Ciò che un giorno vedrò nella mia città

E io con tanta più anima

resto senza libertà?

 

Pedro Calderon de la Barca

Monologo di Sigismondo

 

 

Oggi è lecito sperare in un futuro diverso che, però, ancora una volta, apparterrà ad altri e non ai siciliani, buoni ultimi da sempre a beneficiare dei (pochi) vantaggi nazionali. Eppure non vogliamo rinunciare, non vogliamo rintanarci in un cantuccio, rimpiangendo di non essere lombardi o emiliani, non vogliamo rifugiarci nel pessimismo nero dei figli di Tomasi di Lampedusa o dei nipotini di Sciascia che, in molti casi, non ne hanno nemmeno letto i rispettivi libri. Non vogliamoo neanche rifugiarci nella patetica nostalgia di Principi sotto il Vulcano o di Principi Irrequieti, né nella “mitica “ età dei Florio.

Vogliamo sognare ad occhii aperti la nostra Città e invitare i lettori di Linksicilia a vederla, leggendo, con gli occhi della mente, in una data fausta che passerà alla storia nazionale insieme al 17 marzo 1861 0 al 25 luglio del 1943 .

 

Ciò che un giorno vedremo nella nostra città:

i dipendenti regionali e dell’Ars scendere in piazza, in nome della questione morale;

i giovani siciliani di ogni orientamento politico occupare pacificamente Palazzo dei Normanni e dire: basta!;

l’arrivo al porto di una nave del riscatto da cui scenderanno migliaia di giovani costretti a vivere fuori per poter studiare e lavorare, pur di non umiliarsi con politici o imprenditori corrotti;

il trasferimento della sede del governo regionale da Palazzo d’Orleans ad un altro qualsiasi edificio, per cancellare il ricordo delle cose orribili che da decenni vi vengono compiute;

il conferimento del medesimo palazzo all’Università degli Studi di Palermo perché diventi l’ingresso di Viale delle Scienze e rappresenti la porta della Sicilia verso il mondo intero e non solo 0ne way;

il Cardinale Arcivescovo di Palermo che annuncia la chiusura al pubblico della Cappella Palatina, sino a quando coesisterà con la sede di tutto ciò che è l’unica causa del degrado morale della Sicilia;

gli assessori regionali del governo Lombardo chiedere scusa ai siciliani e tornare alle proprie professioni con umiltà e in silenzio, per sempre;

il Castello Utveggio assegnato quale sede permanente all’ Agenzia Internazionale contro la Criminalità Organizzata;

il Central Park da Villa Trabia all’Ucciardone, divenuto Museo della città;

un brillante laureato di cultura Rom o Tunisina diventare direttore generale del Comune o segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana;

Magistrati, un tempo chiamati a “rischio”, passeggiare in bicicletta la domenica mattina con i propri figli al Giardino Inglese;

un professore di latino e greco, salutato con rispetto dai genitori degli allievi che ha bocciato;

il Carcere minorile “Malaspina” trasformato in scuola di eccellenza per i ragazzi più poveri ma ad alto potenziale intellettivo.

 

Tutto questo e molto altro io vedrò, come lo vedo adesso: possibile, necessario, dovuto a tutti noi.

 


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