Ars, la vergogna del pignoramento

Brutte notizie per i vertici dell’Assemblea regionale siciliana. Stamattina, infatti, il Giudice del Lavoro presso la Corte d’Appello del Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di sospensiva dell’esecutività della sentenza di primo grado proposta dagli uffici di Palazzo Reale, sede del Parlamento dell’Isola. Una tegola in testa per il presidente dell’Ars uscente, Francesco Cascio, per il segretario generale, Giovanni Tomasello, e, in generale, per tutto il ‘Palazzo’ che, il 19 ottobre, rischia adesso di sborsare 24 milioni di euro.

La storia è nota. Settantasei dipendenti dell’Ars hanno presentato un ricorso chiedendo somme arretrate: 18,5 milioni di euro più gli arretrati. Totale: circa 24 milioni di euro.

Il Tribunale ha dato ragione ai dipendenti. Gli uffici dell’Ars non hanno pagato e i legali dei dipendenti hanno avviato la procedura esecutiva. In pratica, hanno pignorato i soldi dell’Ars.

Per il Parlamento siciliano è una vergogna, perché un Parlamento che si rispetti non si fa pignorare i propri beni. Ma considerando che l’Ars, ormai, è una sorta di ‘mammella d’oro’ da spremere (sono semplicemente incredibili gli sperperi in voga in questo ‘Palazzo’ della politica, dalla gestione ‘allegra’ dei gruppi parlamentari all’erogazione di indennità per servizio militare di leva svolto da un gruppo di alti burocrati, soldi erogati dall’attuale Consiglio di presidenza dell’Ars nonostante il “no” del Tar e la perenzione del procedimento) tutto fa brodo.

Gli uffici dell’Ars, più per disperazione che per convinzione, hanno presentato appello contro la sentenza di primo grado. Contestualmente, hanno chiesto di bloccare l’esecutività del pignoramento.

Ebbene, stamattina, come già accennato, il Giudice del Lavoro ha respinto tale richiesta. Ciò significa che il 19 ottobre il Giudice si pronuncerà sull’esecutività della sentenza. Detto in parole semplici, è molto probabile che l’Ars dovrà sborsare i circa 24 milioni di euro a tamburo battente.

Per completezza di informazione, va detto che, nell’aprile del 2014, la Corte d’Appello dei Tribunale di Palermo deciderà sul merito della vicenda. Ma poiché la sentenza di primo grado è esecutiva, gli uffici dell’Ars, pronto accomodo, ‘cacceranno’ i soldi…

 

 

 


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