Il Pd a Crocetta: che dobbiamo combinare?

Rosario Crocetta ci ha provato. Non riuscendo a sbarazzarsi di Nelli Scilabra, che sulla plancia di comando dell’assessorato alla Formazione professionale ne sta combinando di tutti i colori, ieri, alla direzione regionale del Pd siciliano ha lanciato la proposta: “Eleggetela segretario regionale del Partito”.

La mossa è geniale: una volta eletta segretario regionale del Pd, Crocetta raggiunge tre obiettivi.

Primo: si sbarazza di Nelli Scilabra (e, a questo punto, il senatore Lumia, grande sponsor della bella Nelli alla Formazione professionale siciliana, non potrebbe dire nulla).

Secondo: mette nel sacco il Pd siciliano, consentendo al senatore Giuseppe Lumia di impossessarsi della segreteria regionale del Pd.

Terzo (e questo è, forse, l’obiettivo più importante): incasinerebbe ancor di più il Partito democratico dell’Isola. Perché con Nelli Scilabra segretario regionale il Pd somiglierebbe alla Formazione professionale siciliana gestione da lei gestita: ovvero un grande ‘bordello’ economico e sociale.

Detto questo, abbiamo la sensazione che Crocetta e Lumia non verranno accontentati. E verranno lo stesso messi alla porta. Oggi l’unica carta a disposizione del presidente della Regione e del senatore del Megafono è l’antimafia. Presentandosi come gli alfieri della lotta alla mafia, Crocetta e Lumia non possono essere buttati fuori dal Pd siciliano. Perché se li mettessero alla porta il Pd siciliano – stando al sillogismo antimafioso di Crocetta & Lumia – il Pd diventerebbe un Partito mafioso.

La mossa di Crocetta e Lumia, abile secondo alcuni osservatori sul piano mediatico, è invece a nostro modesto avviso molto pericolosa. Perché i due – Crocetta e Lumia – hanno gli armadi pieni di scheletri. La stessa gestione burocratica di Palazzo d’Orleans, la sede della presidenza della Regione, è fallimentare dopo appena otto mesi.

Basterebbe – ma è solo un esempio – verificare tutte le nomine fatte dal Governo Crocetta alla luce del decreto legislativo n. 39 di quest’anno per scoprire che sono diventate o sono quasi tutte illegittime.

Ma se si trattasse solo di illegittimità amministrative (che già sono gravi, comunque) sarebbe nulla. Crocetta e Lumia, non soltanto in questi otto mesi, ma anche negli anni passati, hanno operato con estrema temerarietà, fidando – questo sì – su appoggi solidi negli ambienti ‘giusti’, e sul fatto che nessuno avrebbe messo il naso nei loro ‘altarini’.

Fino ad ora ha prevalso l’analisi sul presente e, soprattutto, sul futuro. Crocetta, eletto anche con i voti del Pd, non può pensare di fare tutto insieme con Lumia, lasciando – come ha fatto in questi otto mesi – il Partito democratico fuori dalla Giunta. E non può pensare, come sta facendo, di costruirsi un Partito – il Megafono – a spese del Pd.

Ieri, durante i lavori della direzione regionale del Pd siciliano, si sono profilati due scenari opposti: un Pd che pressa per entrare in Giunta e un Pd che pressa per non lasciarsi logorare.

I due scenari, lo ripetiamo, sono antitetici. Ma sono gli unici due percorribili. Perché il Pd siciliano, già piuttosto logorato dopo otto mesi di Governo Crocetta, non può continuare a farsi logorare.

Anche perché – e questo non è un elemento secondario: anzi – Crocetta, i suoi dodici assessori finto-tecnici e il suo ‘cerchio magico’ stanno governando male. La Sicilia affonda. La sessione legislativa estiva, che andrà in scena a Sala d’Ercole nelle prossime tre settimane, si annuncia difficilissima per il Governo.

Con molta probabilità, continuando di questo passo, per la Sicilia, sotto il profilo sociale, si profila un autunno molto ‘caldo’. Continuare ad appoggiare il Governo Crocetta dall’esterno, senza potere incidere sulle scelte strategiche (ammesso e non concesso che, fino ad oggi, il presidente Crocetta e Lumia abbiano avuto una strategia), restando fuori dalla ‘stanza’ dei bottini’, per il Pd siciliano sarebbe un suicidio politico.

Foto di prima pagina tratta da tempostretto.it

 

 


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