Rischio diossina per la Valle dei Templi

di Alessio Lattuca
presidente di Confimpresa Euromed Sicilia
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il Diritto alla Salute è sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e dall’art. 32 della Costituzione Italiana, che lo pongono tra i diritti fondamentali ed inalienabili di ogni essere umano. Informazione, partecipazione e condivisione di una politica responsabile e rispettosa del rapporto tra cittadini ed ambiente. Sono norme che rimbombano nella mia testa al solo pensiero di ciò che sta accadendo nella mia città. Oltre che per l’incombente pericolo che deriva dall’eventuale collocazione dell’impianto di rigassificazione sul Kaòs, a ridosso della Valle dei Templi e della Città di Agrigento e non solo, occorre preoccuparsi seriamente e lanciare l’allarme, per il pericolo che deriva dal coinvolgimento dei cementifici dell’Isola nello smaltimento di rifiuti.

Esiste, infatti, la ragionevole convinzione che tale ipotesi possa realizzarsi alla luce del fatto che i cementieri di Isola delle Femmine, Porto Empedocle, Ragusa, Catania e di Priolo sono in attesa dell’autorizzazione per il co-incenerimento del Cdr, sigla che sta per Combustibile solido ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi e urbani. (a sinistra, foto dell Valle dei Templi di Agrigento tratta dajasminefilm.com).

Intanto, recentemente, il governo regionale ha stanziato oltre 90 milioni di euro per la realizzazione di piccoli impianti di compostaggio e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, in un incontro svoltosi domenica scorsa ad Agrigento, ha dichiarato che il materiale derivato dai rifiuti sarà bruciato pure dai cementifici. Messe insieme le notizie di stampa con le predette affermazioni, anche per le città di Agrigento, Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, presenti nell’area interessata alle emissioni e ai veleni, è in arrivo una tremenda sorpresa.

Per quanti non ne fossero a conoscenza, è bene precisare che il Combustibile derivato dai rifiuti (Cdr) è un combustibile solido triturato secco, ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati ecoballe. Il Cdr viene utilizzato per l’incenerimento in appositi impianti inceneritori che, essendo dotati di sistemi di recupero dell’energia prodotta dalla combustione, producono elettricità o, assieme, elettricità e calore (cogenerazione).

Il Cdr può essere bruciato anche in forni industriali di diverso genere non specificamente progettati a questo scopo, come quelli dei cementifici, per i quali può essere un combustibile economicamente vantaggioso. Risulta utile segnalare che il cemento, ottenuto con il co-incenerimento di Cdr combustibile fossile, diventa pericoloso per la salute a causa dei rilasci dei manufatti con esso realizzati.

Il Cdr è un pericoloso composto di carta e plastica che genera la diossina, dove “tanto è migliore il processo di incenerimento tanto più tossiche saranno le ceneri prodotte”. I dati della stessa cementeria, fermi al 2006 e pubblicati sul sito della stessa fabbrica, sottolineano come per la produzione di clinker vengono immesse nell’aria sostanze tossiche. Inoltre i cementifici hanno limiti di concentrazioni di inquinanti, autorizzati allo scarico in atmosfera, superiori rispetto agli inceneritori pur avendo un flusso di emissioni maggiore.

Secondo l’autorevole istituto americano Epa (Environmental protection agency) “i cementifici sono la seconda fonte di diossine e furani grazie alla scelta di utilizzarli per bruciare rifiuti industriali”. L’Epa, però, che di sicuro non conosce la situazione Italcementi nello specifico, ha stimato che, per i cementifici che usano rifiuti come combustibile, l’emissione di diossine è pari a 24,34 nanogrammi per kilo, dunque ben diversa dalla stima della Italcementi che, al contrario, lo calcola per tonnellate. (a destra, sopra, foto del Cdr tratta da impresaoggi.com)

E’ evidente che basta solo quanto sopra per dichiararsi assolutamente contrari ad ogni forma di co-incenerimento, anche temporaneo. Peraltro esistono altre soluzioni per produrre energia senza inquinare e senza effetto serra. Va ricordato, inoltre, che nel 2008 l’Italia è stata condannata dall’Unione Europea, perché il Cdr (anche il Cdr-Q, la qualità migliore) va considerato non nuovo prodotto ma rifiuto, e deve quindi sottostare alle norme di sicurezza relative.

Risulta, pertanto, urgente ed indispensabile una proposta politica di salvaguardia dell’ambiente e di tutela della salute delle comunità che hanno avuto la sventura di nascere in un luogo così bello ma destinato ad essere devastato dall’incuria e dall’abbandono da un lato e depredato dalla avidità di alcune società forti della protezione dei potenti di turno e dalle colpevoli decisioni dei nuovi barbari.

Foto di prima pagina tratta da comitatoambientalemontemurlo.blogspot.com

 


Dalla stessa categoria

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]