Rita Borsellino, tanti alla camera ardente per ultimo saluto La figlia: «Fino all’ultimo ha chiesto il perché della strage»

Non si è ancora ufficialmente aperta la camera ardente in via Bernini per l’ultimo saluto a Rita Borsellino, allestita alla Casa della memoria operante del Centro studi intitolato a Paolo Borsellino, ma si è già assiepata davanti ai cancelli una folla commossa. Sono in tantissimi i cittadini accorsi per l’occasione. «Rita è stata il collegamento tra Paolo e la società attuale. È stata la persona che ha continuato a lottare nel suo nome per noi. E ci ha spinti a continuare», racconta Elisabetta, che all’epoca della strage del 19 luglio ’92 era ancora una liceale. «Dopo la morte di Paolo, Rita ci ha dato la forza per reagire – continua la donna – Se lei non ci fosse stata, dopo la strage in via D’Amelio tutto si sarebbe smorzato. Lei, con il suo esempio, ha dato coraggio a tutti: vederla in sedia a rotelle, malgrado la malattia, alle commemorazioni è stato per tutti noi un punto di forza e lo sarà anche dopo». 

Tanti anche i giovanissimi in attesa di salutarla per l’ultima volta, tra questi spicca anche un gruppo di scout. «Ho scoperto per caso che stava male, dopo aver appreso della sua morte – confida, ad esempio, Gabriele, appena 23enne – Quando si pensa alle persone vicine a Paolo si pensa all’impegno contro la mafia. E Rita ha dato tantissimo contribuendo ad alimentare nei giovani studenti la cultura dell’antimafia. Non ho mai avuto la fortuna di incontrarla ma ora che non c’è più voglio frequentare il Centro per contribuire anch’io». La salma intanto è arrivata in via Bernini poco prima delle 10.30, accolta da giornalisti e fotografi. A scegliere questo luogo, un ex bene confiscato alla mafia, per l’ultimo saluto a Rita è stata la sua famiglia, in accordo col sindaco Leoluca Orlando che ha anche disposto la presenza del gonfalone della città. Tra i primi ad arrivare Salvatore Borsellino, fratello di Rita e del giudice Paolo.

Mentre i figli di Rita – Claudio, Cecilia e Marta – hanno fatto sapere che «per chi volesse lasciare un segno della propria vicinanza è possibile sostenere i progetti del Centro studi Paolo Borsellino, associazione che Rita ha fondato e della quale è stata Presidente sino alla fine, affinché il suo impegno possa continuare ad essere operante». I funerali si svolgeranno domattina alle 11.30 alla chiesa Madonna della provvidenza-Don Orione di via Ammiraglio Rizzo

Sono circa le 11.30 quando finalmente si può entrare all’interno della Casa della memoria operante per salutare Rita Borsellino. Tra i volti noti spicca quello dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, storico giudice a latere del maxiprocesso a Cosa nostra. «Era una donna straordinaria con una forza eccezionale, una tenacia e una passione fuori dal comune in una donna all’apparenza fragile che riusciva a infondere a tutti una grande serenità. Per noi è stato un punto di riferimento – commenta Grasso – Che possa abbracciare Paolo, Agnese, Giovanni e Francesca e dire loro che noi continueremo a ricercare la verità e la giustizia, noi non ci fermeremo».

A salutare Rita c’è anche la prefetta di Palermo Antonella De Miro: «Era una donna schiva, semplice e timida, che si è trasformata in una militante dell’antimafia vera. Dell’antimafia che significa ricordo, testimonianza dei valori per cui è morto suo fratello. Per quei valori lei si è trasformata in una paladina -commenta – per ricordare ai giovani quanto sono importanti questi valori per i quali bisogna fare tutti una scelta coraggiosa nella quotidianità. Una scelta coerente negli anni. Vale per tutti, per le istituzioni e i giovani che saranno i nostri testimoni nel futuro. A questa donna va il nostro grazie, la nostra riconoscenza perché non ha mai smesso di lottare, nemmeno in questi mesi di malattia. È andata via serena per aver combattuto la battaglia giusta».

«Mamma ha sempre dato tutto, non si è mai risparmiata né tirata indietro. Viveva in simbiosi con tutti. E così, anche consegnare un ricordo di lei, è difficile perché in mente ne affiorano tanti», racconta anche Marta, la figlia di Rita Borsellino, assieme ai fratelli nella camera ardente allestita nella sede del centro studi Paolo Borsellino di via Bernini. «Il suo insegnamento più grande che ci ha consegnato è quello di essere veri e coerenti a qualsiasi costo. Non ha mai smesso di cercare la verità, diceva sempre “Non mi interessa chi è stato, ma voglio sapere perché“. La ricerca della verità penso sia utile non solo a noi – ha concluso – ma a tutta la comunità nazionale».


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