Debiti e controversie giudiziarie, allarme del M5s «Con questi conti il Comune rischia il fallimento»

«Riteniamo che sia doveroso guardare in faccia la realtà e riconoscere che c’è un problema. Questa è una fotografia reale, fare finta di nulla significa che prima o poi una bomba del genere ci scoppierà in faccia. E noi non vogliamo che questo avvenga». Parola del capogruppo del Movimento cinque stelle a Sala delle Lapidi, Ugo Forello, che è anche membro della commissione Bilancio. A destare la preoccupazione dei pentastellati palermitani per i conti del Comune sono due vicende che potrebbero essere molto pericolose per le sorti dell’amministrazione cittadina: il contenzioso aperto con oltre 500 vigili urbani e i debiti che l’ente vanta con le sue partecipate

La vicenda che riguarda la polizia municipale, sollevata nei mesi scorsi già dal grillino Igor Gelarda, approderà nelle aule giudiziarie il prossimo 10 maggio, quando sarà celebrata la prima udienza di fronte alla sezione lavoro del tribunale di Palermo. «Quello che inizierà di fronte ai giudici – spiega Forello – è un contenzioso che ha un’entità impressionante: 20 milioni di euro per alcune indennità non corrisposte nel 2011, 2012 e 2013» Si tratta delle eccedenze rispetto al contributo che la Regione versa al Comune, che spettano agli agenti della polizia municipale per quelle mansioni non previste dal loro contratto, ma che svolgono in base al piano di efficientamento redatto proprio dal Comune, come le attività di polizia giudiziaria, quelle di polizia stradale, di ordine pubblico e altri servizi. A questi si aggiungono anche i soldi richiesti per il 2014 e il 2015, periodo in cui i ricorrenti in giudizio sostengono di non avere ricevuto neanche la parte del contributo regionale. «E con questi – aggiunge il capogruppo grillino – dovremmo arrivare all’incirca a un ammontare di oltre 30 milioni di euro».

«È evidente, lo sostiene anche la Ragioneria, che una cifra del genere determinerebbe un peso insostenibile per il bilancio – prosegue ancora Forello, che da par suo chiede chiarezza sull’argomento all’avvocatura comunale – Visto che non è previsto alcun accantonamento di somme come fondo rischi, chiediamo all’avvocatura di esprimersi in maniera chiara sulla possibilità di perdere questo contenzioso. Come legale potrei dire che rispetto ad alcune annualità questo rischio c’è, ma non è mio compito. Qualora ci fosse il Comune è tenuto ad accantonare delle somme». Somme che andrebbero a gravare su un bilancio su cui pesa anche l’incognita dei debiti delle partecipate. Mentre infatti, secondo il bilancio consolidato 2016 approvato dalla giunta lo scorso 9 febbraio gli oltre 24 milioni di euro di disallineamento con le società di cui il Comune è socio non dovrebbero essere richiesti dalle stesse, parere discordante è arrivato dalle partecipate. «Le società partecipate, ad esclusione della Sispi, hanno confermato che questi crediti li vogliono, che sono stati approvati dal Comune e che quindi quanto scritto sul Consolidato non corrisponde a verità: questi costi deve interamente sostenerli il Comune. Fondi che nel bilancio 2018 non sono previsti».

Costi difficilmente sostenibili visto anche che il Comune, secondo Forello, avrebbe terminato le somme disponibili per il fondo di riserva. «E c’è il pericolo che il disallineamento possa essersi aggravato dal 2016» conclude Forello, che non esclude il rischio fallimento, qualora ci si ritrovasse a dovere pagare per il contenzioso e saldare i debiti verso le partecipate.


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