Melbourne, la finale è Nadal-Djokovic

Ad un certo punto sembrava finita. Murray va a servire per il terzo set e Djokovic non riesce a più a tenere il ritmo di un avversario che sembra sempre più tranquillo. Invece no, Murray riesce a regalare il break. Nonostante gli sforzi però, lo scozzese proprio non riesce a perderlo questo terzo set e si trova avanti due set a uno. Dall’altra parte Djokovic boccheggia, orami da circa un’ora e mezzo. Sembra che non ce la faccia più, urla e strepita rivolto verso il suo angolo. Venti minuti dopo invece che sotot la doccia i due sono sul punteggio di due set pari dopo un 6-1 con tre break a favore del serbo.

Il quinto set torna alla normalità fino al sesto gioco, servizio Murray. Sulla palla break un recupero di Djokovic, ancora più insensato di quello fatto ieri da Nadal sulla palla break decisiva del suo match con Federer, raggiunge la luna e precipita sull’ultimo metro del campo di Murray. Lo scozzese riesce a giocare un colpo in più del Federer della sera precedente, ma vincere tre volte lo stesso punto è impresa improba per chiunque e Murray cede servizio e, sembra, partita. Si arriva così sul 5-3 con il serbo che serve per andare a recitare il solito canovaccio, dopodomani contro Nadal. Lì non ne imbrocca una, Murray gioca come in paradiso, strappa il servizio, e sullo slancio si porta sul 5 pari 15-40. Ecco, alla fine lo vincerà questo benedetto slam un britannico. Come no, figurarsi. Djokovic recupera tutto quanto e chiude in gloria su un raccapricciante turno di servizio del povero scozzese.

Abbiamo cominciato dalla fine perché francamente fino alla metà del terzo set abbiamo visto uno spettacolo degno della prima settimana di questo poco avvincente torneo. Break in continuazione, braccia contratte, soluzioni tattiche inesistenti, la seconda semifinale riusciva ad essere persino meno spettacolare di quella tra Federer e Nadal. Il primo set viveva di tre break, arrivati tutti quanti nella parte centrale, sequenza dalla quale usciva vincitore il serbo, che si portava persino sul 2-0 del secondo e con l’opportunità di arrivare 3-0 con il doppio break. Da quel momento il serbo non teneva più un servizio e si faceva raggiungere, in una gara a chi sbagliava di più, sul set pari. Dalla metà del terzo, come raccontato, la vicenda si faceva epica e persino il livello di gioco saliva vertiginosamente. Rimane, per le anime candide come quella di chi scrive, il mistero di alcuni giocatori contemporanei che iniziano l’incontro in debito di ossigeno e lo finiscono con l’aria di chi ha bisogno di una corsetta o una nuotatina per allenarsi un altro po’. Due di questi si affronteranno domenica prossima per la finalissima, mettetevi comodi e preparatevi a urla, recuperi e grugniti. E alle scuse al povero mister Laver per non essere riusciti a mettere dall’altra parte una volèe decente.

Per quanto possano fare i maschietti, difficilmente i loro decibel arriveranno a sfiorare le inimmaginabili vette che le signore Azarenka e Sharapova raggiungeranno nella nottata italiana. Arrivate in finale a forza di urla e botte, sia consentito di esagerare un po’, incapaci di una variazione che una, si assisterà ad un fantastico braccio di ferro tra due che, di loro, sembrano anche aggraziate e fragiline. Ma appena vedono una rete, delle linee, una racchetta e delle palline le due si trasformano in incredibili fighters che eviteresti volentieri di incontrare in vicoli bui. La bielorussa Azarenka è alla sua prima finale mentre la siberiana Sharapova ha cominciato nell’ormai lontano 2004 ed è alla sua sesta finale con un buon bilancio (3-2). Come già nel caso delle due semifinali maschili, la partita è piena di incognite, la Azarenka è in questo momento più in palla, ma già contro la Clijsters ha rischiato grosso. Dall’altra parte la Sharapova non è certo ai livelli pre-infortunio e il servizio rimane un vero tormento, ma se l’altra mostra un solo cenno di debolezza sarà prontissima ad approfittarne. Giocassero bene a tennis e non si limitassero a colpire fortissimo sarebbe una gran partita, purtroppo possiamo solo sperare in un po’ di pathos.

 

Risultato seconda semifinale maschile: Djokovic b. Murray 6/3 3/6 6/7 (4) 6/1 7/5

 


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Ad un certo punto sembrava finita. Murray va a servire per il terzo set e djokovic non riesce a più a tenere il ritmo di un avversario che sembra sempre più tranquillo. Invece no, murray riesce a regalare il break. Nonostante gli sforzi però, lo scozzese proprio non riesce a perderlo questo terzo set e si trova avanti due set a uno. Dall'altra parte djokovic boccheggia, orami da circa un'ora e mezzo. Sembra che non ce la faccia più, urla e strepita rivolto verso il suo angolo. Venti minuti dopo invece che sotot la doccia i due sono sul punteggio di due set pari dopo un 6-1 con tre break a favore del serbo.

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