Bizzarro e Darvin Cristiani..

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa convocata alle 11 in procura alla presenza del procuratore capo Francesco Lo Voi, dell’aggiunto, Leonardo Agueci, del questore, Guido Longo, e del capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti.


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