Il giallo dell’oscuramento del blog di Grillo

Oggi il Blog di Beppe Grillo è tornato on line (non del tutto) dopo l’oscuramento causato ieri da Anonymous. Quello che è accaduto nelle ore del black-out merita un’attenta disamina del fenomeno, che per alcuni sarebbe sintomo della decadenza democratica in cui viviamo, per altri importante spaccato sociologico-politico da non sottovalutare, considerando che l’accesso alla Rete è ormai la nostra unica chance per comunicare con un mondo troppo vasto per averne contatto attraverso altre modalità; importanza confermata dal fatto che diverse testate giornalistiche – Il Messaggero, Il Giornale, La Stampa – hanno ritenuto opportuno passare l’informazione in prima pagina laddove non addirittura un’accurata analisi e relativi commenti.

Premesso che chi sia Beppe Grillo lo sappiamo tutti, chi sarebbero questi “Anonymous”?

Secondo la Libera Enciclopedia del web, più nota come Wikipedia, Anonymous, quale fenomeno di Internet, afferisce al concetto di singoli utenti o intere comunità online che agiscono anonimamente in modo coordinato, solitamente con un obiettivo concordato approssimativamente; può anche essere inteso come firma adottata da unioni di hacktivists, i quali intraprendono proteste e altre azioni sotto l’appellativo fittizio di “Anonymous”. Più genericamente, indica i membri di alcune sottoculture di Internet; risulterebbe composto in gran parte da utenti provenienti da diverse imageboard e forum; in più, vi sono molti network Wiki e IRC il cui scopo è quello di superare i limiti delle tradizionali imageboard: quindi, mediante questi mezzi di comunicazione, i dimostranti di Anonymous comunicano e organizzano le proteste. Non è un organizzazione tradizionale nel senso che non ha leader o partiti che lo controllano, ma si basa esclusivamente sul potere collettivo dei suoi partecipanti che agiscono individualmente in modo che l’effetto della rete benefici il gruppo.

«Chiunque voglia può essere Anonymous e lavorare per una serie di obiettivi… Abbiamo un programma che concordiamo tutti, ci coordiniamo e agiamo, ma per la sua realizzazione tutti agiscono indipendentemente, senza volere alcun riconoscimento. Vogliamo solo raggiungere qualcosa che crediamo sia importante…». Questa è l’autodefinizione data da uno dei membri di Anonymous, citato da Chris Landers nel Baltimore City Paper già nel 2008; in altre parole, lo stesso Landers l’ha definita “la prima coscienza cosmica basata su Internet… Anonymous è un gruppo nello stesso senso in cui uno stormo di uccelli è un gruppo. Come si fa a sapere che è un gruppo? Perché viaggiano nella stessa direzione. In qualsiasi momento, più uccelli possono unirsi, lasciare lo stormo o staccarsi completamente verso un’altra direzione”.

Il livello di opposizione e di potenziale protesta (che suona come una minaccia) è tutto contenuto nel motto della stessa organizzazione: 

“Noi siamo Anonymous.

Noi siamo legione.

Noi non perdoniamo.

Noi non dimentichiamo.

Aspettateci!”.

Ad Anonymous il Movimento 5 Stelle non dispiace: hanno tanti avversari in comune, dal Vaticano alla Tav fino alla Casta. Ma agli hackers di Anonymous non piace il leader-fondatore dei movimento: Beppe Grillo. Beppe Grillo, dal suo blog, ha sostenuto trattarsi piuttosto di un’azione estranea al mondo degli hackers e legata a una non meglio precisata Cupola Nera. Ma la conferma arriva nella notte ancora dagli stessi Anonymous, pur prendendo le distanze dagli autori materiali: ”Anonymous non è questo, non attacchiamo i media”. Poco importa chi ha oscurato il blog: fosse anche opera di Grillo stesso – per attirare su di se l’attenzione, come dicono alcuni – non cambierebbe l’inquietante scenario che si è palesato. Anonymous comunque rivendica pubblicamente l’attacco e chiede a Beppe Grillo di lasciare la guida del Movimento. Di seguito, la rivendicazione per l’oscuramento del sito:

“Salve Beppe Grillo,

Anonymous oggi ha deciso di regalarti un po’ della sua attenzione. Il semplice fatto che l’accesso alle tue liste sia proibito agli stranieri, che tu sia un populista che cerca di raccogliere consensi senza arte né parte e che per più volte (come da foto) (allegata alla rimostranza, n.d.a.) ha magistralmente eseguito il saluto romano al tuo seguito e ai media, sostenendo la politica di repressione fascista, basterebbe per giustificare il perché di tanto accanimento.

“Sfortunatamente altri motivi ci spingono a schierarci contro di te (e sia chiaro, non contro i poveri ignari che credono a tutto ciò che dici prendendolo per oro colato, ergo il tuo Movimento). Il fatto che sostieni la medicina alternativa, chiamata “nuova medicina” dai presunti medici che la praticano, e approvi iniezioni di bicarbonato di sodio in perfusione endovenosa per liberare il corpo dai ‘funghi che provocano il cancro’ ha creato taciti consensi che han causato persino morti. Tralasciamo inoltre la devastazione della barriera corallina indotta dalla miseria che è la tua barca e i tuoi inutili tentativi di riparare al danno proponendone la ricostruzione (come se l’equilibrio ambientale fosse rimpiazzabile). Ci chiediamo, in verità, perché non liberi il Movimento dal tuo nome.

“Il caso più deplorevole riteniamo che tu lo abbia raggiunto con la scomparsa del microscopio elettronico (per cui hai contribuito nella raccolta fondi ai tuoi comizi) che serviva ai ricercatori per dimostrare che il plasma utilizzato negli inceneritori di ultima generazione è peggiore ai metodi precedenti, poiché in grado di produrre nanoparticelle che, per via aerobica quanto per contatto penetrando dall’epidermide, ricerche da prima che hai sostenuto quali veritiere, ma che poi hai tacciato non solo di esser state copiate, ma persino di essere sbagliate, sottraendo il microscopio che (preventivamente) avevi fatto intestare ad una ONLUS ai ricercatori, impedendo così il loro lavoro.

“Ti ringraziamo per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente), ma da bravo cittadino, con la massima deferenza, dovresti dare le chiavi del tuo Movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne.

Le nostre più sentite scuse agli amministratori del tuo sito e al provider per l’attacco.”

We are Anonymous. We are Legion. We do not Forgive. We do not Forget. Expect us.

All’interno di Anonymous quest’attacco ha creato una spaccatura; qualche membro lo ha rivendicato come effettuato da una cellula AnonOps, server irc in cui si riuniscono vari coordinatori. Una cellula specializzata in botnet che ha utilizzato i mezzi a sua disposizione per oscurare il sito beppegrillo.it; cellula amministrata da molti coordinatori in cui ognuno ha potere di postare ciò che ritiene importante, informando in tempo, se è possibile, le altre cellule o coordinatori AnonOps.

“AnonOps” non è Anonymous, viene sostenuto vivacemente, ma una rete dove gli Anonymous si organizzano e comunicano da svariati anni. I settecento commenti e il resto sono stati cancellati per ovvi motivi: cancellando i post anche i commenti vengono cancellati. La cellula operante è stata momentaneamente esclusa dall’amministrazione del blog, fino a quando l’intera comunità (quindi anche chi ha commentato i post dell’attacco) potrà decidere la legittimità dell’attacco con un sondaggio. Firmato: Mendax. In realtà, gli svarioni di Grillo sono stati parecchi ultimamente, dal terremoto alla mafia al reato di vilipendio del Presidente della Repubblica. Cito dalle sue recenti dichiarazioni:

“Questa bomba ricorre in un periodo storico molto simile a quello del ’92/’93. Furono le bombe del Pac di Milano, dei Georgofili a Firenze allora a precipitarci in un ventennio infame di cui stiamo pagando le conseguenze e a impedire ogni cambiamento. Spero che Brindisi, che segue l’attentato a Adinolfi a Genova, non sia l’inizio di una militarizzazione del territorio, di leggi speciali, di neo terroristi e di depistaggi. Cui prodest questo attentato? Alla criminalità brindisina il cui territorio sarà controllato da tutti corpi di Polizia per mesi? Alla mafia siciliana che si vendica così della commemorazione della morte di Falcone? Cui prodest la morte di una ragazza che andava a scuola?”

E poi ancora scriveva: “Nel ventennale della strage di Capaci, a Brindisi era attesa una carovana anti-mafia proveniente da Roma. Coincidenze? Io ho smesso di crederci da tempo, da quando ho visto da bambino per la prima volta Andreotti in televisione. Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi. Gli italiani lo pensano e io lo dico: da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell’aria elettrica come prima di un temporale. Le indagini ci diranno chi sono i colpevoli. La prima pista è quella della criminalità organizzata. Io spero che siano trovati i delinquenti che l’hanno collocata e i mandanti. Soprattutto i mandanti. Le stragi, e questa poteva esserlo se l’esplosione fosse avvenuta pochi minuti più tardi con l’arrivo di altri pullman di studenti, in Italia hanno sempre avuto colpevoli, ma non mandanti. Da piazza Fontana, alla stazione di Bologna, a piazza della Loggia, a Capaci, a via D’Amelio”.

Insomma, l’accostamento con lo stragismo è più che evidente. “Nei momenti di cambiamento o meglio in cui il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energia. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita”.

Per fortuna, ad oggi, pare che la previsione del leader del Movimento 5 stelle sia stata errata: non ci sarebbe nessuna forza che vuol mantenere gli interessi costituiti, ma solo un benzinaio di 68 anni, di Lecce, che ha azionato le bombe con un telecomando e ha ucciso l’innocente Melissa.

Ma Grillo non è l’unico a sostenere questa tesi; con altri esempi a sostegno, la stessa preoccupazione è stata manifestata dall’ex pm Antonio Di Pietro, dal sostituto procuratore di Palermo, Antonino Ingroia, e da Walter Veltroni anch’egli fornendo la sua disamina: “Tutto fa pensare, cominciando dall’uso di un telecomando ad un attentato, a una dimensione terroristico mafiosa”.

In sintesi, un Movimento e un leader di Movimento che fanno discutere; e non solo discutere, ma anche protestare, studiare, osservare attentamente, partecipare, opporsi, stupirsi. Pare che lo stesso Berlusconi passi almeno un paio di ore al giorno a visionare i filmati di Grillo e a leggere i testi pubblicati sul suo blog. «Sto facendo un’esegesi dei suoi discorsi», ha rivelato. E ha aggiunto: «Dice alcune cose giuste e altre sbagliate». Non sarebbe la prima volta che il Cavaliere si traveste da semiologo. Ma se oggi il Berlusca studia il Savonarola genovese, è perché al fondo teme di essere stato depredato. Non a caso sostiene che «Grillo è la mia brutta copia». D’altronde il sogno di Silvio Berlusconi è di “tornare nelle piazze”, con “il microfono in mano” a spiegare la visione delle cose del PdL.

Insomma, dopo che gli ultimi dati di giugno dell’Istituto Demopolis hanno consacrato il Movimento 5 stelle al secondo posto nel panorama nazionale con il 16%, Grillo comincia a raccogliere apprezzamenti e sostegno da tutte le parti. Anche dai fascisti: Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, in un’intervista all’Espresso ha sostenuto di condividere alcuni messaggi politici di Grillo aprendo uno spiraglio per una eventuale alleanza con il Movimento 5 Stelle. Bisognerà solo capire come la base del Movimento, aperta alla democrazia dal basso e alla partecipazione popolare, considererà questo tipo di sostegno. Intanto Grillo continua a puntare in alto. Altro che secondo partito nazionale, “noi siamo il primo movimento di cittadini in Europa”. Ne è convinto e lo ha ribadito durante il suo intervento di ieri sera a Quartucciu (Cagliari) a sostegno della lista del Movimento 5 Stelle per le comunali del 10 e 11 giugno.

“Siamo un miracolo, un movimento fatto di persone oneste; in tanti si stanno iscrivendo, anche carabinieri e poliziotti. I nostri candidati sono incensurati, non ci sono estremisti tra di noi”, ha tuonato il leader del Movimento, aggiungendo che “ci temono perché stiamo crescendo in tutta Italia. Ci accusano, vogliono sapere cosa c’e dietro, ma ci vuole una mente contorta per non capire che noi vogliamo fare le cose gratuitamente, solo per bene degli altri, senza guadagnarci”.

Quale sarà il “piano” che Grillo e i suoi seguaci hanno in mente?

L’unica cosa certa – a sentire quel che si mormora in quella zona grigia che sta nel triangolo fra il Movimento 5 stelle, l’Italia dei valori e il vecchio network dei girotondini – è proprio l’esistenza del piano. Un piano che porta dritto dritto alla candidatura di Beppe Grillo al Quirinale. Sulle prime sembrerebbe roba da fantapolitica; ma pare che Grillo, insieme con Casaleggio, avrebbe istruito la pratica studiando il precedente che nel 1999 portò i Radicali a fare il pieno di voti alle Europee, sfruttando proprio la concomitanza con la fine di un settennato, che nella fattispecie era quello di Oscar Luigi Scalfaro. Partendo da un sondaggio Swg, secondo cui il 31% degli italiani avrebbe voluto Emma Bonino presidente della Repubblica, la premiata orchestra di Marco Pannella, sostenuta dalla stampa internazionale e da testimonial di lusso (da Indro Montanelli a Lucio Dalla), imbastì una campagna mediatica che portò le liste dei radicali a sfiorare il 9 per cento nazionale. Un record mai più battuto.

Grillo ha intenzione di muoversi allo stesso modo, candidandosi pubblicamente alla successione a Giorgio Napolitano, uno dei suoi bersagli preferiti, con l’obiettivo di incrementare i voti del Movimento 5 stelle alle elezioni politiche. Dove può arrivare una campagna «Beppe for president»? Se prendiamo per buoni i dati pubblicati da Renato Mannheimer sul Corriere della sera del 27 maggio, «un italiano su tre simpatizza per i grillini».

Altro che lasciare il Movimento, malgrado tutti gli hackers della Rete.

 

 

 

 


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