L’importanza dell’etica

Alla presentazione del volume “Sciascia. Il romanzo quotidiano” non mancava proprio nessuno a ricordare l’illustre personalità.

Fra gli ospiti della serata c’erano Franco Nicastro, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Egle Palazzolo, Presidente del Sindacato dei Giornalisti e curatrice del libro in questione, Silvano Nigro, relatore della facoltà di Lettere, e la Professoressa Maria Lombardo, coordinatrice della conferenza.

Molte le problematiche affrontate nel corso della presentazione,  ma le più importanti sono state quelle riguardanti l’etica e la libertà.

Questo perché la personalità di Leonardo Sciascia fu, ed è tuttora, molto importante nello scenario del giornalismo internazionale.

Un giornalismo sicuramente “scomodo”, fuori dal coro e antagonista del potere testimoniato dagli articoli che scriveva per “L’Ora”, “L’espresso” e “Il corriere della sera”.

“Sciascia si riconosceva sicuramente in Courier, scrittore francese, in quanto anch’egli oppositore di alcune idee menzognere”, commenta il Professore Silvano Nigro.

“Sono contento – aggiunge- di aver preso parte alla presentazione di questo libro, perché ha in sé testimonianze straordinarie e perché avevo conosciuto Sciascia di persona”.

Il suo rapporto con il giornalismo è stato, infatti, diverso da quello di altri giornalisti e scrittori, fu osservatore implacabile della realtà e non mancò al dovere etico della professione di giornalista.

Fu lui ad affermare che “la libertà di stampa esiste solo se i giornalisti hanno la forza di opporsi ai soprusi”.

Proprio per questo,appellandoci ai principi di etica e libertà, nel momento in cui il giornalismo attraversa una fase di veloce trasformazione sul piano delle tecnologie e la professione di giornalista attrae molto i giovani, abbiamo approfittato dell’occasione per rivolgere alcune domande al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, sul futuro del giornalismo che passa attraverso gli studenti universitari.

 

Quale futuro si prospetta per noi giovani studenti desiderosi di volerci avviare verso questa professione?

“Sicuramente non un futuro tutto rose e fiori. Il problema sta nel fatto che oggi sono venuti meno i punti di riferimento contrattuali. Il lavoro di giornalista, infatti, una volta aveva un riconoscimento anche normativo, che oggi sicuramente non ha più.

Come accade poi in tante altre professioni, il lavoro di giornalista è connotato da una condizione di precariato diffuso. C’è, in altre parole, un irrigidimento da parte degli editori che cercano di ridurre il margine dell’autonomia della professione, comprimendo i costi del lavoro e ricorrendo a contratti atipici e sicuramente a breve termine”.

 

Qual è il percorso più appropriato per un futuro giornalista?

“Credo che la formazione che passa attraverso l’università sia la più appropriata. Un percorso formativo obbligatorio, basato sullo studio e l’apprendimento di tecniche professionali che una volta si apprendevano nei laboratori artigianali; luoghi, cioè, dove esistevano anche punti di riferimento validi ed importanti”.

 

Come intende attivarsi l’Ordine dei Giornalisti per avviare i giovani alla professione?

“Oggi le scuole di giornalismo sono quasi tutte collegate all’Ordine dei Giornalisti, proprio come alcuni corsi di laurea. Spesso questa è anche la strada della politica, la quale sta inoltrando una proposta di riforma dell’ordinamento professionale, imperniata sulla riforma di scuole ed università. Del resto è una realtà internazionale”.

 

Quali sono le norme principali per essere un buon giornalista?

“L’etica sicuramente. E’ tutto, è la tappa fondamentale, la regola maestra. L’etica è una traccia dell’essere giornalista, e quindi dev’essere anche un metodo di lavoro. L’altra norma, non meno importante, è il corretto rapporto con le fonti. Infine, sottolineo soprattutto il carattere autonomo della professione, rimanendo distanti dai centri di potere sia politici che economici”.

 

Mi elenchi in tre parole le qualità di un ottimo giornalista

“Solo una: Libertà”.

 

Lei che è il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, quali consigli darebbe a noi giovani studenti di Scienze per la Comunicazione Internazionale?

“Quello di avere un approccio guidato dall’umiltà e dalla voglia di fare esperienze vere senza scorciatoie, ma mantenere sempre la propria libertà e indipendenza”.


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