Formazione, tra i dipendenti degli enti in crisi spunta il miraggio dell’assunzione alla Regione…

L’ULTIMA PRESA IN GIRO DEL GOVERNO CROCETTA AI CIRCA 10 MILA DIPENDENTI DEL SETTORE

In un sistema economico fondato sulle regole democratiche e del mercato un’impresa che non onora le obbligazioni assunte con i terzi è destinata al fallimento. In Sicilia questo non accade, nell’Isola vigono le regole del’antimafia e dell’autoreferenzialità. Succede nella Regione siciliana che i crediti vantati dagli enti formativi per il servizio erogato, alle condizioni dettate dalla stessa amministrazione regionale, non vengano onorati e diventino carta straccia.

Più volte, in precedenti nostri articoli, abbiamo denunciato lo scandalo delle mancate rendicontazioni sui fondi assegnati con decreto e non erogati. Una sequela di inadempimenti amministrativi che ha finito col mette in ginocchio gli enti formativi, minando le fondamenta sulle quali si è retto per oltre trent’anni il settore della Formazione professionale.

Causa scatenante, questa, che ha contribuito in maniera pesante alla revoca dell’accreditamento allo Ial Sicilia. Va ricordato che i ritardi sulla chiusura delle partite dare a avere tra l’ufficio rendicontazione dell’assessorato per l’Istruzione e la Formazione professionale e gli enti formativi hanno superato ogni limite.

Nel caso dello Ial, per esempio – ma la vicenda riguarda tutti gli enti aggiudicatari del servizio formativo – sono venuti a mancare somme rilevanti. Questo a causa del minore finanziamento del Piano formativo, dei mancati rendiconti e dei ritardi nell’erogazione degli acconti a valere sull’Avviso 20/2011.

Chiariamo. Nel 2010, in epoca di legge regionale n.24/76 e di Piano regionale dell’offerta formativa (Prof), la Regione siciliana ha erogato circa il 94 per cento del finanziamento complessivamente accordato in sede di approvazione del Prof, sottraendo di fatto agli enti formativi una quota del finanziamento ricevuto in sede di decreto assessoriale di finanziamento e decreto dirigenziale di ripartizione delle somme.

Stessa cosa nel 2011, con una erogazione del 94 per cento circa del finanziamento rispetto al decretato con l’aggravio che le attività formative non si sono completate al 31 dicembre 2011, ma sono proseguite fino al maggio 2012. Con questo costringendo gli enti a coprire altri cinque mesi di stipendi e spese generali con lo stesso finanziamento peraltro decurtato del 6 per cento rispetto a quanto decretato dall’assessorato.

Come se non bastasse, i ritardi nell’erogazione degli acconti a valere sulla prima annualità del citato Avviso 20 hanno complicato ulteriormente la capacità finanziaria degli enti formativi, compreso lo Ial. Senza considerare gli effetti devastanti dovuti al recupero coatto delle integrazioni al finanziamento (extra budget) che ha interessato tutti gli enti storici e di maggiori dimensioni. Argomento ampiamente affrontato in nostri precedenti articoli e che qui è bene ricordare come l’ennesimo comportamento schizofrenico dell’amministrazione regionale che prima eroga con regolare decreto di assegnazione le somme per poi unilateralmente riprendersele. O, ancora, il taglio del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20, oggi Piano Giovani (Pac).

Una Regione che non paga, dicevamo, non paga in ogni dove, non solo nella filiera degli Interventi formativi, ma anche in quella dei Servizi formativi (Sportelli multifunzionali), dell’Obbligo scolastico (Oif).

C’è, poi, un segmento gestito sempre dall’assessorato per l’Istruzione che è quello dell’alta formazione, spesso evocata come modello di riferimento, il cosiddetto Catalogo regionale. Bene, neanche i voucher dell’alta formazione vengono erogati dagli uffici regionali. Una Regione come la nostra che non paga nessuno è da considerarsi fallita?

Di certo, tutti i creditori sono sull’orlo del fallimento. Condizione gravissima in una Sicilia con un’economia che, nel 2013, dipende ancora in larghissima parte dalla spesa pubblica. Ebbene, nel settore della Formazione professionale le aziende si chiamano enti di formazione.

In questo settore l’impatto nei confronti dei dieci mila dipendenti è forte. In questo scenario il Governo della “Rivoluzione copernicana” di Rosario crocetta revoca l’accreditamento allo Ial Sicilia e tira fuori dal cilindro il Ciapi di Priolo e il trasferimento del personale degli enti sfiduciati e revocati all’ente strumentale per eccellenza della Regione siciliana, essendone proprietaria al 100 per cento.

Altro che privato! Il Ciapi di Priolo è un ufficio della pubblica amministrazione regionale. Serpeggia con insistenza il vocio sui social network. Quale? Tantissimi lavoratori denuncerebbero l’ingiustizia che il Governo regionale starebbe perpetrando nei loro riguardi. Perché? È chiaro, se si apre la maglia del passaggio alla Regione siciliana di parte dei lavoratori, quelli dipendenti di enti raggiunti dal definanziamento, con possibile riconoscimento dello status di dipendente regionale, perché i dipendenti degli altri enti formativi debbono restare nel settore privato?

Poco importa che, fra meno di quattro mesi, la Regione dovrà cominciare a licenziare. O si dovrà sbarazzare dei precari per assenza di soldi. Con l’operazione Ciapi di Priolo sta passando una ‘notizia’ che non sta né in cielo, né in terra: e cioè che la Regione ‘assumerebbe’ il personale i dipendenti dello Ial Sicilia e degli altri enti caduti in disgrazia. Nulla di più sbagliato. Ma tant’è.

Quindi, nella sbagliata immaginazione di quasi mille dipendenti di enti in crisi, fra poco, si aprirà la falsa corsa al posto regionale. L’ennesima illusione che il Governo Crocetta propina ai tartassasi e martoriati dipendenti della formazione professionale siciliana.

Ecco, allora, intravvedersi all’orizzonte il possibile proposito di certa politica a supporto dell’esecutivo Crocetta: smantellare il sistema regionale formativo e dalle ceneri creare un nuovo modello a misura. Ma a misura di che e di chi?

A questo punto ritorna in mente con veemenza il punto i dell’articolo 11 contenuto nelle “Disposizioni 2013 per l’accreditamento degli organismi formativi che prevede la revoca dell’accreditamento nei confronti dell’ente formativo che avvia un contenzioso o lite con la Regione siciliana. Ovvero un potere assoluto, assolutamente incostituzionale in una Sicilia – vedi le assunzioni nel pubblico impiego – dove la Costituzione è spesso un optional. Un progetto tanto diabolico quanto perfetto se dovesse rispondere a verità.

 


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]