Nuovi Italiani, la giuria speciale di ex minori stranieri «Palermo porta avanti principi ora raccontati ovunque»

Si chiama Nuovi Italiani ed è una delle due giurie speciali che quest’anno giudicherà, insieme alla tradizionale giuria internazionale, le pellicole in concorso alla tredicesima edizione del Sole Luna Doc Film Festival, a Palermo dal 2 all’8 luglio. Una giuria composta da sei minori stranieri non accompagnati, tutti studenti di Itastra, la Scuola di lingua italiana dell’Università di Palermo. Tutti ragazzi che, dopo le quotidiane lezioni al Centro linguistico di ateneo a due passi dalla stazione centrale, sono diventati mediatori linguistici e culturali.

Tra loro c’è Kirolos Kamil Zaher Babawy: ha 19 anni e viene dall’Egitto ed è arrivato qui nel 2014. Già l’anno dopo è tra gli alunni di Itastra. Consegue anche la licenza media e attualmente frequenta il terzo anno dell’istituto tecnico per il turismo Marco Polo. Non c’è solo lo studio, però nella sua vita. A cavallo fra il 2016 e il 2017, infatti, partecipa a due programmi di mobilità internazionale promossi dalla Commissione europea e svolge per due mesi un servizio di volontariato europeo in Grecia, a Lefkas, spostandosi poi in Portogallo per un progetto di scambio giovanile. Studente, volontario, ma anche lavoratore. Vanta infatti qualche esperienza come cameriere. Ed è oggi uno dei punti di riferimento per tutti quei minori che approdano a Itastra, come lui tre anni fa, con i quali svolge attività di facilitazione linguistica e lezioni frontali di lingua araba per favorirne l’inserimento.

C’è anche Souleymane Bah, che ha 22 anni e viene dalla Guinea Conakry e vive qui da un anno e mezzo. Dopo un breve periodo trascorso a Termini Imerese, dove ha ottenuto la licenza media, viene trasferito in un nuovo centro di accoglienza a Palermo. Porta con sé un bagaglio culturale ma soprattutto professionale non indifferente: nel suo paese, infatti, lavora per molti anni come sarto. Settore in cui si impratichisce e che lo fa arrivare qui con delle competenze non da poco. Requisiti questi che gli fanno sognare un futuro lavorativo legato a quest’ambito e che lo porteranno l’anno prossimo a iscriversi a una scuola di moda e design. Mentre Alagie Malick Ceesay ha appena 18 anni ed è originario del Gambia, dove per sette anni ha studiato alla scuola primaria. Per poi partire per il Senegal, dove trova lavoro in un allevamento di polli. Arriva a Pozzallo a fine marzo del 2017, ma subito viene trasferito a Scicli e, appena due mesi dopo, a Palermo. Parla cinque lingue: dal fula al wolof e al mandinka, ma anche inglese e italiano. A Itastra fa parte di un gruppo di studio che si occupa della lettura di alcuni libri, mentre sta seguendo anche un corso per diventare guida turistica.

Balla Moussa Koulibaly ha 25 anni e viene dalla Guinea. Vive a Palermo da un anno al centro di accoglienza della croce rossa. Ed è uno dei pochi che nel suo paese ha frequentato la scuola fino ai 18 anni. E lui parla con scioltezza addirittura otto lingue. E a Palermo si dà molto da fare, diviso tra i corsi di studio di Itastra e progetti di respiro istituzionale, come quello intitolato I giovani parlano con l’Europa e l’evento organizzato dal Comune per ricordare Martin Luther King. Trova anche il tempo di collaborare alla stesura di un libro, insieme all’autrice Valentina Vivona: I mocassini di Isa, per cui firma la prefazione. Insieme a lui in giuria anche Jaouhar Farhat, nato nel 1995 a Palermo da genitori tunisini. Che però decidono di fare ritorno in Tunisiae di fare studiare lì i figli, perché imparino la lingua e creino un contatto con la cultura d’origine. E così avviene, fino a quando non tornano nuovamente in Italia. Qui Jaouhar si diploma al commerciale Pareto e si iscrive a Lingue e letterature moderne e mediazione linguistica, dove frequenta il terzo anno.

Infine, c’è Moustapha Jariou, nato a Darsilami in Gambia nel 1998. Per raggiungere l’Italia attraversa il Senegal, il Mali, il Burkina Faso, il Niger e infine la Libia. Fino al fatidico sbarco, nel 2015. Trascorre un anno nel Cas di Piana degli Albanesi dove inizia un corso di italiano, così come ad Itastra, malgrado la difficoltà di viaggiare tutti i giorni. L’anno scorso si è iscritto alle superiori, scegliendo il Ferrara: non ama la matematica, che gli dà qualche problema, ma dalla sua parte ha trovato un professore volontario che non lo molla un attimo e lo sta aiutando a recuperare. Questi sei ragazzi, insieme agli studenti di un’altra giuria speciale, quella composta dai liceali dell’alternanza scuola-lavoro, dovranno valutare i film di due categorie di quest’anno: quella denominata Human Rights, che raccoglie storie di diritti negati e impressi su pellicola, e quella chiamata Short Docs, che non sarà di minore impatto, con proiezioni che spazieranno dai temi più stringenti di oggi: la maternità in Africa, i bambini transgender, la questione palestinese, la donna in Iran e lo sport, il lavoro in miniera, il drammatico viaggio dei migranti fino in Europa.

«Tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, in fatto di eventi e progetti, racconta esattamente ognuno di questi temi, Palermo porta avanti principi che adesso vengono raccontati con forza anche nel resto del mondo e questo credo sia molto importante – commenta l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano -. Gli impegni da prendere sono ancora tantissimi. Come quello di creare un polo etnoantropoligico in città che possa raccogliere diversi soggetti istituzionali, per esempio, credo sia fondamentale».


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