Omicidio Fondo Picone, forse una rissa tra parenti «È tornato dopo lite e si consumarono due famiglie»

«Prima si sono afferrati, poi il giovane se n’è andato, forse si’io a armare. E vinne arrieri. E si consumarono due famiglie». Le chiazze si sangue si distinguono ancora, in più punti, a pochi metri di distanza tra via Decollati e Fondo Picone, assieme al nastro bianco e rosso utilizzato dalla polizia per transennare la zona, lì dove ieri sera un pregiudicato di 29 anni, Dino Salvato, è stato trovato morto riverso per terra in fondo Picone. Seppur ancora avvolto nel mistero il movente dell’omicidio, diversamente da quanto ipotizzato nelle prime ore dagli inquirenti, la vittima non sarebbe stato uccisa con colpi d’arma da fuoco. Fin da subito, però, è stato chiaro che il giovane, arrivato lì a bordo di una Smart, è rimasto coinvolto in una rissa.

Una colluttazione quindi, come riportano stamane alcuni residenti che abitano lì. Che raccontano, però, di non aver sentito nulla, nessun colpo d’arma da fuoco come stamane ha confermato l’ispezione sul corpo del medico legale, avvenuta a tarda notte, e che ha escluso che siano stati sparati colpi di pistola. Sul corpo, infatti, non ci sono fori d’entrata e di uscita nella testa. Probabilmente è stato colpito alla testa con un oggetto che ha provocato una vistosa ferita al cranio. Che giustificherebbero le macchie di sangue disseminate sul luogo dell’omicidio, una traccia del vano tentativo di Salvato di scappare.

Il fondo è collegato a via Decollati grazie a un angusto passaggio, una «passerella» dove ieri il corpo del giovane è stato ritrovato verso le 20, ma la lite, probabilmente, è scoppiata poco prima di cena, come rivelano alcuni residenti: «È successo verso le 18.30-19 – spiega un signore che abita a pochi passi dal luogo del delitto – Non abbiamo sentito nulla, c’era troppo rumore. Io avevo la televisione accesa e mi stavo vedendo Tempesta d’amore». Una lite furibonda che potrebbe essere sfociata in famiglia. «Per come ho capito io erano parenti – riporta un residente -. Appena si supera il ponte, dopo la salita, ci sono delle case vecchie, dopo la missione delle donne, lui viveva lì, e aveva dei figli».

Un racconto in parte confermato da un altro residente, che vive a pochi passi del luogo dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Salvato. «L’hanno ammazzato barbaramente, devono fargli l’autopsia» spiega e poi, riferendosi alla vittima dice ancora: «Abitava dall’altra parte della strada. Figli? Sono tutte famiglie numerose quelle». Intanto, già da stanotte sono state interrogate quattro persone. 

Dino Salvato era stato arrestato nel dicembre del 2016 per avere derubato e palpeggiato, insieme al fratello e a un altro ragazzo, alcune giovani alla Vucciria. L’aggressione era avvenuta ad agosto, le giovani si rifugiarono a piazza San Domenico. La folla aiutò proprio Salvato a scappare. E lui per fuggire aveva sferrato anche un pugno a un agente. Le indagini della squadra mobile, poi, erano risalite ai tre. 


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