“21/12- Una donna allo specchio” tra erotismo, provocazione e ipocrisia

Abbiamo incontrato la scrittrice palermitana, Fabiola Gasparro, e con lei proveremo a scoprire il suo primo lavoro “21/12 Una donna allo specchio”. Attraverso ben 16 capitoli che ripercorrono la vita seppur movimentata e scandalosa di una donna fragile quanto, al contrario, forte e determinata, si assiste ad un graduale approccio col sesso e pian piano col “PROIBITO” da troppo tempo cercato , da parte di uno spirito libero, indipendente e senza timori sessuali , decisamente lontano da schemi dettati da una mentalità retrograda e a volte crudele della massa che la protagonista, Anna, non accetta e non accetterà mai.

Ma lasciamo che sia la scrittrice a dirci, intanto, cosa l’ha spinta a scrivere “21/12 Una donna allo specchio” ed a quale tema vuol sottoporre l’attenzione di chi lo legge:

“Con “21/12 Una donna allo specchio” ho voluto affrontare quella che oserei definire l’incurabile malattia di una società, ancora oggi purtroppo, assai ipocrita e troppo spesso impropriamente giudice censorio che, nell’affannoso tentativo di raggiungere lo stesso prototipo di perfezione, difende falsi luoghi comuni ed un’idea del male e del bene quasi sempre confusa e distorta. Una società che vuole imporre canoni comportamentali uguali per tutti come fossimo macchine uscite dalla stessa fabbrica, non considerando limiti o inclinazioni di ogni singolo individuo e mettendoci inevitabilmente in costante competizione l’uno contro l’altro per il raggiungimento dello stesso ideale”.

 

In che modo la società vuol metterci in competizione? 

 “Una persona più razionale appare più pronta alle avversità della vita mentre quella impulsiva è la più esposta ad ogni tipo di rischio. Perché permettere che gli altri ci dicano cosa sia giusto fare piuttosto che consigliarcelo? Dovremmo  tenere in considerazione solo noi stessi e le nostre capacità, assecondando il nostro modo di essere così da non dover competere mai con nessuno, valutando quel gradino in più raggiunto, l’unico nostro vero successo, impegnandoci a non guardare mai gli altri.

Un’ipocrisia messa spesso in evidenza, che fai emergere a tratti in ogni capitolo e che spiegherebbe quanto, per l’autrice, tutto abbia la necessità di confrontarsi inevitabilmente con la sua stessa immagine riflessa ad uno specchio. Per questo hai scelto questo titolo?

 “Esattamente! 21/12 è chiaramente una data di nascita, casualmente la mia, formata da due numeri decimali che sembra si guardino o si riflettano come fossero due numeri in uno. Persino il nome della protagonista, Anna, è un palindromo, così come è ambigua la natura stessa di questa donna assai combattuta”.

Come mai la protagonista è una donna, saresti tu Anna? 

 “Potrei rispondere che ho scritto 21/12 perché sono una donna, così come avrei potuto scegliere, come protagonista, anche una figura maschile, dal momento che voglio denunciare la facilità con la quale un po’ tutti si è portati a giudicare gli altri, additare per poi condannare. Purtroppo, però, nonostante la parità dei sessi di cui si parla spesso e che specie noi donne siamo convinte di avere finalmente raggiunto, alla resa dei conti, non si capisce come mai quel famoso ago della bilancia continui a pendere sempre dalla stessa parte. Nonostante la donna oggi abbia ottenuto un posto accanto all’uomo quasi in ogni settore, in quello del lavoro come in politica e comunque socialmente parlando, nella sfera sessuale dobbiamo tutti ammettere che è solo la DONNA l’unica vera vittima di una società che le vuole limitare la sua libertà, intaccando persino la sua identità e mortificandola non poco.   Sono convinta che ancora oggi, purtroppo, la nostra società è organizzata su criteri di produttività, imponendo a noi donne il ruolo di sempre, con la solita banale giustificazione (usando una buona dose d’ ipocrisia, appunto) che si voglia solamente proteggere il sesso, cosiddetto debole””.

 21/12 Una donna allo specchio” è stato presentato dal tuo editore (leggo testualmente): “Un romanzo dalla forma assai elegante anche se dai toni forti, a tratti quasi violenti ed aspri quando, attraverso le esperienze vissute dalla protagonista, ricalca intenzionalmente ogni scena con un’attenta e minuziosa scrupolosità dei particolari, attirando in tal modo, l’attenzione del lettore e trascinandolo in un coinvolgente vortice di emozioni”.  Per la scelta di voler descrivere scene altamente erotiche ho percepito anch’io, infatti, una certa sfida da parte tua. Ma verso chi o cosa?

 “Più che sfida chiamala pure “PROVOCAZIONE”. E’ mia intenzione, infatti, attirare l’attenzione del lettore (così come farebbe qualsiasi autore per la propria opera) per trascinarlo, altresì, in un coinvolgente turbinio emotivo, certa d’avergli provocato una qualche “REAZIONE”, sia essa positiva o negativa poco importa, in modo da costringerlo a identificarsi con il personaggio di 21 o in quello della 12”.

Quasi come fatto di proposito, non è ben chiaro chi sia la vera protagonista, avendo scelto come scenario uno studio di psicoanalisi ed avendo articolato l’intero racconto attraverso un dialogo fra ben due figure: Anna e Andrea. Ce le vuoi descrivere? 

 “E’ vero, in realtà sono due le figure protagoniste di questa passionale ed intrecciata storia, Anna ed Andrea, assai diverse caratterialmente tra loro così come le loro abitudini e che, pertanto, non riescono a raggiungere un punto d’incontro, ritrovandosi in più di un’occasione, a dovere difendere i propri principi ed il proprio stile di vita, come se ci fosse, appunto, uno “SPECCHIO” tra di loro. Fino a quando, inspiegabilmente ed inconsciamente, attraverso un sempre più frequente scambio di ruoli tra le due parti, scopriranno di essere state entrambe alla continua ricerca di un proprio equilibrio interiore, cercandolo, invano in un’altra parte di sé”.

Parlami adesso delle figure di sfondo. Chi sono e che ruolo hanno ? 

 “I personaggi di sfondo come, ad esempio, i parenti della protagonista, svolgono, alla pari delle comparse di un film, un ruolo sì secondario ma di certo determinante per l’evolversi delle vicende e della personalità stessa di Anna. Causa principale della sua ribellione, interpretano il pensiero distorto di una mentalità comune che Anna rifiuta di accettare”.

Alla luce di tutte queste considerazioni, chi volesse leggere 21/12 si troverebbe di fronte ad un libro a sfondo fondamentalmente erotico? 

 “L’erotismo diventa solo un mezzo per provocare una reazione forte”.

D’altro canto, l’intero racconto si articola attraverso storie, infondo, comuni ad ognuno di noi. Una vita fatta di amori, speranze, illusioni, gioie e dolori ma che, proprio come capita alla protagonista del mio romanzo, dovrebbe portare ognuno di noi ad una costante domanda: “Chi sono io, 21 o 12 ?” 

“Questa è la domanda che Anna si porrà durante tutto il racconto e questa la risposta che solo un lettore attento potrà trovare, con un’imprevedibile colpo di scena, solo alla fine di questo intrigante e coinvolgente romanzo”.

Fabiola…mi dici cos’è per te, a questo punto, la TRASGRESSIONE “Sicuramente la stessa di Anna. Personalmente cancellerei questo termine dal vocabolario. Trasgressione significa uscire fuori dal binario, eccedere i limiti imposti da una norma….ma quale “NORMA? Quel che per te è sinonimo di trasgressione potrebbe non esserlo per me. Questo solo importa, tutto il resto è assolutamente soggettivo”.

 


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