Il rimborso che non c’è (per ora)

Da una decina di giorni nei corridoi e nelle bacheche delle facoltà catanesi sono affissi dei cartelloni che annunciano, con un certo fare aggressivo, che è iniziata una lotta per l’affermazione di un diritto degli studenti, fino ad oggi calpestato. Parliamo dell’ormai famoso rimborso delle tasse dovuto, secondo gli autori dell’iniziativa, a tutti coloro che “sono o sono stati nella condizione di ripetente, avendo l’Ateneo di Catania violato le norme che regolano il versamento dei contributi” da parte degli studenti che, appunto, si trovino a dover ripetere l’anno di corso.

Step1 ha voluto saperne di più sulla questione che, certo, interessa una fetta non indifferente della popolazione universitaria catanese. A promuovere l’iniziativa è l’associazione studentesca Controcampus che, da quando ha iniziato questa campagna, ha già raccolto circa 500 moduli di richiesta di rimborso: «Entro maggio, quando avremo completato la raccolta dei moduli, avanzeremo all’università la richiesta di rimborso per tutti gli studenti che ci avranno fatto richiesta. – dice Salvo Salice – Probabilmente è una questione che affronterà il nuovo rettore».

Per capire meglio su cosa è fondata questa richiesta di rimborso ci siamo rivolti direttamente alla fonte, parlando con l’autore dello studio su Regolamento didattico di Ateneo e dell’articolo, pubblicato sul sito di Controcampus, nel quale si spiega quali sono i presupposti dell’azione dell’associazione studentesca. Si tratta di Costantino Messina che ha riletto il regolamento di Ateneo da una nuova prospettiva, deducendo da alcune norme che gli studenti ripetenti hanno diritto a versare quote di tasse più basse: in pratica avendo già frequentato i corsi l’anno precedente, non “consumano” più una serie di servizi strettamente legati alla didattica.

Nonostante in realtà il regolamento didattico non specifichi nulla del genere, se non che “lo studente ripetente è tenuto al versamento di un contributo di iscrizione proporzionato alle attività di cui deve eventualmente rinnovare la frequenza”, le motivazioni di Costantino Messina, e di Controcampus si fondano sull’analisi di norme simili in vigore in altri atenei: «Certo, esiste l’autonomia, ma dato che altri atenei hanno interpretato queste norme come un diritto al ribasso delle tasse, perché qui a Catania non deve succedere lo stesso?».

Gli articoli in questione riguardano la Frequenza dei Corsi e modalità sostitutive di essa (art. 13) e il Calendario didattico (art. 17). In particolare Controcampus offre la sua “interpretazione più logica” degli art. 13, comma 7, 9 e 10  e l’art. 17, comma 1 lettera e. Negli articoli in questione, tuttavia, non si fa mai accenno alla pretesa diminuzione delle tasse per gli studenti ripetenti ma solo al “versamento proporzionato” di cui abbiamo già parlato. «Abbiamo chiesto il parere dell’Ufficio legale d’Ateneo un mese fa, ma non abbiamo ricevuto risposta.– continua Costantino Messina – Da alcune segreterie abbiamo ricevuto dei ‘si’ informali alla nostra richiesta, ma si capisce che quello che serve è una risposta chiara e definitiva da parte dell’Ateneo».

L’Università in effetti non si è ancora pronunciata sulla questione e fa sapere attraverso il suo ufficio stampa che “al momento non esiste una posizione ufficiale dell’Università sulla proposta di Controcampus relativa al rimborso delle tasse per gli studenti ripetenti. Quando la richiesta sarà messa all’ordine del giorno e vagliata dagli organi di governo (consiglio e senato), allora ci sarà una direttiva o eventualmente una delibera”.

A tutto questo bisogna aggiungere che il periodo è certamente particolare. Il 17 e 18 maggio prossimi si terranno le elezioni studentesche per i grandi elettori (i delegati degli studenti che voteranno per il prossimo rettore) e tutte le associazioni studentesche hanno presentato le loro liste. «Il dubbio è legittimo, ma Controcampus non ha fatto una mossa elettorale, anche se le due cose sono finite per coincidere». E allora perché non cercare di coinvolgere anche le altre associazioni? «E’ vero, questa battaglia potrebbe essere comune, ma francamente non so come si stiano muovendo le altre associazioni. Alcune non fanno niente se non per conquistare voti…».
Insomma, la battaglia è cominciata. Gli studenti, intanto, possono fare domanda per il rimborso…

Il sito di Controcampus

Il Regolamento didattico di Ateneo


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