Formazione professionale: scoppia lo scandalo dell’assistenza tecnica. Circa 30 milioni di euro buttati al vento…

INVECE DI ‘PILOTARE NUOVE ASSUNZIONI IL GOVERNO REGIONALE RICORRE A CONSULENZE ‘STERNE’. SOSTITUENDO DIRIGENTI E FUNZIONARI REGIONALI, GUARDA CASO, CON GIOVANI STUDENTI… UN’INCREDIBILE DUPLICAZIONE DELLA SPESA

Sugli appalti per l’assistenza tecnica all’assessorato regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale prima o poi qualcuno metterà oltre al naso gli occhi per fare chiarezza sulla necessità di sostenere elevati e forse anche inutili costi da parte del Governo regionale. In diverse occasioni, dalle pagine di questo giornale, abbiano denunciato l’inconsueta prassi di diversi dirigenti generali, succedutisi al dipartimento regionale alla formazione professionale, di esternalizzare servizi essenziali, su precisa indicazione dell’assessore regionale di turno, anziché avvalersi della competenza e della riservatezza di dirigenti e funzionari dell’amministrazione regionale. Soldi di qua e soldi di là.

Qualcuno prima o poi dovrebbe porsi delle domande mentre le istituzioni tenute al controllo sulla spesa delle risorse comunitarie potrebbero fornire precise risposte, a seguito di controlli sulle procedure di assegnazione degli appalti, sui contenuti dei contratti, sui risultasti attesi e quelli ottenuti, sull’analisi costi-benefici. È giunto il momento di scoperchiare una pentola dove in tanti pare abbiano girato la minestra. Occorrono controlli precisi, accurati e approfonditi, dicevamo, perché la spesa potrebbe sforare la cifra di 30 milioni di euro alla fine del 2013. Una somma davvero impressionante.

Serviva proprio svuotare gli uffici del dipartimento regionale per la Formazione professionale per poi caricarsi di un costo dal dubbio effetto benefico per la collettività? Contratti di assistenza tecnica, dicevamo, per l’opera prestata da diverse società erogatrici di consulenze e affiancamento all’attività di servizi essenziali come la rendicontazione, l’accreditamento, la gestione dei corsi, l’Obbligo scolastico (Oif), la programmazione comunitaria, i pagamenti, la pianificazione ed il controllo di gestione. Oppure la gestione delle piattaforme informatiche Caronte e Faros.

Tutti servizi essenziali e nevralgici all’interno del dipartimento regionale formazione professionale che avrebbero dovuto essere gestiti dal personale regionale che, di certo, non manca. Invece, chissà perché, si è fatto sistematico ricorso a società ‘esterne’, considerate esperte nel settore: società che avrebbero dovuto dare quell’accelerazione nelle procedure necessarie a sburocratizzare la complessa ‘macchina’ amministrativa. (a destra, il presidente della Commissione Lavoro dell’Ars, Marcello Greco)

Tutte chiacchiere. Perché la montagna di carte e documenti sulla chiusura delle rendicontazioni, ad esempio, non è stata smaltita. Così come non ci risulta che l’emissione dei mandati di pagamento per gli enti formativi, necessari al riconoscimento delle retribuzioni correnti e pregresse dei lavoratori, abbia avuto un’accelerazione. Per non parlare della complessiva spesa comunitaria, che non appare essersi velocizzata. Insomma, i soldi sono volati via, ma il lavoro non è stato smaltito. Anzi.

In tali casi cosa occorrerebbe fare? Intanto si potrebbe partire dal chiedere al Governo regionale trasparenza e chiarezza. Provando a chiedersi se i contratti sottoscritti da queste società con la Regione siciliana siano stati rispettati in tutte le clausole. Se, per citare un esempio, gli obiettivi siano stati raggiunti e la tempistica rispettata.

Il silenzio su questa vicenda assume ogni giorno di più il sapore della sconfitta. Dirigenti e funzionari regionali stipendiati e per servizi pubblici pagati due volte. Nel caso delle società di assistenza tecnica pagati anche profumatamente. In Sicilia, nella terra della mafia e dell’antimafia, succede anche questo.

Perché il governo di Rosario Crocetta ricorre a soggetti ‘esterni’, avendo a disposizione 18 mila dipendenti regionali pagati ogni mese? Forse qualcuno, di certo al di fuori dell’amministrazione regionale, ci guadagna facendo la ‘cresta’?

Sulla vicenda, che potrebbe aprire tanti fascicoli d’inchiesta giudiziaria nei prossimi mesi, abbiamo raccolto le dichiarazioni di diversi parlamentari regionali.

“Chiederò al presidente della Commissione parlamentare lavoro di Sala d’Ercole, Marcello Greco, di sentire in audizione il Governo regionale sull’utilizzo delle risorse comunitarie per l’assistenza tecnica nel settore della formazione professionale”.

A dichiararlo Giovanni Lo Sciuto (nella foto a sinistra), deputato del PdS-Mpa e componente della Commissione Cultura e Lavoro all’Ars, il quale aggiunge: “Se vi sono stati sprechi è giusto che emergano per gli opportuni approfondimenti, la formazione professionale è un settore ormai fuori controllo e bisogna porre un freno per indirizzare l’azione degli assessori Nelli Scilabra e Ester Bonafede verso la garanzia dei livelli occupazionali per i lavoratori e il ripristino di regole chiare e trasparenti”.

Anche Marco Falcone(nella foto in basso a destra), vice capogruppo del Pdl all’Assemblea regionale siciliana, interviene sull’argomento annunciando la presentazione nei prossimi giorni di un’interrogazione parlamentare.

“Credevamo che la rivoluzione crocettiana fosse altro – precisa Falcone – invece, il Governo regionale persiste nella logica, profondamente errata, di utilizzare, nei vari servizi dell’assessorato alla Formazione professionale, le società esterne dell’assistenza tecnica, piuttosto che valorizzare i numerosi funzionari regionali. Inutile duplicazione della spesa che non valorizza la competenza e la professionalità della burocrazia regionale e al danno si aggiungerà la beffa quando alla fine dei vari percorsi di assistenza, completando i progetti, alla Regione non rimarrà nulla, perché questi enti esterni non stanno apportando ai nostri funzionari alcun arricchimento professionale o formativo”.

Fornisce numeri e nomi il deputato berlusconiano. “Pare che le società di assistenza tecnica – ci dice Falcone – tra cui il Formez, Izi, Cogea e Deloitt, impegnate nei vari segmenti dell’amministrazione, dall’accreditamento alla gestione dell’avviso 20/2011, per arrivare alla gestione dell’Oif, prime e successive annualità, negli ultimi quattro anni, siano costate alle casse regionali oltre 20 milioni di euro”.

A sottolineare la necessità di un sistema di controlli sulla spesa e sulle procedure è il deputato del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Affari istituzionali all’Ars, Sergio Tancredi. “Il sistema dei controlli ci tiene in grande apprensione – precisa l’esponente grillino – perché si tratta di un aspetto fortemente critico dell’amministrazione regionale nella sua totalità”. E aggiunge: “Il sistema dei controlli in Sicilia non ha ben funzionato ed ha determinato i maggiori guasti. Serve un sistema corretto e virtuoso per evitare che problemi legati a una gestione allegra di determinate risorse non si verifichi più”. (a sinistra, Sergio Tancredi)

La verità è che mentre i lavoratori e le loro famiglie muoiono di fame, il Governo regionale continua ad erogare ingenti somme di denaro in favore di società di assistenza tecnica. Come mai? Che sia un modo per aggirare l’impossibilità di effettuare nuove assunzioni e che certa politica avrebbe intrapreso la strada della chiamata diretta di amici e colleghi attraverso le società vincitrici delle gare? La maggior parte dei collaboratori di queste società sarebbero studenti universitari. Chissà perché.

 


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