Teatro Massimo, il 25esimo anniversario della riapertura In programma musiche di Dvořák, Strauss e Brahms

Il Teatro Massimo di Palermo celebra il 25esimo anniversario dalla riapertura. Era il 12 maggio del 1997 quando, dopo 23 anni di incredibile e ingiustificabile chiusura e in coincidenza con il centenario dell’inaugurazione, la struttura apriva nuovamente le porte agli spettatori con un un doppio concerto. Oggi, alle 11,30, gli studenti potranno assistere alle prove. Mentre, domani il programma prevede un concerto diretto da Franco Mannino con il Coro e l’Orchestra del Teatro; il secondo, la sera, diretto da Claudio Abbado con l’orchestra dei Berliner Philharmoniker. Di mattina poi, la prova di Claudio Abbado con i Berliner era stata aperta al pubblico degli studenti; ed era stata una grandissima emozione per un pubblico composto quasi interamente da ragazzi e ragazze nati dopo la chiusura del Teatro Massimo.

Un quarto di secolo dopo, il prossimo 12 maggio, per ricordare questa ricorrenza il Teatro Massimo ha invitato un direttore tra i più affermati come Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro con un concerto celebrativo che vuole confermare la vitalità e la presenza del teatro nel tessuto sociale e culturale della città. E ha aperto ai giovani degli istituti scolastici cittadini la prova aperta che precede il concerto, mercoledì 11 maggio alle 11:30. «La riapertura del teatro Massimo – dice il Sovrintendente Marco Betta – fu un segno di rinascita. L’arte e la musica non smettono mai di rappresentare i valori più profondi della civiltà, celebriamo questo anniversario con questa consapevolezza e la gioia ed il senso di essere ritornati al mondo».

Il programma del concerto, giovedì 12 maggio 2022 alle 20:30, vede una successione di grandi composizioni: si comincia infatti con i Vier letzte Lieder di Richard Strauss, I quattro ultimi canti, che sono il messaggio di congedo dal mondo del compositore bavarese. Strauss aveva già ottantaquattro anni quando li scrisse nel 1948, e furono eseguiti solo dopo la sua morte, nel 1950. Dal primo Frühling (Primavera) fino all’ultimo, Im Abendrot (Al tramonto), che si conclude con la domanda “è questa forse la morte?“, un senso di grande serenità pervade questi Lieder, su testi di Hermann Hesse per i primi tre e di Joseph von Eichendorff per l’ultimo, il più significativo. Ad eseguirli con l’Orchestra del Teatro Massimo sarà il soprano Christiane Karg. A seguire Schicksalslied (Canto del destino) di Johannes Brahms su testo del poeta romantico Friedrich Hölderlin. Anche Brahms, come Strauss, si interroga sul destino dell’uomo. Ma se la dimensione di Richard Strauss era individuale, le domande di Brahms hanno una portata collettiva: il testo di Hölderlin quindi non è affidato a una voce solista, ma al Coro diretto da Ciro Visco.

Chiude il concerto la Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo, tra le più famose e trascinanti sinfonie di Antonín Dvořák. Fu scritta nel 1893 durante il soggiorno americano del compositore ceco che, al culmine della sua fama, era stato invitato a dirigere il conservatorio di New York. In questa sinfonia Dvořák infonde la curiosità e il fascino di questo “nuovo mondo” che gli si apriva nelle sale da concerto ma anche nelle strade: fu lui a spingere i giovani musicisti incontrati in America ad abbandonare i modelli europei per scrivere una musica che rispecchiasse la loro esperienza, così come anche lui aveva portato le melodie tradizionali nelle sue opere. Le melodie e i ritmi della sinfonia risentono così tanto della suggestione delle scoperte americane che della nostalgia della patria.


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