La Buona Pasqua di Terna: “Impossibile interrare i cavi dell’elettrodotto”

Nei giorni scorsi i vertici di Terna, la società che sta realizzando un elettrodotto sulle teste degli abitanti dei centri della Valle del Mela, in provincia di Messina, hanno dato la “Buona Pasqua” alla politica siciliana e a tutti i cittadini dell’Isola che non vogliono essere bombardati dalle onde elettromagnetiche. Ignorando la mozione approvata dall’Ars e le proteste degli abitanti della Valle del Mela, hanno ribadito che non hanno alcuna intenzione di cambiare tracciato all’elettrodotto.

Insomma, la Sicilia, per i “Signori dell’energia”, resta una ‘colonia’. E nelle ‘colonie’, si sa, non si spendono soldi per tutelare a salute degli abitanti che, infatti, sono e restano ‘coloni’. Si ammalano? Muoiono? cavoli loro.

Di fatto, le audizioni di questi signori presso le varie Commissioni legislative dell’Ars sono solo una perdita di tempo. Perché non sono questi gli strumenti da utilizzare per far cambiare idea a Terna. Idea che, si spesa, comincia a maturare anche nelle teste dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. L’unico linguaggio che si parla con certo soggetti è quello della protesta popolare e dei blocchi dei lavori. Come a Niscemi. Il resto sono chiacchiere. 

Le deliberazioni del Parlamento siciliano, per i “Signori dell’energia” non servono a nulla. Dal loro punto di vista hanno pure ragione. Oltre sessant’anni di ‘ascarismo’ hanno abituato tutti i vari ‘predoni’ dell’ambiente a fare il bello e il cattivo tempo. Hanno massacrato Milazzo, Gela, Priolo, Melilli con la chimica ‘pesante’. Hanno martoriato Augusta con le raffinerie di petrolio. Hanno ottenuto incredibili autorizzazioni per realizzare il rigassificatore a un chilometro dalla Valle dei Templi di Agrigento. Perché mai dovrebbero tirarsi indietro nella Valle del Mela? Solo perché migliaia di siciliani non vogliono morire di leucemia? Si arrangino e imparino a convivere con le onde elettromagnetiche.

“La Regione Sicilia – ha affermato i vertici di Terna nell’ultima audizione pesos la quarta Commissione dell’Ars – a causa dell’attuale rete elettrica insufficiente e vetusta, è sottoposta a rischio black out, come dimostrano i numerosi distacchi degli ultimi anni. La nuova linea garantirà la sicurezza elettrica e incrementerà la capacità di trasporto tra la Sicilia e il Continente.

In questo modo – hanno aggiunto – diminuirà il vincolo per gli operatori del mercato elettrico, favorendo una maggiore concorrenza e una maggiore produzione (fino a 700 MW) da impianti a fonti rinnovabili, invece di costringere i siciliani all’utilizzo di centrali di produzione obsolete e altamente inquinanti, che comportano un differenziale di prezzo dell’energia del 35% rispetto al resto d’Italia, con un costo collettivo di oltre 600 milioni di euro l’anno (il ritardo maturato a tutto il 2012 è costato dunque alla collettività oltre 3,5 miliardi di euro)”.

E le onde elettromagnetiche? E le leucemia? Terna ha poi ricordato il lungo percorso di condivisione con gli Enti locali, che ha anticipato il confronto con il territorio alla fase di pianificazione strategica dell’opera, nel 2005.

“Dopo oltre 100 incontri e sopralluoghi per la definizione dei criteri localizzativi e del percorso della nuova linea – hanno precisato – si è giunti nel gennaio 2007 al Protocollo d’Intesa con tutti i Comuni interessati, la Provincia di Messina e Regione Sicilia”.

Terna ha dunque inviato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di autorizzazione, concessa nel 2010, di un intervento ampiamente condiviso con il territorio, associando alla nuova linea (lunga 105 km, di cui 36 km in suolo siculo), su indicazione degli Enti locali, un piano di dismissioni di oltre 170 km di vecchie linee, di cui 80 km in Sicilia.

“In particolare – hanno detto – circa 14 km saranno demoliti nel Comune di Pace del Mela e 7 km in quello di S. Pier Niceto, buona parte delle quali attualmente insistono vicino agli abitati, liberando nella Provincia di Messina ben 1.151 edifici collocati a distanza di 100 metri dalle linee esistenti oggetto di smantellamento, dei quali 636 nell’Area elevato rischio ambientale. La realizzazione dell’opera, infine, porterà lavoro per 170 imprese e 90 lavoratori quotidianamente coinvolti nei cantieri, parte dei quali siciliani”.

Impossibile poi l’ipotesi di interramento della linea. “I cavi interrati, in caso di guasto – hanno concluso i tecnici di Terna – richiedono tempi di riparazione dell’ordine di settimane, durante le quali la rete elettrica circostante deve assolvere ai compiti della linea in cavo non più in servizio. Ma la rete elettrica esistente in Sicilia è obsoleta e poco magliata, e perciò già ora non più sufficiente a garantire con adeguati margini di sicurezza la continuità di alimentazione di una vasta area del territorio”.

Non ci stanno i rappresentanti del Coordinamento ambientale Tutela del Tirreno, che manifestano delusione circa l’intervento del rappresentante del Governo, Mariella Lo Bello, che “continua a proporre un ulteriore tavolo tecnico senza che la società Terna abbia manifestato la benché minima intenzione di mettere in discussione il tracciato e l’intero progetto”.

“Continua un triste balletto – si legge nel comunicato – dove, tra la lo sconforto delle popolazioni e delle associazioni, i Sindaci timidamente chiedono di trovare una soluzione condivisa, mentre Terna continua a manifestare la propria arroganza e il Governo regionale, invece, perde tempo dimenticando la mozione grillina approvata dall’Ars”.

“Nel frattempo – si legge infine – la società Terna, fiduciosa che nessuno frapporrà ostacoli, progetta un ulteriore elettrodotto Sorgente-Rizziconi”.

Il disappunto dell’avvocato Nino La Rosa, portavoce del coordinamento non si fa attendere: “Abbiamo partecipato fiduciosi anche per rispetto del presidente della commissione, Ambiente, Giampiero Trizzino, che ci ha convocato, ma la sensazione che ci rimane è quella che il Governo non abbia letto i nostri documenti, perché non li cita. Inoltre non si capisce perché si continui a far partecipare Terna a queste riunioni, come se fosse un ente no profit, visto che si è fatta beffe delle richieste di sospensione dell’assessore Lo Bello. Chiediamo, ancora una volta – conclude La Rosa – che il Governo regionale finalmente adotti una posizione ferma e chieda al Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di imporre a Terna la sospensione dei lavori, in attesa di trovare una soluzione condivisa con le popolazioni interessate”.

Nel frattempo, Valentina Zafarana, parlamentare del M5S dà appuntamento al prossimi tavolo tecnico che si terrà dopo Pasqua.

“Ci riaggiorneremo – dice – la deputata delll’Ars – attraverso tre tavoli tecnici a cui parteciperemo con la presenza del presidente della IV commissione Ambiente. La tutela dell’ambiente e il diritto alla salute devono essere garantiti: ciò può realizzarsi solo attraverso il rispetto delle leggi nazionali e delle direttive comunitarie vigenti in difesa di ambiti territoriali ad alto rischio di crisi ambientale e sottoposti a protezione speciale”.

Elettrodotto della Valle del Mela, l’11 Aprile nuovo round con Terna

 


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