Sportelli multifunzionali : dopo 24 ore l’accordo Governo-sindacati-enti formativi scricchiola

L’INTESA NON SPECIFICA CHI PAGHERA’ I LAVORATORI NELLA FASI DI TRANSIZIONE, CIOE’ NEL PASSAGGIO AL CIAPI DI PRIOLO. IAL, CIOFS E ODA HANNO GIA’ FATTO PARTIRE LE LETTERE DI SOSPENSIONE. SE IL FENOMENO SI ALLARGA SI RISCHIA IL CAOS

Ripiomba nel caos il settore della formazione professionale. Questo accade a meno di ventiquattro ore dalla sottoscrizione dell’accordo sul passaggio di oltre mille e 800 lavoratori dagli sportelli multifunzionali al Ciapi di Priolo. Perché sta succedendo tutto questo?

La risposta va cercata in un Governo regionale dell’approssimazione e della scarsa competenza. Un esecutivo che sta provocando un mare di disservizi. Proviamo a spiegare le ragioni del caos.

Il Governo regionale, trovando un accordo con sindacati ed associazioni degli enti, avrebbe dimenticato di chiarire a carico di chi e con quali somme dovrebbero essere pagati i lavoratori nella fase transitoria di passaggio dall’ente di provenienza al Ciapi.

In realtà, sindacati ed enti hanno posto il problema al Governo. Che ha minimizzato la questione spiegando che avrebbe trovato la soluzione. Ma la soluzione, per ora, è fumosa. Tanto che alcuni enti hanno inviato, nelle scorse ore, le lettere di sospensione ai propri dipendenti, comunicandogli che termineranno l’attività presso gli Sportelli il prossimo 30 settembre. Sembra un paradosso, ma non lo è.

L’accordo parasociale non spiega chi pagherà e come i lavoratori nel lasso di tempo necessario ad espletare tutte le procedure di chiusura delle partite amministrative e contabili nei propri enti e le evidenze propedeutiche al passaggio degli interessati al Ciapi di Priolo.

Pervengono diverse segnalazioni in redazione sulla pratica avviata, tra gli altri, da Ial Sicilia, Ciofs e Oda.

Nel primo caso, ai dipendenti della filiera Servizi formativi (Sportelli) è stata comunicata, all’interno di una procedura già avviata con le organizzazioni sindacali, la sospensione del rapporto di lavoro e la richiesta contestuale della Cassa integrazioni guadagni in deroga dal primo ottobre al 31 dicembre 2013 con l’applicazione della circolare assessoriale n.10/94 per garantire l’eventuale accesso all’integrazione regionale all’indennità di Cigd dal fondo di garanzia regionale, come previsto dall’art.132 della legge n.4 del 16 aprile 2003.

Nel secondo caso, quello del Ciofs e dell’Oda, dalle indiscrezioni pervenute al nostro giornale, gli enti avrebbero avviato la procedura di sospensione dei dipendenti dei propri Sportelli, precisando che successivamente, in sede di consultazione sindacale, sarebbero state valutate ed eventualmente assunte ulteriori determinazioni.

Dalla decisione presa da Ciofs e Oda emergerebbe con chiarezza la motivazione della scelta, e cioè “sospendere la prestazione lavorativa in assenza di elementi e presupposti di continuità del servizio a codesto ente”, senza con ciò prefigurare alcun ricorso a misure di sostegno al reddito. Una vera e propria necessità sembrerebbe sottendere la decisione assunta dagli enti citati, e da altri che si starebbero aggregando, di inviare le lettere di sospensione al proprio personale. A pagare, ancora una volta, sarebbero i lavoratori, tanto per cambiare.

L’amministrazione regionale sembrerebbe correre ai riparti prevedendo nella direttiva, che recepirebbe le clausole dell’accordo, una specifica disposizione. Quale? Da quanto riferito al giornale, l’orientamento del dipartimento regionale per il Lavoro sarebbe quello secondo il quale gli enti che avrebbero maturato economie di gestione, relative alla seconda e terza annualità degli Avvisi 1 e 2 del 2010, dovrebbero mantenere in servizio il proprio personale fino a quando non si chiuderebbe la procedura di transito al Ciapi. Personale che verrebbe così retribuito con le economie di gestione.

Sta nelle cose che non si chiude al 30 settembre la procedura amministrativa e contabile in ciascun ente, così come serviranno parecchi giorni, per non dire settimane, per completare l’iter di passaggio dei lavoratori al Ciapi di Priolo. Per quegli enti che dovessero dichiarare di non rinvenire economie di gestione, l’amministrazione regionale si riserverebbe di decidere. Un fatto che lascia perplessi e che spinge a cattivi pensieri. Non è che con quest’ennesimo marchingegno per celare ritardi nella programmazione e scarsità di idee, il Governo regionale stia preparandosi il terreno per un’altra valanga di revoche dell’accreditamento per ridurre la platea degli enti nel settore formativo? Ed in tal caso non servirebbe a nulla rilevare, come rappresentato al nostro giornale da attenti osservatori, che cambiare le regole a fine attività non sarebbe affatto corretto oltre che presumibilmente irregolare.

Quindi, si potrebbe configurare nelle prossime settimane una filiera, quella degli Sportelli, spaccata in tre tronconi.

In un primo gruppo rientrerebbero gli enti formativi che avrebbero maturato economie di gestione e che potrebbero rispondere positivamente alla chiamata dell’amministrazione regionale nel sostenere i propri lavoratori, garantendone le retribuzioni e la prosecuzione lavorativa, nella fase transitoria di passaggio verso il Ciapi. Questi si salverebbero dall’ennesima tagliola del Governo della rivoluzione copernicana in salsa crocettiana.

In un secondo gruppo apparterrebbero gli enti formativi che, a vario titolo, non avrebbero maturato le economie necessarie per pagare extra scadenza prevista (30 settembre) il proprio personale operante presso gli Sportelli multifunzionali. Che farebbero? Revoca?

Vi sarebbe, infine, un terzo gruppo di enti formativi che, pur avendo maturato economie di gestione, non sarebbero disposti, magari giocando sporco e comunque a torto o ragione, ad utilizzare le risorse per pagare i propri dipendenti per un periodo successivo alla scadenza dei citati Avvisi 1 e 2, obbligo non previsto nei bandi pubblici. Per questi sarebbe quasi certa la revoca dell’accreditamento?

Siamo curiosi di conoscere come il Governo regionale intenderà dare risposta nel rispetto delle regole che la stessa amministrazione ha emanato in sede di scrittura dei bandi pubblici: regole che, a partita chiusa, non può rimangiarsi o cambiare.

Non sono trascorse neanche ventiquattro ore e l’accordo già scricchiola.

 


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