La sceneggiata sugli Aerei F35

Qualche giorno fa, ma i giornali hanno dato poca importanza alla notizia che il Senato ha approvato, con 202 voti favorevoli, 55 contrari e 15 astenuti, una mozione presentata dalla maggioranza, primi firmatari Zanda (Pd) e Schifani (Pdl). Con la mozione Partito democratico, Popolo delle libertà e Scelta Civica hanno chiesto di ”non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione” degli aerei F35 “senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”.

Ora, il fatto che sia alla Camera (una mozione analoga era stata presentata dagli stessi gruppi e anche lì l’esito era stato favorevole) che al Senato

F35. Foto tratta da da www.ecquologia.com

si sia deciso di rinviare l’acquisto dei tanto discussi F35 è importante per diversi motivi.

Innanzitutto perché, per la prima volta in vent’anni, il Parlamento ha mostrato di avere dei dubbi circa l’acquisto di questi armamenti oggetto di dispute e discussioni interminabili sia a causa del loro costo esorbitante (19 miliardi di euro circa), sia da un punto di vista tecnico.

Inoltre, la decisione del Parlamento pare aver scatenato un forte contrasto interno tra istituzioni. Infatti, subito dopo l’approvazione della mozione alla Camera e alla vigilia della votazione della stessa mozione al Senato, il ministro Mario Mauro aveva affermato: “Abbiamo il dovere di proseguire con coerenza” rispetto alle decisioni già prese. Come dire: se i Governi precedenti hanno commesso degli errori, invece di cambiare rotta e tornare sulla retta via, dobbiamo continuare a commetterli anche noi.

Forse, nel tentativo di privare di importanza la votazione della mozione al Senato, il Consiglio Supremo di Difesa aveva tenuto a far sapere che il “Parlamento non ha diritto di veto”. Secondo il Consiglio, l’ammodernamento delle Forze armate sarebbe esclusiva “prerogativa dell’esecutivo”.

A sedare gli animi, poi, ha pensato Elio Vito, presidente della Commissione Difesa della Camera, ovvero uno degli organi chiamati in causa dalla legge 244 del 2012. Vito ha affermato: “Il rispetto dei ruoli tra organi dello Stato consente al Parlamento il pieno esercizio delle sue prerogative, come disciplinate anche dalla Legge n. 244/2012, senza tuttavia alcuna attribuzione di diritti di veto su decisioni operative e tecniche che rientrano tra le responsabilità costituzionali del Governo”. Come dire: il Parlamento è sovrano e libero di decidere basta che decida quello che dice il Governo.

Sì, perché, in realtà, tutta la vertenza (e di conseguenza le mozioni presentate alla Camera e al Senato) derivano dall’accesa disputa (di cui però si è parlato poco, anzi quasi per niente) circa le competenze dei vari organi dello Stato. Infatti, la questione che sta accendendo gli animi nasce da quanto previsto dalla legge 244 del 31 dicembre 2012, uno degli ultimi ‘regali’ fatti al nostro Paese dal Governo Monti. Questa legge prevede la progressiva riduzione delle spese da destinare alle forze armate. All’art. 1 si legge: “Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, due o più decreti legislativi per disciplinare la revisione, in senso riduttivo: a) dell’assetto strutturale e organizzativo del Ministero della Difesa, in particolare con riferimento allo strumento militare, […] b) delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare nell’ottica della valorizzazione delle relative professionalità”.

Quindi, secondo questa legge, bisogna ridurre le spese per gli armamenti e riorganizzare le forze armate (da cui la riduzione del personale riportata nell’articolo precedente). E parrebbe che a farlo dovrebbe essere il Governo. Stando invece a quanto riportato all’art. 4 della legge 244/12, l’ultima parola sull’acquisto delle armi spetterebbe al Parlamento. Infatti per ciò che riguarda la “pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d’arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, annualmente, entro la data del 30 aprile, il Ministro della Difesa provvede a trasmettere al Parlamento” i dettagli delle spese che, dopo l’esame delle Camere, devono essere approvate”.

E qui sta il problema. Perché, visto che bisogna effettuare dei tagli alle spese e che le decisioni avranno anche una notevole rilevanza economica, in molti vorrebbero assumere il ruolo di primi attori e di decisori.

È per questo motivo che il Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, ha approvato la mozione che rinviava l’acquisto degli F35. Ed è per questo motivo che il Consiglio Supremo di Difesa, nel tentativo estremo di riaffermare la propria supremazia in materia, ha affermato: “La facoltà del Parlamento di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’Esecutivo”.

Il Consiglio Supremo di Difesa è composto dal Presidente della Repubblica, Napolitano, dal Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, dal ministro degli Esteri, Emma Bonino, dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, dal ministro della Difesa Mario Mauro, dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e dal capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Quindi in massima parte dal Governo. La disputa cui si sta assistendo negli ultimi giorni è, in realtà, un vero e proprio scontro diretto tra Governo e Parlamento. E la vicenda degli F35, probabilmente, è solo un pretesto (alla fine la mozione ha solo rinviato di sei mesi la decisione di acquistare gli aerei americani).

Quindi il Governo non può decidere senza il voto delle Camere. Che non possono non tenere conto delle indicazioni delle Commissioni. Parlamento e Commissioni che, oggi, sembrano non essere più del tutto convinti della scelta fatta dai precedenti Governi. Infatti, molti dei parlamentari che hanno votato la mozione per il rinvio dell’acquisto dei famigerati F35 risiedono in Parlamento da molte legislature e, quindi, non una, ma molte volte hanno già votato per l’acquisto di questi aerei.

Alla fine, come al solito, in Italia tra parlamentari che cambiano idea, governanti che vorrebbero imporre le proprie scelte e soggetti che credono di essere al di sopra di tutto, pare si sia dimenticata qual è la sostanza. Sì, perché lo scopo finale della famigerata legge 244/12, in realtà, era quello di ridurre gli sprechi.

Eppure, almeno stando ai costi della cosa pubblica, di sprechi i vari esemplari di HOMO POLITICUS dovrebbero essere esperti.

Foto di prima pagina tratta da informareperesistere.fr

 

 

 

 


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