Da PUSH è in arrivo l’app «Open Tour» La vacanza su misura premiata da Google

PUSH è un laboratorio di ricerca nato a Palermo, una piccola realtà creata da ragazzi molto giovani che in pochi anni è diventata un sistema produttivo innovativo. Proprio per i centri urbani e attraverso il laboratorio, i ragazzi di PUSH sviluppano soluzioni creative e tecnologiche. «Abbiamo appena concluso un progetto con il ministero dell’Istruzione e della ricerca – racconta Toti Di Dio, direttore di PUSH, a MeridioNews -, i temi erano quelli dell’innovazione sociale e della smart city. Siamo molto cresciuti e abbiamo sviluppato un nostro modus operandi mirato al futuro delle città. I nostri principali campi di lavoro sono il service design e la progettazione di sistemi e servizi con una forte matrice tecnologica».

Oltre ad essere stati selezionati tra i finalisti da Borgo Vecchio Factory per il progetto Che Fare 3, lanceranno a breve OpenTour. Come è stato anticipato a MeridioNews, l’iniziativa nasce dal concorso A Palermo promosso dal Comune ed è risultata abbastanza innovativa da attirare l’attenzione globale. «Un filantropo, il business angel milanese Roberto Condulmari, è stato solleticato dalla cosa e ha finanziato l’apertura dell’applicazione per una diffusione internazionale». Ma come funzionerà Open tour? «L’idea geniale è stata utilizzare l’algoritmo dei percorsi minimi e cercare di descrivere un processo mettendoci nei panni del turista – continua Di Dio -. Mettendo insieme le informazioni turistiche pubblicate dai Comuni l’applicazione genera un tour fatto su misura, in un dato tempo e tenendo conto del mezzo di trasporto del turista, verosimilmente i piedi». 

L’idea è stata premiata da Google Developers Group Sicilia e allo Smau come miglior progetto legato al turismo. «Il progetto è super open nonché gratuito, è esportabile e applicabile a qualsiasi Comune. Vogliamo essere la wikipedia del turismo. Creare il dataset è semplice, l’app è davvero aperta a tutti e stiamo lavorando con le comunità open data italiane e straniere per stimolare la crescita della comunità open data in sé. L’obiettivo più vicino però al momento è Milano, dove Expo fa da piattaforma perfetta e abbiamo anche un accordo con il Comune di Milano, che ha pianificato per settembre un evento per noi». 

Il salto di qualità per loro è stato candidare PUSH per una partnership con le Nazioni Unite nel progetto World Urban Campaign. «Siamo stati tra i pochissimi a essere accettati e oggi siamo loro partner» racconta Di Dio. Una piccola delegazione di PUSH ha, infatti, presenziato a uno degli eventi preparatori alla conferenza Habitat III (2016), la più importante conferenza di sviluppo per le città. «Abbiamo raggiunto alcuni rappresentanti delle UN a Caserta in occasione del primo incontro preconferenza. In queste occasioni vengono studiate le dinamiche urbane e si elaborano azioni concrete per innescare un cambiamento sistemico. Attraverso le tecnologie dell’informazione vengono progettati servizi in grado generare valore per la collettività – continua -.  Parte dell’iniziativa City as a Service è il progetto Urban Thinker Campus, che sarà focalizzato esattamente sul modo in cui i servizi possono migliorare le città, spesso più incisivamente rispetto ai grossi interventi urbani. Non sono un fan del cemento». 

Ma City as a Service è anche molto di più. Sono state coinvolte tutte le università siciliane e sono state coinvolte realtà provenienti dai cinque continenti. «Abbiamo una forte partecipazione proveniente dall’estero – prosegue -. Tra gli altri ci saranno l’organizzazione Code for Europe, il laboratorio di innovazione danese Waag Society, Livework e tanti altri, così da portare a Palermo l’idea che qualcosa di diverso è possibile. Metteremo in luce l’impatto che i servizi digitali innovativi hanno sulle città e il ruolo dei servizi digitali sui contesti marginali. È più efficace che la città si attivi tramite servizi web che arrivano direttamente al cittadino o tramite le pastoie burocratiche, appalti, gare e tutto il resto? Noi sviluppiamo soluzioni che danno beneficio immediato ai cittadini che diventano indipendenti attraverso processi snelli».

Altra faccia dell’innovazione e dello sviluppo è la Intensive School, che prenderà il via ad ottobre a Erice. «I primi 15 iscritti sono già in arrivo e sono personaggi pazzeschi – continua -. Sono professionisti provenienti da ogni parte del mondo e vantano collaborazioni attive con notissime aziende di settore, avranno sicuramente moltissimo da dare. L’idea è quella di formare e formarsi attraverso il lavoro, attraverso il conoscersi e imparando dai propri errori. Noi in tre anni lo abbiamo fatto e siamo cresciuti tantissimo».


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