Caffè amaro/ Dedicato a chi si sente italiano

La storia la scrivono i vincitori. E’ risaputo. Eppure, in Sicilia, sono in molti quelli che si ostinano a difendere le bugie ufficiali che ci hanno insegnato a scuola. Senza nemmeno darsi il pensiero di leggere qualche libro scritto dagli storiografi revisionisti, o da scrittori di grande pregio, come lo stesso Luigi Pirandello (I vecchi e i giovani, ad esempio), che grazie a Dio, hanno fatto emergere verità mai sentite prima sulle malefatte risorgimentali e sulle vere cause del sottosviluppo del Sud.

Con petto tronfio si dichiara: “Siamo tutti italiani”. Poi, per difendere la propria posizione preconcetta, si comincia a raccontare quanto ‘penosi’ siano i nostri politici e si elencano tutte (c’è l’imbarazzo) le ruberie e le porcherie che hanno fatto.

Confondendo capre e cavoli. Nessuno, infatti, nell’affermare che c’è la necessità di una rilettura storica, intende difendere la classe politica siciliana, né quella passata (dove pure si rintraccia qualche eccezione), né quella attuale.  La questione è di diversa natura: ristabilire una verità che è stata occultata.  Come si può fare finta di nulla dinnanzi al fatto che i siciliani non conoscono tutta la loro storia?

Per fortuna, da un po’ di tempo a questa parte, grazie- come abbiamo detto sopra- agli studiosi, ma anche grazie alle tante associazioni che sui social network hanno lanciato diverse campagne di informazione siciliana, sta emergendo una nuova consapevolezza. LinkSicilia presto dedicherà  una sezione specifica a questi temi, che abbiamo affrontato in numerosissimi articoli. Con la coscienza a posto di un giornale che non ha mai fatto sconti ai politicantes siculi.

Oggi solo un flash. Per chiedere a tutti quelli che “si sentono italiani” se sono poi così sicuri di essere considerati tali dal resto del Paese. Istituzioni incluse. Fulminante l’esempio delle tragiche alluvioni del messinese. Tutti ricordiamo il ritardo con cui i media nazionali sono arrivati a quell’evento terribile. Non solo. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non ha pensato di partecipare ai funerali delle vittime (tra cui un bambino), come ci ricorda in un commento Santo Trovato esperto in tema di storia siciliana. Il quale  allega il link di un video sconcertante che vi mostriamo. In quell’occasione “la Lega Calcio,  fa osservare un minuto di silenzio solo alle squadre siciliane – I morti di Giampilieri sono siciliani e non appartengono a tutti … E nessun politico siciliano ha protestato. In altre regione sarebbero fioccate le interpellanze parlamentari...”. W l’Italia!  a.s.

 

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La storia la scrivono i vincitori. E' risaputo. Eppure, in sicilia, sono in molti quelli che si ostinano a difendere le bugie ufficiali che ci hanno insegnato a scuola. Senza nemmeno darsi il pensiero di leggere qualche libro scritto dagli storiografi revisionisti, o da scrittori di grande pregio, come lo stesso luigi pirandello (i vecchi e i giovani, ad esempio), che grazie a dio, hanno fatto emergere verità mai sentite prima sulle malefatte risorgimentali e sulle vere cause del sottosviluppo del sud.

La storia la scrivono i vincitori. E' risaputo. Eppure, in sicilia, sono in molti quelli che si ostinano a difendere le bugie ufficiali che ci hanno insegnato a scuola. Senza nemmeno darsi il pensiero di leggere qualche libro scritto dagli storiografi revisionisti, o da scrittori di grande pregio, come lo stesso luigi pirandello (i vecchi e i giovani, ad esempio), che grazie a dio, hanno fatto emergere verità mai sentite prima sulle malefatte risorgimentali e sulle vere cause del sottosviluppo del sud.

La storia la scrivono i vincitori. E' risaputo. Eppure, in sicilia, sono in molti quelli che si ostinano a difendere le bugie ufficiali che ci hanno insegnato a scuola. Senza nemmeno darsi il pensiero di leggere qualche libro scritto dagli storiografi revisionisti, o da scrittori di grande pregio, come lo stesso luigi pirandello (i vecchi e i giovani, ad esempio), che grazie a dio, hanno fatto emergere verità mai sentite prima sulle malefatte risorgimentali e sulle vere cause del sottosviluppo del sud.

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