Protezione civile, va in scena l’operetta

Domanda: chi governa la Protezione civile della Sicilia? Risposta: si governa da sé. Quello che ora vi racconteremo vi sembrerà inverosimile, forse un po’ paradossale, ma sono fatti che stanno accadendo in queste ore. Mentre scriviamo la Protezione civile regionale è abbandonata a se stessa. Eppure si tratta di un servizio importantissimo, che poco più di un mese fa ha risolto problemi enormi nel Messinese durante le travagliate ore dell’inondazione.
Ebbene, da sei giorni l’amministrazione regionale non sa che fare. Si è ‘incartata’. E se in questi sei giorni non è successo nulla lo si deve al buon Dio, che ci ha risparmiato nubifragi o altri problemi, e ai 29 dipendenti precari della sala operativa della Protezione civile che, pur senza contratto – e senza alcuna indicazione da parte dell’amministrazione regionale – hanno comunque assicurato il servizio. Ma andiamo con ordine.
Si sa che alla fine del 2011 scade il contratto ai precari che prestano servizio presso la Protezione civile regionale. Il governo e l’Assemblea regionale siciliana, insieme, hanno programmato una mega-stabilizzazione di personale precario a chiusura d’anno. Una sorta di concorso ‘addomesticato’ per intruppare nei ranghi dell’amministrazione regionale altri mille e 600 precari. Tra questi ci sono anche i precari della Protezione civile.
L’operazione è un po’ ardita. Perché non è detto che il commissario dello Stato farà passare questa ennesima ‘abbuffata’. Governo e Assemblea regionale, però, sono convinti di farcela. Forse perché hanno, o ritengono di avere, ‘i cani attaccati’. O forse perché la metà di questi precari svolge servizi essenziali: Protezione civile, acqua e rifiuti (ex agenzia delle acque) e Valutazione di impatto ambientale (Via) e Valutazione ambientale strategica (Vas), servizi essenziali per la pianificazione urbanistica assicurati dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
Con questi assi nella manica – pensano governanti e politici siciliani – il commissario dello Stato non impugnerà mai la legge. Invece si sbagliano, perché il commissario dello Stato impugna stabilizzazioni e proroghe (forse perché ha ricevuto indicazioni ntal senso da Roma? chissà). E qui la politica siciliana – l’attuale politica siciliana – mostra la propria pochezza e i propri limiti (anche in termini di conoscenza di meccanismi legislativi e amministrativi).
L’impugnativa arriva negli ultimi giorni dell’anno. Governo e Assemblea corrono ai ripari confezionando, di fatto, una nuova legge che prevede, tra le altre cose, la proroga di tre mesi per i precari della Protezione civile, dell’ex Agenzia delle acque e rifiuti e dell’assessorato al Territorio e Ambiente. Nella nuova legge c’è scritto che la proroga parte dall’1 gennaio.
Peccato che la legge approvata dall’Ars, prima di essere pubblicata, deve passare dal vaglio del commissario dello Stato, chiamato a verificare l’eventuale presenza di passaggi incostituzionali. Dopo la ‘sosta’ tecnica presso gli uffici del commissario dello Stato (cinque giorni) ci vogliono altri giorni per la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Perché nel nostro Paese – nel caso in cui, tra governo e Ars qualcuno se ne fosse dimenticato – una legge entra in vigore il giorno in cui viene pubblicata in Gazzetta.
Facendo due più due, va da sé che l’1 gennaio di quest’anno i precari della Protezione civile non avrebbero potuto avere in tasca la proroga. Dopo aver combinato l’inchiappo – perché di un inchiappo a tutti gli effetti si è trattato – il presidente della Regione e gli assessori ‘amministrativisti’ vanno in vacanza.
L’1 gennaio, il gran casino. I dipendenti della sala operativa della Protezione civile non sanno che fare: andare a no a lavorare? E con che contratto? Certo, la legge di proroga recita, per l’appunto, che la proroga parte dall’1 gennaio. Ma per la pubblicazione della legge, bene che andrà, se ne parlerà il 10 gennaio. E a che titolo gli uffici pagheranno i primi 10 giorni di lavoro?
I precari della Protezione civile decidono di non abbandonare la sala operativa. Ed è anche logico: si tratta del luogo che tiene i contatti con la Protezione civile nazionale e con i quasi 400 sindaci dei Comuni siciliani, segnalando eventuali pericoli e facendo intervenire i soccorsi in caso di emergenze. C’è, però, un piccolo particolare: a partire dall’1 gennaio i 29 dipendenti della sala operativa della Protezione civile regionale sono abusivi a tutti gli effetti.
Per due giorni – che volete: bisogna dare il tempo al presidente della Regione, agli assessori regionali e ai dirigenti generali di smaltire i postumi del cenone e del pranzo di Capodanno: almeno 48 ora glieli dobbiamo concedere, no? – si passa in cavalleria. Ieri, invece, va in scena l’operetta.
Che succede? Succede che il dirigente del servizio Emergenza, ingegnere Mario Arrigo si rende conto che, forse, con i 29 ‘abusivi’ nella sala operativa della Protezione civile qualche cosa non va. Così, sulla base di una nota, anzi di un’e.mail della dottoressa Maria Licata chiede se è disponibile altro personale per sostituire gli ‘abusivi’. La risposta sembra essere un “no” grande quanto una casa, perché non sembra facile conoscere le procedure di sala e, in generale, i meccanismi che sovraintendono all’attività di vigilanza della Protezione civile. Questo lavoro può essere svolto solo da chi ha esperienza: cioè dai 29 ‘abusivi’.
In tutto questo bailamme non c’è nemmeno la possibilità di chiedere ‘lumi’ al dirigente generale della stessa Protezione civile regionale, ingegnere Pietro Lo Monaco. Per un motivo semplice: perché anche a lui il contratto è scaduto. E non gli è stato rinnovato perché la politica, che deve ricomporre il ‘quadro politico’ attorno a un possibile nuovo governo regionale, non può certo assegnare un posto così importante senza il preventivo raggiungimento di un equilibrio complessivo tra le forze politiche del futuro governo ‘politico’. Insomma: i siciliani non possono pretendere che la loro sicurezza venga prima degli equilibri prossimi venturi del governo Lombardo. Non scherziamo con le cose serie!
Se al dirigente generale è scaduto il contratto, beh, ci sarà qualcuno che avrà preso l’interim, direte voi. E, in effetti, per un attimo sembra che a qualcuno sia stato assegnato tale interim. Ma è un attimo: si scopre, infatti, che non c’è nemmeno l’interim.
Ieri, 3 gennaio, l’amministrazione regionale, a cenone a pranzo di Capodanno già digerito, sembra decisa: basta con gli ‘abusivi’ nella sala operativa della Protezione civile. Proprio quando sta per partire l’ordine di sgombero, plafft: il temporale che sommerge Palermo. Via Leonardo da Vinci è allagata. Se la pioggia continua è un guaio. Contrordine: talè, lassali ‘ddà, un si sa mai…

 

 


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